Premessa
Napoli, la bella Napoli, da sempre presente nel mio animo con le sue bellezze, la sua calda umanitá, le sue asperitá. Allora come non considerarla come privilegiata destinazione di un viaggio dopo due anni di pandemia? E cosí é stato. Oltre ad averci vissuto i 4 anni di Accademia Aeronautica, ho avuto modo di conoscerne da dentro abitudini, costumi e monumenti. Eppure, questa cittá non finisce mai di stupirti, facendoti scoprire aspetti in cui la volta prima non avevi avuto modo di imbatterti o di apprezzare a sufficienza. Quindi ritornare è stato un vero piacere e, più ancora, far apprezzare ad altri almeno una parte del tanto che c’è da conoscere.
I protagonisti
Anna ed io, ma il viaggio ci ha anche dato la piacevole opportunitá di rivedere amici che non vedevamo da tempo.
La logistica
Includo qualche breve informazione di tipo organizzativo allo scopo di consentire, a chi lo volesse, di poter prendere utili spunti per poter venire a visitare per conto proprio i luoghi descritti. Per effettuare i nostri spostamenti ci siamo affidati principalmente ai nostri piedi ed ad una diffusa rete di mezzi pubblici su rotaia di seguito riportata.
La versione sempre aggiornata di questa mappa qui riportata è reperibile dal sito http://www.anm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1331&Itemid=305
Abbiamo quindi scelto un B&B centrale ma anche silenzioso in cui ci siamo trovati bene. Si chiama Martucci Avenue ed ecco di seguito i riferimenti (https://bb-martucci-avenue.business.site/?utm_source=gmb&utm_medium=referral). La centralitá della struttura e la conseguente e capillare fruibilitá dei mezzi pubblici ci ha consentito di evitare in toto il ricorso all’affitto di una macchina, comunque piuttosto scomodo per via delle difficoltá legate al parcheggio ed al traffico per una città come Napoli. Abbiamo prenotato un volo low cost con un mesetto di anticipo spuntando un buon prezzo, ampiamente competitivo rispetto a quello del treno. Siamo stati fortunati con il meteo e le nostre visite sono state aiutate dal fatto di aver scelto un soggiorno in bassa stagione ed in giorni infrasettimanali. Piccoli suggerimenti che rendono il soggiorno più piacevole.
Domenica 20 Marzo
Partiamo da Torino in aereo nel tardo pomeriggio.
Lunedi 21 Marzo
Sveglia involontaria sul prestino, per cui, eccoci a fare colazione “add’ u Scaturchio” nella vicina Piazza Amedeo, una delle massime autorità religiose in termini di culto per la pasticceria napoletana.
Anche qui uno dei ragazzi dietro al bancone inizia a farci le solite domande “giust’ ppe sapé nu poch’ e’ fatte” ed eccoci conseguentemente servito un bel cappuccino con dedica: l’anniversario dei nostri 7 anni di matrimonio.
Partiamo allora per la nostra ascensione con funicolare per arrivare da Piazza Amedeo a “n’ gopp’ o’ Vommero”. Nell’attesa che apra Castel S. Elmo, prima destinazione, facciamo a tempo, dopo le rituali domande circa la provenienza, a ricevere da un personaggio in cui ci siamo imbattuti, una forbita lectio Magistralis sulla storia del Vomero e sulla presenza di gabelle reali ai confini della cittá nel 1600.
Lasciamo gli eleganti negozi e le belle isole pedonali, inesistenti anni fa, realizzate per addentrarci nel Castel S. Elmo, punto più alto della città. Lo vedete sulla collina al centro di questa antica stampa.
Chiesa attorno all’anno 1000, divenne castello attorno al 1300 e quindi imprendibile fortezza nel 1500 con una inconfondibile pianta a stella e poderose mura.
Fino al 1970 fu usato come carcere ed ora, fortunatamente fruibile, consente una vista mozzafiato sulla città e sull'intero Golfo. Il tempo è ancora freddino e nuvolo, ma il colpo d’occhio non ne patisce.
Avuta così un’idea di come la città è dislocata, scendiamo a piedi verso “Spaccanapoli”.
Spaccanapoli è in realtà l’unione di più stradine che sembrano davvero attraversare con un unico taglio il ventre antico della città. Passiamo per strade piene di vita dove il piccolo commercio e l’artigianato la fanno da padrone. Ma la destinazione di questo variopinto spostamento è il ricchissimo Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN,https://mann-napoli.it/) nel quale sono conservate le Collezioni delle Statue dei Farnese e la maggior parte dei reperti provenienti dagli scavi di Pompei. Ci affidiamo alle cure di Raffaele guida presso detta struttura che con raffinatezza e leggerezza ci educe sulla storia, gli usi e la vita della Pompei romana.
I pezzi più belli degli scavi si trovano qui. Lascio alle immagini il compito di solleticarvi la curiosità. La spiegazione ricevuta è stata davvero ricca.
Tantissimi reperti ma le cose più stupefacenti sono i mosaici e gli affreschi. Quelli più preziosi sono quelli nella tecnica "vermiculatum" ovvero eseguiti con tessere molto piccole. Colori ed ombre vengono riportati con grande fedeltà.
Raccomando a coloro che vorranno visitare questo grande Museo il ricorso ad una visita guidata per poterne apprezzare il grande valore.
Il Gabinetto Segreto, infine, ci da una chiara idea di come i Romani affrontassero problematiche di carattere sessuale con grande disinvoltura...Pensate che sino agli anni 80 non era visitabile se non da studiosi!
Terminata la visita al MANN Purtroppo non riusciamo a vedere il Museo delle Arti Sanitarie presso l’antico Ospedale degli Incurabili né il Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, siti pieni di storia e di grandi significati. Entrambi i siti sono chiusi. Tuttavia, ci rifacciamo gli occhi con il Tesoro di San Gennaro custodito nel Duomo di Napoli, lo stesso edificio sacro in cui è conservata l’ampolla del sangue di San Gennaro.
Ampolla che, con una cerimonia molto sentita, viene esposta al culto dei fedeli per comprovare la liquefazione del sangue. Ma noi ci dirigiamo verso l'attiguo Museo del Tesoro. La ricchezza delle opere d'arte in esso contenuta è evidennte.
Proseguiamo poi la visita verso l’allegro vicolo di San Gregorio Armeno, pieno di botteghe artigiane impegnate da secoli nella realizzazione di statuette per il presepe. La maestria e l’ironia napoletana danno il loro meglio e tutto questo ci fa nuovamente sorridere. Non mancano i Maradona, Papa Francesco, la Merkel, Pino Daniele e l'immancabile cornetto rosso, rappresentazione moderna del fallo, simbolo usato nella romanità contro il malocchio.
Terminiamo il giro la visita di Spaccanapoli con la visita alla Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai (https://www.respiriamoarte.it/luoghi/chiesa-santa-luciella-librai). La chiesa risale al 1300 circa. Viene indicata come Cappella dell’Arte dei Molinari o Mulinari (capostipiti mugnai o lavoranti presso un mulino). Successivamente verrà presa in custodia dai pipernieri, antichi artisti che scolpivano le pietre dure. Questi, abituati a lavorare con scalpello e martello, temendo che le schegge, schizzando dalla pietra, potessero conficcarsi negli occhi, iniziarono a venerare Santa Lucia, la protettrice della vista, decidendo, dunque, di dedicarle questo luogo. A metà del 1700 il monumento subì un notevole rimaneggiamento e divenire così sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione SS. Gioacchino e Carlo Borromeo. Fu in questa veste che la parte sottostante venne adibita a cimitero per gli appartenenti alla Confraternita. A seguito del terremoto del 1980 la Chiesa venne chiusa e divenne una sorta di discarica. Fu solo per la dedizione di alcuni volontari che la struttura potè essere riaperta nel 2019 ed essere ora fruibile. Come sempre Napoli offre una sorpresa: qui è evidente la commistione tra religione e superstizione.
Ancora oggi infatti i napoletani si rivolgono, parlando o con dei bigliettini, ai teschi ordinatamente riposti per ottenere favori ed aiuto. Tra questi il noto ”teschio con le orecchie” il quale, pare, avrebbe particolare attitudini nell’ esaurire le richieste dei fedeli. Rientriamo a piedi dal centro storico verso Piazza Amedeo e noto con piacere la creazione di numerose zone pedonali e gli stessi Quartieri Spagnoli che affiancano Via Toledo, una volta inavvicinabili, brulicano di localini e di persone. Cena in un ottimo ristorante di cucina napoletana vicino al B&B (Ristorante dell’Oca, https://www.facebook.com/latrattoriadelloca/). Insomma una gran bella giornata. Non ci siamo neppure accorti della considerevole distanza percorsi a piedi!
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Il folclore di Napoli
Fermo un attimo la narrazione del nostro giro per divagare su un aspetto specifico di questa città: il suo folclore, la sua umanità. Anche nei momenti più problematici i napoletani riescono a smontare le difficoltà e ad individuare il lato grottesco, faceto, ironico della situazione. Detto questo, è anche vero che ho conosciuto napoletani tristi e cosmicamente pessimisti. Questi sono i cosiddetti "molle e' vrachiere" letteralmente "elastici di mutanda" o "pisaturi" ovvero persone pesanti da sopportare. Tuttavia la gran parte della popolazione è sempre pronta alla battuta allegra e salace. Spesso poi, oltre alla permeabilità delle regole, il comportamento è intriso anche di attenzione verso il giudizio degli altri, delle apparenze, di cerimonie, di complimenti, retaggi di una educazione antica. Basta chiedere un'informazione stradale, prendere un caffè in un bar, e viene fuori questo animo di Napoli. Il libro "Napoli di Bellavista", ormai difficilmente reperibile, ben descrive questa complessità di sentimenti talvolta contrastanti. Ad esempio L'inventiva porta ad arrangiarsi vivendo di espedienti o, al contrario, a creare competenze e capacità artigianali, talvolta addirittura artistiche, difficilmente reperibili altrove.
Le immagini parlano direttamente al cuore. Accludo qualche scatto pescato in giro per la città che parla di quanto vi ho appena detto.Negli angusti negozietti dei vicoli anche il soffitto diventa una vetrina |
Il Nord visto da Napoli |
All'Università del parcheggio: sareste mai capaci di fare un parcheggio in quarta fila? |
La chiarezza delle indicazioni innanzitutto |
Le famose tre C di un buon caffè: cumme cazzo coce |
Siamo già in tre ma più avanti c'è ancora un posto! |
Diego vive |
Le ho viste solo qui |
Pret a porter |
Mi viene l'acquolina in bocca solo a leggere |
L'arte |
La poesia |
Emissioni zero: la transizione verde è già cominciata |
Accà ce stann' e mariuoli!!! |
Altra arte |
Una guardiola di un palazzo ancora attiva: e chi se la ricordava più? |
Qui taralli caldi |
Il piede ed il muso del maiale cotti e pronti per il consumo al minuto. Li trovi solo a Napoli |
O' purp' |
E per finire...prova un po' a fare la pupù?...
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Riprendiamo la narrazione
Martedi 22 Marzo
Anche oggi sveglia sul prestino perché la curiosità di girare è tanta. Con piacere scopriamo che la vicinissima stazione della Metro di Piazza Amedeo è anche stazione di treni regionali di Trenitalia ed uno di questi ci porta, senza alcun cambio, alla Stazione di Pompei (che non è la Stazione di Pompei Scavi servita invece dalla Circumvesuviana che parte dalla Stazione Centrale). Due passi a piedi e dalla Stazione arriviamo all’ingresso degli Scavi.
Diffidate dalla pletora di coloro che all'arrivo alla Stazione di Pompei vi propongono spostamenti in autobus per raggiungere gli scavi ed il noleggio di audioguide. Entrambi sono poco utili. I primi non servono e le audioguide trattano solo alcuni luoghi. Ci facciamo il nostro bel giro collocando con il pensiero sui muri e sui pavimenti delle rovine i bei mosaici e gli affreschi visti il giorno prima al Museo Archeologico. Ancora oggi impressiona la invadente presenza del Vesuvio.E’ lontano ma, in realtà, i fatti del 79 dopo Cristo hanno sconfessato questa errata sensazione. Il fenomeno sarà stato comparabile a quello di un’esplosione atomica. La vita sembra essersi cristallizzata a quell’istante. Dalle strutture ancora in piedi si capisce la gioia di vivere, la raffinatezza, l’opulenza, l’intraprendenza commerciale di quella popolazione.
Da altri dettagli, molti presenti nel piccolo Antiquarium interno agli scavi stessi, la drammaticità del momento. I calchi in gesso dei corpi sono di forte impatto emotivo e descrivono senza pietà quel terribile momento.
Trascorriamo così l’intera giornata a Pompei e quasi non ci accorgiamo dello scorrere del tempo.
Ci facciamo anche oggi i nostri 7 chilometri all’interno degli scavi
Siamo ospiti di Gerardo e dei suoi due gatti, Guapa e Napoleone. La serata trascorre serena recuperando ricordi e già prefigurando nuove avventure, quali, ad esempio un'immersione al Parco Archeologico Sommerso di Baia.
Mercoledi 23 Marzo
Questa mattina partenza più tranquilla. Avevamo pianificato un’uscita sul Vesuvio ma un’indisposizione di Anna ci convince a dirigerci verso una meta più vicina. Con la metro di Piazza Amedeo raggiungiamo il capolinea di Pozzuoli Solfatara. In pochi minuti a piedi siamo nel centro storico. Quando ero in Accademia (1975 dopo Cristo) questa parte del paese, il cosiddetto Rione Terra, cadeva in rovina. Il bradisismo aveva fatto si che la popolazione dovesse addirittura essere allontanata. Il terremoto del 1980, poi, aveva fatto il resto. Per cui non era neppure concesso accedere. Fortunatamente negli ultimi 20 anni è iniziata una forte inversione di tendenza ed ora il Rione Terra è di nuovo tornato fruibile svelando le sue bellezze nascoste. L’accesso al Rione è possibile solo dall’ingresso sito nella seguente posizione: https://goo.gl/maps/yXNLWxVezUmrzy1q7
Prima visita da fare è quella alla Cattedrale, peculiare monumento che ingloba una struttura romana, ovvero un preesistente Tempio di Giove visibile tridimensionalmente nella ricostruzione virtuale sul sito (una volta aperto il link ci vuole un briciolo di tempo per vedere l'animazione 3D): https://3dwarehouse.sketchup.com/model/21574294f79693ed953a4f330ccd988a/Tempio-di-Augusto-Duomo-o-Cattedrale-di-Pozzuoli-Puteoli-Napoli?hl=it
Il recupero architettonico è davvero spettacolare: l’antico di epoca romana, individuabile dal possente colonnato, ed i fasti del barocco si sposano benissimo con la trasparenza del moderno cristallo rendendo questo monumento davvero un unico. Abbiamo seguito una bella visita guidata con l’Associazione Puteoli Sacra (www.puteolisacra.it).
Tra l’altro il monumento contiene tre tele della pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi epigona del Caravaggio. Le sue vicissitudini private, oltre alle capacità artistiche, la mettono in evidenza come persona davvero molto avanti per la sua epoca.
In quanto donna non le sarebbe stato consentito dipingere e men che meno per una committente come la Chiesa. Ma con la sua determinazione fu capace di vincere una causa di stupro della quale fu vittima, di entrare nell’Accademia di Pittura ed, infine, di vendere le sue tele alla Chiesa. Certamente una persona avvincente. Nel pomeriggio Pozzuoli ci stupisce ancora. Il Rione Terra appare come un abitato costituito da edifici databili dal 1600 al 1800. In realtà questo tessuto urbano nasconde una città genuinamente romana risalente all’epoca repubblicana. Nella mappa in rosso le costruzioni di epoca più recente che sovrastano quelle in giallo appartenenti alla sottostante città romana.Pozzuoli infatti, era un attivissimo porto molto importante per gli scambi commerciali di Roma. Ebbene, questa estesa cittadella romana è visitabile con visita guidata tramite https://www.turismoeservizi.it/prodotto/tour-guidato-rione-terra/
La nostra guida è Domenico Mocerino (mocerinodomenico@hotmail.it) il quale, con grande passione e competenza, ci descrive le vicissitudini di questo crocevia di culture.
Bella visita, assolutamente anche questa da non perdere.
Ma anche qui è ora di tornare. Mettiamo gambe in spalla ed a piedi ritorniamo da Pozzuoli alla Stazione di Bagnoli tramite il lungomare godendoci un bel tramonto.
Anche stasera abbiamo un invito molto particolare. Enrico, cugino di mia madre, ci ha invitato a cena. Ho conosciuto Enrico quando, da bambino (1962-1963 circa), andavamo a trovare i nonni. Enrico ha circa una quindicina d’anni più di me ed a me, all’epoca, sembrava già uno dei grandi, ossia un adulto fatto e finito. Ci siamo persi di vista per più di 50 anni quando, tramite Skype, abbiamo iniziato a risentirci. Potete immaginare l’emozione rivederci dopo così tanto tempo. Spero ricambi presto una visita da me a Torino!Con Enrico, sua figlia Monica, la sua famiglia e madamigella Kim abbiamo quindi passato una bella serata. Kim, da buona cagnetta "inciuciona" (curiosa), si è seduta con noi a tavola ed ha “voluto sapè nu’ poch’ e fatti” dalla sabauda Anna.
Giovedi 24 Marzo
Lasciamo da parte definitivamente l’escursione al Vesuvio riservandocela ad un altro viaggio a Napoli e ci dedichiamo ancora ad un bell’itinerario flegreo. Sempre con la strategica metro da Piazza Amedeo arriviamo a Pozzuoli e, facendo due passi a piedi, arriviamo al porto ove ci imbarchiamo per Procida. Questo breve percorso ci fa costeggiare l’anfiteatro romano della antica Puteoli capace di ospitare 20.000 spettatori. Sarebbe da fermarsi e da visitare ma considerando che ne avevamo visto uno simile a Pompei optiamo per iniziare la nostra giornata procidana con una bella colazione con la “lingua” succulento dolce caratteristico alla crema di limone.
L’arrivo a Procida ci inerpichiamo per i vicoletti e le case colorate.
In particolare ci stuzzica la curiosità di visitare una grossa fortezza che vediamo sulla parte più alta dell’isola. Si tratta di Palazzo d’Avalos visitabile con https://www.facebook.com/davalosprocida/ per info e prenotazioni: 3333510701, email: asspalazzodavalos@gmail.comLa visita è davvero utile perchè ci da una buona idea della storia dell’isola. Il Palazzo era nato come residenza nobiliare e poi, con l’arrivo degli Spagnoli, divenne residenza reale. Destinazione d’uso mantenuta dai Borboni, giunti sull’isola nel 1700. Tuttavia, la partecipazione degli isolani ai moti rivoluzionari del 1799 convinse Fernando I° di Borbone a trasformare il palazzo in istituto di pena restato in uso sino al 1977.
Dopo un bel pranzetto fatto a pochi metri dall’acqua
facciamo un riposino sulla spiaggia dietro al Cimitero in cui sono state girate alcune scene del famoso film “Il Postino” con Troisi.Volete che una certa signora (che dovrete indovinare), dopo un'intera giornata d cammino, non riesca a farci stare pure un po' di shopping? Presto fatto: riconoscete le scarpe cerchiate in rosso?
Ceniamo nuovamente alla Trattoria dell’Oca dove approfitto per tenere aggiornato il mio diario oramai abbastanza corposo di ricordi.
Venerdi 25 Marzo
Prima della partenza lunga passeggiata sul lungomare Caracciolo. Si ha una bella vista della città dal mare ed il tepore oramai primaverile ci fa mettere in maniche corte.
Prima di andare via da Napoli, però non può mancare un ultimo abbraccio gastronomico: un bel passaggio in friggitoria e “nu bello babbà primma e’ riturnà”.
Mi sono rivisto allievo ormai quasi 50 anni fa, riconoscendo in lei tutti gli entusiasmi, le aspettative, le passioni di un giovane che decide di entrare in Accademia. Questa ragazza mi ha fatto una grande tenerezza. La famiglia dell’Aeronautica Militare non si scorda mai. Auguri per la tua vita e per la tua carriera, Chiara!
Rientro a Torino puntualissimo dove il buon Franco, che già ci aveva gentilmente accompagnato, ci viene anche a riprendere in aeroporto.
Conclusioni
Avevo già visto molto di Napoli e dintorni. Certamente abbiamo visto tanto anche questa volta. Ma certamente ancora c’è ancora tantissimo da vedere. Per cui l’intento è chiaro: occorre ancora ritornare!
Se vuoi leggere ancora di altri viaggi consulta
https://blogbattaglia.blogspot.com/2018/05/i-miei-viaggi-piu-belli.html
Utili alla preparazione del viaggio
Pompei il mondo perduto
Alberto Angela: Stanotte a Pompei
https://www.youtube.com/watch?v=ItsV1KrnqyU
Alberto Angela:
Stanotte a Napoli
https://www.youtube.com/watch?v=NMre8SfGlFI
Napoli non la si puo' raccontare sarebbe riduttivo va vissuta.....
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