domenica 29 aprile 2018

IRAN APRILE 2018




IRAN  APRILE 2018









I protagonisti



Noi due soli a spasso per l'Iran.

La genesi

Ma siete matti? Dove? In Iran? Ma con tanti posti proprio li volete andare? Ma è pericoloso! Queste le risposte che più comunemente abbiamo ricevuto quando abbiamo detto agli amici della nostra destinazione. Eppure quel viaggio in Iran, ancora neanche iniziato, lo avevo giá fatto più e più volte con il pensiero, e da tanto tempo. Come non essere affascinati da tanta storia e da tanta arte? Quella culla della cultura che abbraccia importanti eventi. Il primo di essi è l’instaurarsi della dinastia degli Achemenidi (circa dal 500 ac circa ) che istituirono il primo impero persiano con Ciro il Grande. 



Altro evento che ha fortemente plasmato il Paese è stata l'invasione araba nel  600 dopo Cristo con l' espansione della religione islamica. 


A questa profonda traccia si va a sommare l’apporto dato dalle invasioni mongole di Gengis Khan nel XIII secolo e, successivamente, di Tamerlano. Dal 1500 è la dinastia savavide ad affermarsi e, con alterne vicende, oramai in un contesto religioso permeato dall'Islam, si arriva ai primi del 1900 ovvero al colpo di stato della dinastia di Pahlavi terminata con la rivoluzione komenista del 1979. Ognuno di questi eventi ha apportato il proprio contributo di di stratificazione in termini culturali.

Una cultura che, nel corso dei secoli,  ha maturato  importanti frutti. L'impero persiano, infatti, è venuto a contrasto, ma anche molto a contatto, con la cultura greca e poi direttamente  con quella romana pervadendo, oltre che con gli scambi commerciali,  anche la spiritualità di quest'ultima tramite i culti zoroastriani,  più noti con  il  nome di culti mitraici. Zoroastrismo, che ha indubbiamente influenzato, con la propria concezione del mondo,  anche il Cristianesimo. Ed ancora, la cultura persiano araba ha prodotto degli studi molto avanzati nel campo dell’algebra,   e dell’astronomia. Per non parlare poi della produzione di  preziose opere d’arte e di architettura di epoca più tipicamente  musulmana.



Come, allora,  non innamorarsi dell'Iran anche guardando i suoi fiori, i suoi deserti, per non parlare poi della sua gente fiera, gentile ed ospitale.

Aspetti pratici
Sicché, giá ad Ottobre 2017, avevo realizzato  una pianificazione piuttosto dettagliata sui posti da visitare ed esaminato gli aspetti logistici principali. Il periodo prescelto è stato quello di Aprile 2018. Questo, infatti,  è il mese ottimale per andare in ragione  del clima mite. Infatti, sia d’estate che d’inverno, le temperature sono molto pronunciate. E poi Aprile viene appena dopo le feste iraniane di Marzo note con il nome di Norouz, l’ equivalente del nostro ferragosto, periodo in cui è tutto chiuso e tutti gli iraniani si spostano. Per questioni di tempo limitato l’itinerario é stato quello basico centrato sulle cittá aventi la maggiore concentrazione di opere d’arte ma non è mancata una puntata in pieno deserto, giusto per assaggiare anche un po d’avventura. Tutti gli spostamenti, specificamente voluti con bus di linea per raggiungere le varie cittá,  sono stati pianificati per essere di ragionevole entitá, ovvero non più di 5 ore massimo. E la scelta del mezzo pubblico in andata e del rientro a fine giro via aerea  è stata intenzionale per avere il massimo  del tempo per visitare e per avere il contatto  con la gente. 
Nella carta sottostante in rosso l'andata via terra ed il rientro in azzurro via aerea.



Una volta deciso l’itinerario ho voluto assicurarmi un biglietto aereo con congruo anticipo per ottenere tariffe ragionevoli ed ho utilizzato Alitalia per le tratte Torino Tehran via Roma e ritorno. Per essere certo di una sistemazione per dormire, confortevole ma anche senza tanti fronzoli, mi sono rivolto ad un’Agenzia su internet che serve proprio l’Iran, di nome Apochi (https://apochi.nl/). Senz’altro utile per me che ero al primo viaggio in Iran, ma ora che ne so di piú, tenterei il contatto diretto con gli alberghi o utilizzerei l’applicazione Couchsurfing (http://www.viaggiaredasoli.net/che-cosa-e-il-couchsurfing/). E, meglio ancora, per un ulteriore viaggio utilizzerei i contatti locali, per non dire già le amicizie,  che via via mi sono creato nel corso del viaggio e di cui vi darò notizia più avanti. Sempre tramite Apochi ho preso il biglietto aereo interno che mi ha consentito da Shiraz l’arrivo a Tehran per il successivo prosieguo per il rientro in Italia con Alitalia. Ma, anche in questo caso, ho appreso che la compagnia interna iraniana Mahanair, ha un' agenzia che la  rappresenta a Torino. Si tratta della  Arta Travel reperibile ai numeri 0115843469, 3804623607. E' da sottolineare che Apochi per qualunque prestazione, effettua un ricarico pari al 20-30%.
Il resto ce lo abbiamo messo noi, come detto, organizzando i trasferimenti interni con autobus locali, visite ai monumenti e siti vari svolte con le indicazioni della Guida Lonely Planet. Tutti gli  spostamenti nei centri storici si sono svolti a piedi  con l'ausilio di  cartografia off line su Ipad con l’applicazione Ulmon (https://itunes.apple.com/it/app/citymaps2go-mappe-offline/id408866084?mt=8) opportunamente corredata dai punti di nostro  interesse (monumenti, locazione alberghi, terminal dei bus). Cercando in rete ci possono essere anche applicazioni similari per chi non avesse un device Apple. Ciò  mi ha consentito costantemente di sapere dove  ero e dove dovevo andare  senza alcuna necessitá di internet ma fruendo del solo, onnipresente, segnale GPS. Una vera carta vincente in un Paese dove la prevalenza, ma non la totalità,  delle scritte è in farsi! Una volta in Iran abbiamo tentato l’acquisto di una scheda telefonica iraniana, ma il tentativo è andato a vuoto. Probabilmente non é permesso, non siamo riusciti a capire. Tuttavia, in Italia si può sottoscrivere un piano tariffario con il proprio gestore per disporre in Iran di un dato numero di minuti di chiamata, messaggi e traffico dati. In più, oramai tutti gli alberghi in Iran dispongono di una free wifi ed alla sera si possono inviare e ricevere mail e whatsapp per mettersi in contatto con i propri cari. Non c’è stato verso di arrivare in Iran con un minimo di moneta locale, ma abbiamo visto che, almeno nei centri principali, l’euro è benvenuto. Tuttavia, alla fine del nostro giro, oramai  in partenza dall'aeroporto di Tehran, abbiamo anche scoperto che la compagnia telefonica nazionale (Irancell) propone delle offerte di traffico dati ai turisti. 



Il cambio tra euro e Rial Iraniano, per via della forte inflazione, è in continua crescita. Un euro valeva circa 45.000 Rial alla fine del 2017, e quando ho cambiato nell'Aprile 2018 il valore era divenuto 1:60.000. In più, ulteriore complicazione, la gente, per evitare di parlare di milioni di Rial,  si esprime in "Toman", dove  un Toman è pari a 10 Rial.  Allo scopo di consentire la ricarica dei vari devices è stato poi  utilissimo portarsi dietro un paio di doppie spine opportunamente modificate perchè, pur essendo le prese identiche a quelle italiane, non hanno il buco centrale per la terra. Spesso le prese sono quelle adatte a ricevere spine di tipo tedesco. Il visto lo abbiamo fatto al Consolato Iraniano a Milano. Potreste anche farlo direttamente all'arrivo presso uno sportello aperto anche in piena notte, ma è meglio arrivare già con le carte in regola. Vi giro uno dei tanti siti relativo ad ulteriori modalità pratiche con cui pianificare il vostro viaggio in Iran. (https://www.ilmioiran.com/cose-da-sapere-prima-di-andare-in-iran/ )



Le tappe

Mercoledì 4

E’ la cara Elenina, nostra giovane vicina di casa,  a portarci gentilmente in aeroporto. Rapido imbarco da Torino a Roma con a mano i nostri zaini, già reduci dalle campagne in Nepal e Bolivia.


 A Fiumicino facciamo in tempo ad incontrare il fratellino Stefano, in partenza per la sua linea per Boston. Incontro sempre piacevole e che, in questo caso, mi è apparso addirittura propiziatorio, visto che proprio Stefano era stato uno tra i più forti sostenitori della nostra impresa persiana. Viaggio tranquillo ed arrivo a Tehran in piena notte, anzi già alle prime ore del giorno successivo,  dove, un tassista reclutato sul posto, ci fa assaggiare i primi rudimenti  della, direi,  “molto dinamica”  circolazione stradale in Iran. Arrivo all’albergo Pamchal Hotel (http://pamchalhotel.com/en/), semplice ma pulito, e,  come avremo modo di apprezzare successivamente, centralissimo e silenzioso.

Giovedi 5 Aprile

Ricca colazione con formaggio, uova, datteri,  halva ed altri dolcetti, e, naturalmente, Chay, il forte the iraniano. 



Ma per una mia svista nella pianificazione devo tagliare la prevista giornata a Tehran. Se voglio mantenere intatto il programma e le conseguenti prenotazioni alberghiere  è già ora di muovere verso Kashan, la nostra destinazione successiva. Ma avremo modo di recuperare questa giornata infittendo un po' più l'agenda dell'ultimo giorno, di nuovo previsto a Tehran,  prima di ripartire per l’Italia. E dunque eccoci prendere  la linea 1 della metro in rosso (http://www.inat.fr/files/tehran-metro-subway-map.png) dalla stazione di Taleghani a Terminal E Jonoob, da cui partono i bus per Kashan. Interessante esperienza prendere la metro. Innanzitutto la città è servita molto bene e poi le stazioni e le vetture sono immacolate.  Vi sono delle vetture, in coda ed in testa al treno, riservate alle donne.



Il resto delle carrozze sono miste e  comunque separate da quelle delle donne da apposite   paratie. E non c’è stata volta in cui ad Anna, ed anche a me, non ci fosse stato offerto di sedere. E’ ciò perchè, nella cultura iraniana risulta disdicevole che una donna segga vicino ad uno sconosciuto. Naturalmente nelle vetture miste sono passati dei venditori di caramelle mentre, in quella delle donne, l’articolo più trattato è stato il reggiseno. Prendere l’autobus per Kashan è stato facile. Una volta in stazione è bastato dire ad alta voce “Kashaaan” e subito un autista ci ha portato al suo mezzo e poco dopo siamo partiti, raccattando passeggeri per strada con lo stesso efficiente sistema con cui noi avevamo trovato il nostro mezzo, ossia strillando dalla porta.



Il panorama è piuttosto desertico e, per ingannare il tempo, la nostra vicina si ingegna una seduta di manicure migrante.




Arrivati a Kashan all’albergo AmirKabir - gradevole ma un po’ troppo lontano dal centro - molliamo i due zaini e, con taxi, molto economici in Iran, ci facciamo portare nella piazza principale. Sono già quasi le 15 e l’appetito non manca. Ci buttiamo dentro il primo posto che cucinava carne per strada e già l'iniziale  incontro con la cucina iraniana è stato un vero paradiso! Kubidè è il piatto per me. Spiedini di carne macinata di agnello e spezie...





 Iniziamo poi la visita di Kashan con la Madrasa (scuola coranica) e la Moschea di Masjed e Agha Bozorg.















Entrambe i monumenti sono ricchissimi di decorazioni policrome,  di temi geometrici e  di spazi scanditi in modo davvero complesso.

Dopo le 18 il Bazar, sino allora deserto, comincia a ripopolarsi ed iniziamo a prendere confidenza con il tranquillo passeggio per piccoli vicoli coperti senza una meta precisa.



Affascina vedere nella penombra tante merci così diverse: stoffe, spezie, oreficeria, casalinghi, dolci… un tripudio di colori e profumi.









  

























Ed anche l’architettura stessa del Bazar è molto interessante. Ci siamo, infatti, imbattuti nel Khan Amin al Downeh Timche, un caravanserraglio costruito nel 1800 con una notevole cupola che crea un ampio spazio coperto, gradevolmente fruibile per un bel Chay sdraiati su un divano.




 Due passi per la città vecchia mentre attendiamo l’ora di cena e notiamo la presenza di due differenti pomelli per bussare alle porte. 
La ragione era che uno era riservato all’impiego da parte degli uomini e l’altro veniva impiegato solo dalle donne.



Ed arriva l’ora di cena, per cui andiamo all’Abbasi Restaurant, un locale di cucina persiana  collocato presso l’ Abbassian’s Historical House (la carta Ulmon  pone questo esercizio in una posizione  non corretta). Buono il menù, ottimo il prezzo, un po’ meno confortevole, almeno per me, l’uso del divano al posto del tavolino.





Venerdi 6 Aprile

Ripartiamo con bus di linea da Kashan, anche se consci che ci sarebbe ancora qualcosina da vedere. Con poco più di 6 euro in due o tre ore di viaggio arriviamo ad Isfahan al terminal di Kaveh.

https://www.google.it/maps/dir/Kaveh+Terminal,+Isfahan,+Isfahan+Province,+Iran/Kashan+Bus+Terminal,+Kashan,+Isfahan+Province,+Iran/@33.347031,51.1701455,9z/data=!3m1!4b1!4m14!4m13!1m5!1m1!1s0x3fbc3566146cb12b:0x143d370b2b3f7874!2m2!1d51.673961!2d32.7005938!1m5!1m1!1s0x3f9684c209ea5db9:0x956a3ceae5b39cb6!2m2!1d51.4581204!2d34.0028983!3e0?hl=it&authuser=0

Terminal comodamente  connesso al centro città dalla metropolitana tramite appunto la fermata Kaveh. Ma prima di lasciare la stazione degli autobus  compriamo già i biglietti per andare da Isfahan a Khur per Lunedi 9, in modo tale da non avere sorprese. Qualche problemino di lingua (il mio farsi, probabilmente, non è uno dei più fluenti) ma riusciamo ad ottenere quel che ci serve, il tutto condito da rispettive gran risate da parte del bigliettaio e da parte mia.  JJJJ



Molliamo i bagagli in albergo (http://www.etouristhotel.com/home/en). Albergo pulito, personale davvero cortese e la struttura, recentemente ammodernata,  è strategicamente adiacente alla fermata Enqelab della metro di Isfahan. Desidero citare la signora Simona della reception che parla un perfetto inglese  che ci ha edotto su un curioso fatto.

In Iran, infatti,  non ci sono, apparentemente, parrucchieri per signora. I barbieri abbondano, ma di un parrucchiere per strada neppure l'ombra. Ebbene Simona ci informa  che l'acconciatura di una signora iraniana è fatto riservato. I parrucchieri sono in luoghi nascosti,  di esclusivo appannaggio femminile ovvero lontani dagli indiscreti sguardi maschili. 

Ma eccoci pronti ad uscire di nuovo. Oggi è Venerdi, giorno festivo, e, nel pomeriggio,  i giardini Hast Behesht Palace, ricchi di canali d’acqua e di fiori,  sono pieni di famiglie che fanno pic nic,  di adulti che si sfidano sulla scacchiera e bambini che giocano.






 



Mentre siamo lì a guardarci attorno veniamo avvicinati da una signora e da una ragazza. Ci offrono thè e datteri e desiderano accoglierci nel loro Paese.



Lei è una studentessa in management del turismo di nome Fatima che parla un buon inglese  e la signora è sua suocera. Restiamo colpiti dalla gentilezza e dall’ospitalità. E’ il primo incontro diretto con la popolazione, ma sarà non certo l’ultimo. Ovunque siamo andati, infatti, siamo stati accolti con grande calore.
Congedatici con grande simpatia  da Fatima e sua suocera  proseguiamo la passeggiata e ci infiliamo in uno studio di miniaturisti, fratello e sorella  che ci domandano di dove siamo. Italia, Italia! 
http://www.miniatureart.org/

Questa parola suscita sempre una calda accoglienza in tutti i nostri interlocutori. 

Ed allora, caduto il discorso sulla Musica e sul violoncello, il fratello, tira fuori un suo strumento e ci fa ascoltare qualche brano.


Restiamo a chiaccherare in inglese per una buona mezz’ora e proviamo una piacevole sensazione nel trattenerci nella loro bottega così ricca di belle cose. Ed anche loro sono delle belle persone. Vorremmo che anche a loro giungesse il nostro affettuoso ricordo.

La passeggiata prosegue con la visita alla stupenda Moschea dell’Imam, con le sue maioliche azzurre e l’eco prodotto dalla perfezione delle sue cupole,  e dell’adiacente scuola coranica
di Naseriyeh






Impressionante l'eco che si produce in uno specifico punto della Moschea individuato da un quadrato di pietra scura. Esso si produce per la perfezione delle forme della cupola sovrastante.

https://youtu.be/wAD0-8uiPms










Terminiamo il giro nel tardo pomeriggio confluendo nell’ imponente piazza Nasqsh e Jahan, piena di festanti famigliole assise sui prati a fare pic nic, percorsa da simpatiche carrozze trainate da cavalli  e contornata da innumerevoli botteghe di artigiani. Il sole fa scintillare tutte quelle policromie, incantandoti.







 


E non mancano eleganti vetrine con  il prezioso zafferano....



 Ad ogni passo incontriamo persone che chiedono di dove siamo e e se possono farsi un selfie con noi ed, a mia volta, non esito a collezionare questa serie di bei  visi sorridenti. 

Un’accoglienza davvero calorosa!



Anna poi è corteggiatissima, soprattutto dalle donne, che le si avvicinano per vedere da vicino i suoi capelli, la foggia ed i colori del suo vestito.


Per cena andiamo al vicino, e molto particolare,  ristorante Bastani 
https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g295423-d2173617-r174436783-Bastani-Esfahan_Isfahan_Province.html#MAPVIEW
che ci propone un ricco menù persiano, tra cui lo yogurt Koresh, un tipico dolce di Isfahan.

 






Ancora due passi per la bella piazza che continua ad essere popolatissima e che, con la notte, assume un carattere ancora più magico.






Dopodichè, stanchi morti ma soddisfatti di questa bella giornata, andiamo a ninna.



Sabato 7 Aprile


La giornata inizia con un  buon espresso, prodotto molto amato dagli iraniani, di facile reperibilità  e la cui qualità è assolutamente comparabile con quella dei nostri bar.




Per recarci in pieno centro prendiamo verso nord la metro alla adiacente stazione Enqelab e scendiamo alla successiva fermata di Emam Hosseini. Poichè qualche stazione è ancora in via di completamento, la metro è ancora gratuita. All’uscita campeggia il grande caseggiato dell’Università.




Ci infiliamo senza una meta dentro il bazar, Bazar e Bozog,  e ci lasciamo incantare da tutto quello che vediamo attorno a noi.


 

 






Alla fine del giro arriviamo alla bella Moschea di Jameh. Davanti alla Moschea scorgo delle pietre di cui non mi spiego il significato. In seguito ho appreso che nel rito sciita questi oggetti  servono a ciascun credente per essere posti  in corrispondenza della testa che si abbassa sul terreno durante la genuflessione.  
 



Una volta vicini all'ingresso veniamo invitati ad entrare nella sala di preghiera ed Anna deve indossare un mantello ancora più grande. Non pensavo proprio di poter entrare e vedere così da vicino una manifestazione così esclusiva. 











Potete vedere quanto appena descritto tramite il filmato sottostante, ritmato, all'esterno, dal cante del Muezzin.

https://youtu.be/PJhGTiZOltQ

Dopo pranzo andiamo a visitare il Palazzo Ali Qapu che, con la sua spettacolare terrazza sopraelevata,  domina la già nota piazza Nasqsh e Jahan.














Nel tardo pomeriggio ci spostiamo verso il sud della città e visitiamo i tre ponti storici Pol e Si o Seh, Pol e Chubi ed, infine, Pol e Khaju.













Domenica 8 Aprile

La giornata inizia, come ormai di consueto, con un bell’espresso, questa volta fatto in un furgoncino Volkswagen opportunamente riadattato allo scopo.




E mentre consumiamo, inizio a chiedere al giovane intraprendente gestore di questo simpatico baretto mobile qualcosa su sanità e previdenza. Ebbene, l’Iran non è molto differente dai nostri standard. La sanità pubblica è alimentata dalle tasse ed è anche affiancata da quella privata. Le pensioni sono alimentate dal prelievo sullo stipendio effettuato durante tutta la vita lavorativa. Gli anni di contribuzione necessari per fruire di pensione sono 35 e, nei casi di lavori usuranti, scendono a 20.
Visitiamo il Museo delle Arti Decorative. Il posto è bello, i reperti esposti molto interessanti e belli. Purtroppo non è consentita alcuna foto, non c’è un sito in internet, né vi è un bookshop. Pertanto posso solo dirvi che abbiamo visto reperti meravigliosi che spaziavano da tessuti in seta intrecciati con fili d’argento, gioielli in filigrana d’oro, preziosi lavori d’intarsio in legno, armi e completi per toilette finemente lavorati, pregevoli miniature su carta. In particolare ricordo una ciotola in metallo, grande come una zuppiera da insalata, il cui interno era inciso con una spirale con almeno 2 o 300 spire lungo le quali, con caratteri piccolissimi, si inneggiava alla gloria del profeta. Un vero peccato non poter diffondere le immagini di queste meraviglie.
La giornata prosegue con la visita al Palazzo Chehelsotoon, un incredibile palazzo del 1700 destinato alle feste ed agli svaghi dei sovrani di allora.






Ancora incontri con persone che vogliono salutarci. 
Questa volta è un gruppetto di ultrasessantenni che hanno lavorato in Puglia e sfoderano con piacere il loro italiano e che, allegramente, chiaccherano con Anna.




Ma è ora di pranzo, e, nella trattoria Baba Hassan sita  nel Bazar,  prendo la Ghorme Sabzi, un’ottima minestra di carne e verdure. Nel frattempo Anna azzanna una cipolla scambiandola per un finocchio!

😄😄😄






Proseguiamo il pomeriggio con la visita all’interessante Museo Shahi Assar Khaneh, dedicato ad un sito all’interno del Bazar in cui si molivano granaglie per ottenere olio per lampade tramite una grossa pietra ed un ingegnoso sistema di leve.

 





E visto che eravamo già dentro il Bazar, l’occhietto è caduto sulla vetrina di un antiquario  ed abbiamo iniziato ad aiutare l’economia iraniana con l’acquisto di quattro bei lavori in pietra dura.



Acquisto poi di qualche CD di musica locale e caffettino ristoratore presso un elegante bar vicino a Book City su Amadegah Street gestito da un dinamico ragazzo 



Breve riposino e cenetta al buon ristorante Sharazad,






Lunedi 9 Aprile

Oggi concludiamo la visita ad Isfahan recandoci al quartiere armeno, una enclave cristiana situata, e rispettata, da secoli in pieno Iran. Gli obiettivi sono  la Cattedrale di Vank, lì da oltre 400 anni, e l’adiacente Museo di Arte Armena.  La Cattedrale stupisce per la sobrietà degli esterni e la  ricchezza degli affreschi posti all'interno contraddistinto da una  misurata commistione di stili architettonici. Coesistono, infatti, tanto dipinti con sembianze umane del Cristo e di tutta la usuale agiografia dei Santi quanto maioliche in stile geometrico tipico delle Moschee. Reperti questi ultimi che, invece,  invitano a contemplare l'astratta perfezione del Profeta.









Ed anche il Museo è pieno di opere d’arte rse particolari dai caratteri alfabetici armeni. 



Libri miniati, paramenti sacri ed una incredibile miniatura in caratteri armeni riportata su un filo d’oro sottile come, o forse meno, di  un capello, visibile solo al microscopio!

 





Pranziamo nuovamente al Ristorante Sharasad ed alle 14, unica corsa giornaliera disponibile,  ripartiamo dal salone 4 del Terminal di Kaveh di Isfahan con la compagnia di bus Seir O Safar alla volta di Khur. E’ una galoppata di circa 400 chilometri verso Est che ci porta alle soglie del Deserto di Dasht e Kevir. La strada, pur non essendo più una grande arteria, risulta comunque di buona qualità ed i segnali stradali iniziano a indicare chiaramente che siamo in pieno deserto e che ci sono, quindi,  capre e cammelli selvatici!







La musica iraniana, presente in tutte le oltre  5 ore di viaggio,come nelle carovane dei secoli scorsi, ha un profondo effetto ipnotico e come induce al sonno Anna e me. Lo stesso fa con una nostra vicina di posto che utilizza il suo velo nero per farsi agevolmente un indisturbato sonnellino... in camera singola!





Arriviamo a Khur, piccola cittadina al limitare del deserto, quando ormai il sole sta tramontando. Lì, con una cinquantina di minuti di taxi già precoordinato con  Hossein  (proprietario del Barandaz Lodge, raggiungibile via Whatsapp allo 00989133234188, http://www.mesr.info/en/) arriviamo alla frazione di Farandaz. (https://www.google.it/maps/dir/Esfahan,+Regione+di+Esfahan,+Iran/34.095902,54.785523/@33.3115365,52.7902159,9z/data=!4m9!4m8!1m5!1m1!1s0x3fbc35fe8c326799:0x7ab57816ef5837f5!2m2!1d51.6679826!2d32.6546275!1m0!3e0?hl=it&authuser=0  )

Poche case in mattoni di fango nel mezzo di niente, tutte chiuse verso l’esterno per minimizzare gli effetti del vento e del calore,  con le strutture raccolte attorno ad un silenzioso e discreto cortile interno.



Ed ecco la nostra stanza in pieno stile desertico: tappeti per terra, nessun materasso.



Bella cena all’aperto e l’aria inizia a farsi fresca. Menù: minestra di verdure con caglio di latte di capra e pasticcio di carne di cammello e pomodoro. Niente male!




Due chiacchere con Stefan, viaggiatore di Dussendolf e dirigente nel ramo finanziario che si è preso tre mesi di pausa sabbatica con cui abbiamo condiviso il viaggio da Isfahan, e poi a ninna. L’indomani sarà una giornata impegnativa.


Martedi 10 Aprile


Alzataccia alle 5. E’ ancora buio e c'è ancora la luna. L’intento quello di veder nascere il sole nel deserto che farà capolino da dietro delle montagne alle 6.30.



 Usciamo da Barandaz Lodge con un accompagnatore ed appena fuori iniziamo il saliscendi sulle dune.



 E’ freddino ed è difficile camminare. I piedi affondano e la sabbia arriva a metà polpaccio. In salita poi progredire diventa ancora più difficile poiché la sabbia frana e l’avanzamento è davvero minimo.


Facciamo circa un’oretta di cammino ed il cielo inizia a schiarirsi. Ci fermiamo su una duna più alta delle altre ed ecco che dietro le montagne il sole si mostra all’orizzonte spuntando dietro delle montagne lontane. Tutto si rischiara e si riscalda nel giro di poco.

 











Il silenzio è a dir poco assordante. Non c’è vento, non ci sono versi di animali. Tutto sembra immobile. Anche il tempo sembra essersi fermato in questo luogo dello spirito ed in cui perdersi nei propri pensieri...




Il nostro accompagnatore prepara un thè accendendo un fuoco e scambiamo qualche parola ormai in pieno giorno, ma il tono della voce di tutti è basso. Parlare sembra quasi poter disturbare qualcuno o qualcosa. I miei talloni, purtroppo, iniziano a patire pesantemente  l’effetto abrasivo  prodotto dalla sabbia penetrata abbondantemente nella mia calzatura decisamente inadatta al percorso. Per proseguire senza dolore devo slacciare le scarpe e calzarle come delle ciabatte. Con questo trucco mi rimetto in moto.

 Quando rientriamo è giorno pieno, sono appena le otto  e già inizia a far caldo. 



Il resto della giornata trascorre nel cortile del lodge e chiaccherando piacevolmente con Stefan e riordinandomi le foto. 


Anna, dopo colazione,  approfitta per studiare un po' e poi va a  riposarsi in stanza.



E' anche interessante vedere come i padroni di casa trascorrono la loro giornata. Oggi è giornata di visite, probabilmente un parente.



Il che mi da l'opportunità di parlare di una tradizione certamente iraniana, ma anche tanto italiana, specie nel nostro Meridione. Si tratta del Ta'arof  ovvero la convenzione che noi chiamiamo con l'appellativo di "fare i complimenti".  Ma no, prego, prima lei. Ah, mai prima di lei...e così via. Questa abitudine permea buona parte dei rapporti e, talvolta, come da noi, diventa divertente.

E tra un dattero e l’altro per ingannare il tempo facciamo anche qualche giochino di intelligenza, peculiarità che pare essere molto in voga nei locali pubblici iraniani.




Ma arriva finalmente il tardo pomeriggio e, questa, è la volta dell’uscita in jeep per fare un giro tra le dune ed andare a vedere il tramonto del sole.
Appena fuori dalla frazione di Farahndaz si è già completamente fuori dalla civiltà ed i panorami sono davvero mozzafiato.






La passeggiata in jeep, inoltre, mi riporta ai bei tempi delle presentazioni in volo con il mio caro Tornado… Accelerazioni e strapazzi non sono mancati!




Qui un breve filmato del nostro giro nel tardo pomeriggio.

https://youtu.be/fsSsttJzYhM






Rientriamo al Lodge per cena ed abbiamo modo di apprendere via sms notizie del caro amico Bernardo operato in data odierna a Friburgo in Germania. 




L’operazione è andata bene ed il chirurgo non ha incontrato brutte sorprese. Il che ci fa ben sperare per il prosieguo della vicenda.







Rinfrancato da queste notizie, dopo cena, salgo sul tetto del lodge e prendo qualche scatto delle stelle che brillano nel cielo nero del deserto. Sirio, la cintura di Orione, il Gran Carro e la Polare mi augurano la buona notte. Anche oggi è stata una bella giornata che questo bel Paese ci ha regalato.




Mercoledi 11 Aprile


Altra alzataccia. Il bus da Khur a Yazd, infatti, è alle 7 di mattina e, quindi, alle sei già dobbiamo lasciare  Barandaz Lodge. E’ lo stesso taxi dell’andata ad accompagnarci su una piccola stradina che collega appunto Farahndaz con Khur. E mentre siamo li che ciondoliamo assonnati ecco che ci ridestiamo immediatamente per la inattesa presenza di cammelli sulla strada.


 
L’autista ci dice che sono dei cammelli che hanno un padrone, ma sono assolutamente liberi di girare e pascolare dove vogliono. 


Ci facciamo le nostre brave 4 ore di bus ed arriviamo a Yazd.

Ecco in blu il percorso:

https://www.google.it/maps/dir/Farahzad+Road,+Isfahan+Province,+Iran/Yazd,+Regione+di+Yazd,+Iran/@33.0182945,53.7548334,8.75z/data=!4m14!4m13!1m5!1m1!1s0x3fa04aca1e30def9:0x7b7ab775324c975a!2m2!1d54.7927312!2d34.0856122!1m5!1m1!1s0x3fa61993035b2a91:0x5d92a19dd7d4a10c!2m2!1d54.3568562!2d31.8974232!3e0?hl=it&authuser=0

Con qualche difficoltà  spieghiamo a gesti  all’autista di un taxi locale l’indirizzo esatto,e, poco dopo,  arriviamo, con qualche risata, finalmente in albergo a Yazd.  L’autista, infatti, come prima fermata, voleva lasciarci ad un deposito carburanti, e, come noto, trattasi di struttura poco idonea al soggiorno. Buona doccia finalmente in albergo, quello vero,  e via a mangiare qualcosa in città.

 Il Zanbagh Hotel, belle le strutture e personale cortesissimo, http://zanbaghhotel.com/EN/, anche se, purtroppo,  un po’ lontano dal centro storico.



Pranziamo nei Giardini di Bag e Dolat Abad, parco che circonda un bel padiglione settecentesco. Il caldo inizia a farsi sentire. Notiamo che questi giardini, ancorchè sempre belli, sono un po' meno curati di quelli visti sinora.







Forti del nostro Ipad ci inoltriamo a piedi per vicoli silenziosi.



E percorriamo il tratto di strada che va da Bag e Dolat al Museo dell’Acqua. Quest'ultima  struttura consente di capire come la civiltà persiana, da oltre 3000 anni, abbia sapientemente gestito le proprie risorse idriche per irrigare campi e giardini. Si tratta di una rete di canali sotterranei, detti Qanat,  che intercettano e distribuiscono il prezioso liquido verso  buona parte del paese desertico ancora oggi.





 





Come avete visto dalle immagini proposte prese nel Museo dell’Acqua, tocchiamo con mano i rischi, l’ingegnosità  e la gravosità del lavoro per scavare un Qanat.

Ma Yazd ci riserva un’ulteriore sorpresa, appena dietro la piazza principale.




Avete mai sentito parlare di “Zurkhaneh”? Io no, almeno sinchè  non ebbi l’opportunità di leggermi in un bel numero di Meridiani (n.233 del Febbraio 2015) la descrizione  di alcune palestre solo maschili, ma, di recente,  aperte anche alle donne in qualità di spettatrici. Non è uno sport, non è una competizione, ma piuttosto una dimostrazione di prestanza fisica volta alla conservazione degli antichi valori persiani. Per saperne un po’ di più potete leggervi il breve scritto reperibile al seguente link: http://www.lundici.it/2013/08/mete-turistiche-ma-non-troppo-zurkhaneh-a-yazd-iran/

Ma lasciamo spazio alle immagini


Il tutto si svolge all'interno di un'antica ed enorme cisterna utilizzata per contenere l'acqua  ed ora tappezzata di bellissimi tappeti.



L'allenamento è ritmato da tamburi e canti e consiste in una serie di faticosi esercizi, collettivi ed individuali,  dapprima a corpo libero e poi con l'uso di pesanti attrezzi, alcuni dei quali,  fatti velocemente  volteggiare nell'aria con estrema leggerezza. Il tutto è intervallato da vorticose rotazioni in grado di mettere alla prova l'equilibrio di chiunque. 




 









Ecco poi un paio di brevi video che ho fatto e che danno l'idea della bravura degli atleti:

https://youtu.be/0a3l6_Kr2p8

https://youtu.be/kkRR8vcjCHI



Ed alla fine della performance non può  la foto di rito. Anna circondata dai bei giovanotti....



In questa incredibile occasione incrociamo Mahsa, giovane guida iraniana che stava accompagnando un gruppo di francesi a conoscere lo Zurkhaneh. Mahsa, che parla un buon francese ed è innamorata dell’Italia,  è un buon riferimento per un successivo viaggio in Iran. Di seguito i suoi riferimenti: Mahsa Fsaghiri, whatsapp 00989363950410, fsaghiri@yahoo.com

Ma la giornata è stata lunga e piena di intense emozioni. Solito squisito Kubidè e poi ninna.


Giovedi 12 Aprile

La giornata inizia con la visita al sito di culto zoroastriano di Atashkadeh. Il monumento è circondato da un bel giardino e ci sono delle ottime  spiegazioni in inglese. Apprendo con stupore che questo antico  culto preislamico, nato almeno 1000 anni prima di Cristo, abbia di fatto nutrito le radici dello stesso  cristianesimo per molteplici aspetti. Infatti, secondo entrambe le religioni, l'esistenza è costituita da una eterna lotta tra il bene ed il male. La vita è concepita come un ciclo e chi semina il bene od  male ne riceverà prima o dopo le conseguenze. Questo culto, divenuto religione di stato durante l’epoca Achemenide, ha talmente segnato le sorti di questa dinastia da divenirne addirittura il simbolo, ricco di significati di seguito esplicitati.





Ed all’interno del tempio arde una fiamma sacra che pare si accesa dal 470 dopo Cristo.




Proseguiamo la visita in città andando alla splendida Moschea di Masjed e Jameh del 1400 che già da lontano mostra i suoi due alti minareti. 




La costruzione è completamente ricoperta di meravigliose maioliche azzurre e turchesi recanti, nella tipica architettura islamica, solo complessi motivi geometrici o riproduzioni dei versetti del Corano. All'esterno balaustre di alabastro e l'interno, invece,  è ricoperto di meravigliosi tappeti.










Un autentico paradiso poter fotografare colori, geometrie, persone, situazioni. 

La Moschea nasconde sotto di sè un profondo Qanat che, ovviamente, siamo andati a visitare.






 Pranzetto all’interno del Bazar  in posto frequentato solo dai locali e poi ancora peregrinazioni senza una meta fissa per i vicoli di Yazd.





Impressiona vedere l’alto numero di badgir. 



Il badgir, detto anche torre del vento,  è una sorta di ciminiera che in passato, ed anche ora, intercetta la più flebile bava di vento per dirigerla  nelle stanze sottostanti dopo un ingegnoso processo di raffreddamento. A tal proposito risulta interessante la lettura del link sottostante che descrive nel dettaglio il funzionamento del badgir. (http://www.studiobioarch.it/public/News/200661141024_TORRI%20A%20VENTOdaniela.htm. )




Ma siamo ormai al tardo pomeriggio, la giornata calda  inizia a farsi sentire. Avanziamo pigramente lungo un viale alberato quando la nostra attenzione si appunta su qualcosa. Si tratta di un funerale…


Fotografiamo con una certa circospezione il corteo che si snoda con bandiere e canti, tutto sommato festosi.  E poi la bara non è sul carro funebre, bensì incrociata prima senza nessuno vicino ed  in mezzo alla strada.


Non vorremmo essere invadenti o poco rispettosi nei confronti dei parenti del defunto. Ma certo è motivo di grande curiosità cercare di sapere come questa cerimonia si svolga, quali siano le usanze ed il significato dei vari simboli.


Anche perchè, poco dopo il passaggio del corteo vediamo i partecipanti allegramente a chiaccherare in una piazza. Ma che strano funerale!

Ebbene, il mistero ci verrà  svelato in seguito  da Aida, una ragazza iraniana che avremo modo di conoscere con altri splendidi amici, qualche giorno dopo a Tehran. La cerimonia non riguarda un decesso reale ma, piuttosto,  è una  ricorrenza religiosa che ricorda la morte violenta di uno degli Imam del Profeta con la propria famiglia per mano di un prepotente.  Laddove l'Imam, per capirci,  può essere inteso come  l'equivalente di uno dei nostri dodici apostoli.  Ebbene in questa ricorrenza, nota con il nome di Tasoua ed Ashoura,  è consuetudine che  ogni mussulmano credente ricordi  questo sacrificio ingiusto facendo generosi atti di  beneficenza. La simbologia di quanto osservato è di seguito chiarita: la grande  bandiera nera reca la scritta rossa "Ya Hossein", che è proprio il nome dell'Iman celebrato. I drappi colorati vogliono rappresentare i seguenti stati dello spirito: il nero significa lutto, il rosso il sangue e l'oppressione mentre il verde la purezza e l'innocenza. Ed, infatti, la piccola bara verde sta a  rappresentare il candore del figlio di Ya Hossein ucciso anch'egli nella vicenda sopra citata. Una interessante spiegazione ed, in più,  del tutto inattesa. Per fortuna che, per la gentile cortesia di Aida, ne siamo venuti a conoscenza altrimenti non  avremmo certamente capito nulla.


Ma il vero fine di questa non casuale passeggiata sta ormai per venire a galla. In mattinata avevo intravisto un negozio di vestiti da religioso ed è lì, nonostante le proteste di Anna,  che volevo arrivare. Volevo comprarmi un mantello ed un turbante da Mullah!
E' un attimo. Vengo fatto accomodare nella piccola bottega e mi ritrovo addosso un ampio mantello marrone circa della mia misura  e subito dopo il sarto tira fuori da un armadio un lungo  telo bianco. 


L'omino esce per strada con un suo collaboratore ed inizia a piegare sapientemente quel telo sino a renderlo delle dimensioni di una fascia alta una spanna. Quindi, con maestria, inizia ad avvolgersela attorno al capo sino a formarne un turbante. Una procedura che occorre davvero saper fare, tant'è che questo copricapo ha viaggiato trattato con tutte le attenzioni durante il viaggio affinchè non si rovinasse! Ed è ancora intatto, custodito e preservato in un angolo dell'armadio dei miei vestiti.


 





E dopo questa attenta preparazione ecco, come in una sfilata di moda, il risultato finale!



Sono o non sono un perfetto "Rohanì" (religioso)?


Ma Yazd  ci riserva ancora un' altra bella sorpresa. Oramai il sole era quasi del tutto tramontato e ci avviamo a cenare in un bel ristorante la cui sala da pranzo era sita sul tetto regalandoci un'inattesa e splendida  vista della città.








Rientriamo in albergo per andare a ninna ma non prima di esserci fatti un selfie davanti alla Moschea di Masjed e Jameh, ammantata di illuminazione azzurra.





Venerdi 13 Aprile

E’ ora di lasciare Yazd e muovere verso Shiraz. Partiamo dal Yazd Bus Terminal (https://goo.gl/maps/ELZs9RQQZZn) appena a sud  dell’aeroporto con la compagnia Ham Safar (http://www.hamsafarco.ir/) con un bus comodissimo. Il sito di questa compagnia è in farsi ma con l’aiuto del traduttore Google diventa almeno comprensibile. In ogni caso noi avevamo acquistato già la sera prima i biglietti on line tramite l'aiuto delle gentili ragazze alla reception dell'albergo Zanbagh. Ragazze , di cui purtroppo non ricordiamo il nome,  ma certamente ricordiamo che  entrambe sono "proprietarie" del simpatico gatto nero  Zogolù (carbone) che frequenta i dintorni dell'albergo.


E perchè, se non era per  loro,  saremmo allegramente ripartiti verso Shiraz  senza i passaporti rovinandoci la vacanza. Non finiremo mai di ringraziarle! In Iran, infatti, i documenti sono trattenuti dall’hotel sino al momento del check out. Il viaggio, di circa 6 ore,  si snoda attraverso un panorama diverso dai precedenti.

https://www.google.it/maps/dir/Yazd,+Regione+di+Yazd,+Iran/Shiraz,+Fars,+Iran/@30.7386587,51.9552455,8z/data=!3m1!4b1!4m14!4m13!1m5!1m1!1s0x3fa61993035b2a91:0x5d92a19dd7d4a10c!2m2!1d54.3568562!2d31.8974232!1m5!1m1!1s0x3fb20d0c8c85f2e3:0x6d0c5b8aef6b4cf6!2m2!1d52.5836982!2d29.5917677!3e0?hl=it&authuser=0


Passiamo attraverso montagne molto alte e molte delle quali ancora innevate. 


Qua e là qualche paesino con l’immancabile moschea dalla cupola in colore sgargiante.









Il viaggio è lungo e c’è chi inganna il tempo dedicandosi alla lettura


E chi alle relazioni internazionali. Facciamo infatti conoscenza con la piccola ed affettuosa Shastì, che viene ad accarezzare i capelli di Anna e ci offre generosamente la sua frutta secca.




Non parla inglese ma ci fa sentire tutta la sua gentilezza del suo giovane animo. Prima di scendere volevamo   ringraziarla con un pensierino, ma non possiamo offrirle altro che un piccolo braccialetto di corda acquistato in un viaggio in Bolivia e da noi  usato per personalizzare un nostro  zaino. Peccato, avremmo voluto avere ancora sue notizie di lei e della sua vita. Ci auguriamo per lei ogni bene. Scendiamo a Karandish bus terminal (https://goo.gl/maps/XAa5xLFNcuA2) ed arriviamo all’Atlas Hotel (https://goo.gl/maps/5y8BQhguJBH2),purtroppo un po’ lontanino dal centro, ma anche in questo caso, dotato di personale molto gentile. Dopo una doccia eccoci di nuovo in giro per visitare la Tomba di Hafez, il più grande poeta persiano vissuto nel 1300 dopo Cristo. E’ venerdi, giorno di festa, ed  i giardini del monumento traboccano di gente. Ci viene richiesto quasi ad ogni passo, con grande cortesia, da dove veniamo e se è possibile farci un selfie insieme.

Il giardino è pieno di fiori e di fontane. 







La tomba, in marmo, reca incisi i versi scritti dal poeta stesso.
Proseguiamo a piedi verso la fortezza di Arg e Karim Khan una struttura caratterizzata da una possente cinta muraria.






All’interno un giardino di agrumi e gelsomini che emanano un profumo buonissimo.




 Una delle torri di questa fortezza risulta piegata in quanto la cisterna su cui poggiava ha ceduto. 
Sempre all’interno di questa struttura c’è un piccolo hamman le cui condizioni di luce  ci consentono di fare qualche scatto ardito.





Cena all’ottimo ristorante Sharzeh e poi ninna. Anche domani sarà una giornata piena.


Sabato 14 Aprile

Gran giorno oggi. La dinastia Achemenide ci attende. Visti i tempi un po' compressi decidiamo di prendere  un taxi tutto per noi per l’intera giornata. L'itinerario sarà Pasargade, prima capitale dell’impero achemenide, le imponenti tombe imperiali di Naqsh e Rostam, le pareti scolpite di Naqsh e Rajab ed, infine, la prestigiosa Persepolis una delle capitali dell’impero persiano  successiva Pasargade. Il tutto si trova in una zona a circa un’ora, un’ora e mezzo di macchina a Nord Est di Shiraz. Anzi, ad essere precisi, provenendo da Yazd ci si passa davanti. Ed allora, in previsione di viaggi successivi, mi sono procurato l’indirizzo di un ottimo albergo situato proprio all’entrata degli scavi di Persepolis rendendo non più necessario dover arrivare a Shiraz per dormire. Arrivando di pomeriggio conviene fermarsi qui, dormire e poi  vedere tutti gli scavi dei quattro siti sopra citati, per poi proseguire per Shiraz. L’albergo, molto bello,  è il Persepolis Apadana Hotel (http://appadanahotel.com/en/index.php).
Noi, però, con il nostro bravo autista Mohsen Ghafari (su whatsapp 00989371509911), prossimo a laurearsi in ingegneria elettronica, da Shiraz arriviamo direttamente a Pasargade (https://www.google.it/maps/dir/Shiraz,+Fars,+Iran/Pasargadae,+Pasargad,+Fars+Province,+Iran/@29.8912101,52.7921537,76585m/data=!3m1!1e3!4m14!4m13!1m5!1m1!1s0x3fb20d0c8c85f2e3:0x6d0c5b8aef6b4cf6!2m2!1d52.5836982!2d29.5917677!1m5!1m1!1s0x3fae70e04ed81c0f:0x25ab2f9df94cf1f4!2m2!1d53.1671781!2d30.1939354!3e0).

 Il sito non mostra molti edifici ancora in piedi. Tuttavia vale una visita perché mette comunque di fronte alla grandezza dell’impero persiano (http://pasargadae.info/en/). La Tomba di Ciro il grande, così semplice ed austera, il Caravanserraglio (di epoca molto successiva) con i suoi blocchi di pietra, l’imponente Torre di pietra la cui facciata è ancora verticale, il Palazzo delle Udienze e tanto altro…






Durante il percorso ci siamo mossi a piedi anche se sono ampiamente disponibili navette elettriche e mountain bike di ogni tipo da affittare.




 Per motivi di tempo non ci siamo spinti sino alla cittadella fortificata di Tall e Takht, ma abbiamo visto tutto ciò che c'era da vedere.  La nostra visita, poi, ha avuto una guida speciale. Un uccellino molto gentile che ci ha dato accurate spiegazioni.



E proseguiamo per un altro posto surreale. Le tombe rupestri di Naqsh e Rostam (https://goo.gl/maps/bNJWYHWw1yN2) Sono le tombe di quattro imperatori persiani scavate nella roccia, a tutt’oggi, impressionanti per le dimensioni.

 



 




Un monumento che lascia davvero senza parole, anche perché avvolto nel silenzio.
Ulteriore spostamento verso Naqsh e Rajab (https://goo.gl/maps/QX1aPJsa6S62) con i suoi bei bassorilievi non visibili dalla strada




Pranzetto in trattoria locale in compagnia del nostro autista e poi gran finale…. Persepolis! (https://goo.gl/maps/QPVifndx7xE2)

Costruita nel 500 avanti Cristo fu via via ampliata dai vari imperatori che la hanno abitata. Le vestigia imponenti, molte delle quali ancora in posizione, danno una buona percezione delle dimensioni e  dello sfarzo di questa città. Giova vedersi il filmato qui accluso (https://www.youtube.com/watch?v=3fdJNjF0lcY)che consente un tour virtuale della città così come doveva essere all’epoca  e poi passare alle foto.









 







Torniamo a Shiraz nel tardo pomeriggio dopo aver trascorso una giornata meravigliosa. Una rapida cena e rientro in albergo non dopo aver fatto qualche scatto particolare.

Riuscite a vedere l'intruso?





Domenica  15 Aprile

Oggi, dopo tanto bello non possiamo far altro che girare pigramente per la parte vecchia di Shiraz senza una meta. Ci godiamo pigramente le siepi di rose ed il cielo blu 




e sia per pranzo che per cena ci infiliamo nel  simpatico coffee shop anni 70 “ Cafè Arg” (https://goo.gl/maps/4zH9x2G6FYG2)



Dove ci prendiamo un bel Chay zuccherato con i caratteristici stecchi con lo zucchero cristallizato e lo zafferando ed il caratteristico gelato Faloodeh, fatto con filamenti vegetali.




Entriamo  anche nel Vakil Bazar (https://goo.gl/maps/EVmLCF35Lj82) e ci riempiamo ancora gli occhi di colori, profumi e dell’abilità degli artigiani.
















Ma ecco che arriva sera. Un volo Mahanair ci riporta a tarda sera da Shiraz a Tehran.



E durante il viaggio mi leggo con molta attenzione  le ultime notizie.
😃😃😃




Lunedi  16 Aprile

Ed eccoci laddove tutto è cominciato: siamo di nuovo a Tehran. La giornata, per recuperare quanto perduto il primo giorno,  sarà molto piena. Il piano prevede come prima destinazione  la visita al Museo della Cultura Iraniana. Piove ed allora prendiamo un taxi ma assaggiamo per bene il congestionato traffico della capitale... Ma la pazienza è la virtù dei forti. Mentre siamo in fila per prendere i biglietti, con Anna commentiamo con un po’ di rammarico sull’unico giorno di tempo cattivo. E mentre disquisiamo di meteorologia il ragazzo che era davanti a noi si volta ed, in perfetto italiano e con un gran sorriso,  ci dice: “Ma per gli abitanti di Tehran questa è una bella giornata, piove!”. E così attacchiamo a chiaccherare e viene fuori che Siamack Tofigh (whatsapp 00393512471627, siamack.tofigh@gmail.com )ha fatto i 4 anni di DAMS (Disciplina delle Arti, Musica e Spettacolo) a Roma. Stava accompagnando due turiste italiane nello stesso Museo in cui stavamo per entrare anche noi. Quale congiunzione migliore per conoscere  un futuro accompagnatore! Per cui scambiamo due parole e seguiamo, sia pure di lontano, il suo giro. Sarà nostro piacere rivolgerci a lui ed indirizzare altri che vorranno intraprendere un viaggio in Iran. Ma ora guardiamoci le  ricchezze in questo Museo!










Si tratta di reperti in prevalenza preislamici provenienti da Pasargade e Persepolis, per cui pienamente in linea con la visita di qualche giorno prima.
Intanto facciamo una ulteriore  conoscenza con l’estesa rete metropolitana di Tehran. Tante linee, la città più che ben servita, non una sigaretta  per terra, non un odioso graffito sui muri o sulle vetture. La mia città natale, Roma, dovrebbe apprendere….

Purtroppo troppo spesso in Italia abbiamo inteso il concetto di libertà come assenza di regole. In realtà questo stato di cose è solo l’affermazione del più prepotente. Ma questo discorso ci porterebbe molto lontano.

Rapido passaggio in negozio di cartografia (Gita Shenasi, https://www.google.it/maps/place/Gitashenasi+Geographical+and+cartographic+Institute/@35.7009792,51.4065071,16.25z/data=!4m5!3m4!1s0x0:0x2f002a1598fd7ff7!8m2!3d35.7003136!4d51.4082479)  per acquistare due carte identiche in farsi ed in inglese per future pianificazioni e poi…Museo dei Gioielli (https://goo.gl/maps/LkKMQqm4UHN2)

Purtroppo nel caveau della Banca Centrale Iraniana, dove appunto si trova il Museo, non si possono fare fotografie, si è perquisiti  ed occorre addirittura consegnare anche i libri. Ma queste lungaggini valgono bene la pena di essere tollerate. Non immaginate nemmeno quello che i miei occhi hanno visto.










 Per darvi un ulteriore assaggio vi invito a vedere il filmato qui accluso, resterete senza fiato. https://www.irancultura.it/turismo/attrazioni/attrazioni-tehran/museomuseo-del-tesoro-nazionale/.


Ancora un rapido passaggio al grande bazar di Tehran per le ultime compere e poi un ultimo, e del tutto inatteso,  fuoco artificiale  in terra iraniana. Partendo dall’Italia, infatti, la nostra amica iraniana Narges ci aveva inviato a telefonare ad Aida, una propria parente residente a Tehran. Telefonata che abbiamo fatto in mattinata  ed, in esito alla quale, avevamo invitato Aida e suo marito Hamed a cena.




Ebbene le cose sono andate in modo totalmente diverso. Aida ed Hamed non solo ci sono venuti gentilmente a prendere, ci hanno portato in un lussuoso locale ed, insieme a loro simpatici amici, sono stati loro ad averci ospitato in tutti i sensi. Con la loro simpatia, con la loro generosità, con la loro gentilezza, il loro perfetto inglese  ci hanno davvero aperto le braccia consentendoci di trascorrere una gradevolissima sera e, più ancora, una preziosa esperienza di vita. Ringraziamo ancora Aida, Hamed, Fatemeh, Nona ed Alì, nostri gentili ospiti. Sarà nostro piacere poter ricambiare l’ospitalità in Italia di queste care persone.





Martedi 17 Aprile

E' piena notte e la sveglia suona impietosa. E' l'ora di riportarci all'Aeroporto Internazionale Imam Khomeini. Il volo Alitalia decolla alle 4.15 ed è prendersi tutto l'anticipo necessario. In circa 5 ore siamo a Fiumicino.
Ciao caro Iran. Ci hai affascinato con la tua bellezza, con la tua raffinatezza, lasciandoci un segno nell'animo.


Conclusioni

Il viaggio in Iran si è dimostrato un soggiorno eccezionalmente bello. La nazione è ricchissima di storia e di arte, incanta con il suo artigianato ed il suo ottimo cibo. Tuttavia, trovo che il capitale più grande sia costituito dalla gente, dotata di non comuni doti di ospitalità e gentilezza. Abbiamo girato a qualunque ora del giorno e della notte e  ci siamo sempre  sentiti ospiti graditi. I servizi ci sono e sono efficienti ed, a dispetto della difficoltà costituita dalla lingua, ci siamo mossi a nostro agio con l'aiuto delle persone permettendoci così un contatto diretto con il Paese. Per queste ragioni penso di intraprendere un successivo viaggio alla scoperta di lati della cultura e del paese in cui non ho avuto il tempo di imbattermi.


Libri letti in preparazione del viaggio


  • "Shah-in-shah" di Ryszard Kapuscsinky, Ed. Feltrinelli, 2010;


  • "Diario Persiano" di Anna Vanzan, Ed. Il Mulino, 2017



PER  LEGGERE  DI ALTRI VIAGGI