martedì 6 novembre 2018

Archeologi subacquei in visita a Torino Novembre 2018

Ed ecco arrivare la fine di Ottobre, periodo in cui mi ero ritagliato del  tempo libero per invitare a Torino gli amici che avevo conosciuto durante il Corso di Archeologia subacquea questa estate a Gioiosa Ionica.



E’ arrivato per primo Gerardo il 30 ottobre, giorno del mio 62° compleanno. 



La cena di arrivo  è stata arricchita da  fine pasticceria napoletana portata da Gerardo costituita da babà, sfogliate e…pasticciotti, gustosissimo prodotto della pasticceria leccese. 





Il giorno dopo, pioggia a dirotto e quindi l’unica via di fuga è stata buttarsi alle terme. A Torino infatti  c’è un bellissimo stabilimento ricavato in pieno centro da un palazzo ottocentesco, noto con il nome di QC Terme. Da fuori non si vede nulla ma dentro è davvero un paradiso!
Ovviamente ci siamo fatti tutti i giochi d’acqua possibili: cascata d’acqua, bagno turco, sauna, vasca calda all’aperto e così abbiamo trascorso un bel pomeriggio in barba alle precipitazioni.







Giovedi 1° Novembre

Ma oramai è il 1° novembre ed anche la banda dei Caon, ovvero Roberta, Guerrino e Camilla - 



lasciato il Regno Austro Ungarico  - arriva in terra sabauda. Piove ancora ed allora passiamo un meraviglioso pomeriggio a chiaccherare  in cucina con il camino acceso ed a scartare i regali  friulani: vino, insaccati, dolci e tanta simpatia!  Spaghetti ai frutti di mare per cena e vino sardo e poi ancora allegra chiaccherata sino alle ore piccole!

Venerdi  2 Novembre

Ed eccoci  all’indomani mattina, pronti a muovere.  Il tempo sembra essere un po' più clemente e quindi partiamo. Prima tappa, un po’inusuale per iniziare a conoscere la città, ma senz’altro ricca di energia: il Mercato di Porta Palazzo. La Porta Romana,




 i colori del mercato della frutta e delle spezie e le incursioni di piccioni burloni a volo radente, 



l’Art Déco del novecentesco padiglione delle carni, 



il moderno padiglione polifunzionale ancora da utilizzare che cela celle frigorifere dell’epoca romana,


 l’allegria del mercato del pesce,




 la confusione di De Marco,



 uno dei più popolari negozi di alcolici della città.


Breve incursione nel Duomo la cui cupola è stata  di recente restaurata




e poi pranzetto che ci porta in Sicilia





E poi tentiamo la visita al simbolo della città, ovvero la Mole, ex sinagoga ed ora prestigiosa sede di Museo. Una visita da non perdere per via dell’ardita spirale che si arrampica internamente alla grande cuspide del monumento e su cui trovano locazione gli stand del Museo del Cinema. Da non perdere neppure il vertiginoso ascensore in vetro e acciaio che scala i 70 metri di asse interno della medesima cuspide ed il bel panorama della città.  



Ma niente da fare. Una lunga fila di turisti preclude ogni aspettativa e quindi, con la complicità di un briciolo di sole al tramonto, optiamo per una visita alla Basilica di Superga.


Nell’andare a prendere la macchina  passiamo a prendere un caffè storico sito nel cortile interno Palazzo Reale,  e l’occhio gradisce la raffinatezza discreta, e  tutta sabauda, di questo esercizio.



Superga  ci concede la vista delle  Alpi  imbiancate dalla neve.



 



E anche il ricordo, qui molto sentito, della squadra del Grande Torino, perita in un incidente aereo nel 1949.


Rientriamo quando il sole cala ma per le 20 abbiamo un improrogabile impegno: la signora Rosy, della trattoria La Bottala di Caselle ci aspetta  con la sua nota pasta e fagioli.  



Una bella e buona cenetta fatta in ambiente familiare che prosegue a casa con chiacchere di nuovo sino a tardi.

Sabato 3 Novembre 

Ma è sabato 2, ed allora oggi è il giorno dedicato ad uno dei più bei monumenti di Torino, ovvero la Reggia di Venaria. Si tratta di un meraviglioso complesso costituito da un Corpo Centrale, un meraviglioso giardino, all’italiana comprensivo di una grande vasca e da enormi scuderie variamente riutilizzate. 



 E non basta: alle spalle del giardino c’è un parco molto curato delle dimensioni approssimative di 10 x 5 chilometri, completamente chiuso alle macchine. Nel 1800 tutto ciò costituiva la tenuta di caccia di Casa Savoia. Purtroppo, già verso la fine del 1800 l’intero complesso iniziò un progressivo degrado poiché i preziosi palazzi  vennero destinati a caserme e quindi utilizzati come  magazzini sino a deperire ed essere depredati completamente. 



Si arrivò agli anni 50 quando qualche genio ben pensò di voler spianare tutto e costruire palazzoni.  Fortunatamente prevalse il buon senso e, successivamente, iniziò un grande lavoro di recupero che ora sta dando i suoi meravigliosi frutti.











Usciamo tutti molto contenti da questa bella visita ma è già ora di affrettarci.  Questa volta Torino ci farà scoprire le sue curiosità sotterranee. C’è, infatti, l’Associazione Culturale Somewhere che organizza percorsi sotterranei di estremo interesse. La città, infatti, affonda le proprie radici su una struttura urbanistica romana. Si è poi sviluppata nella Storia, sviluppo caratterizzato dal rapporto conflittuale con i potenti vicini Francesi. Il rango della città cresce nel 1700 allorchè la Casa dei Duchi di Savoia assume il titolo di Re. Il che comporta un notevole impulso urbanistico regalando alla città una  grande profusione di palazzi storici. Ed essendo anche una città industriale, durante la Seconda Guerra Mondiale ha subito molteplici bombardamenti. Di qui la presenza di numerosi rifugi antiaerei sparsi nella città. Ebbene, con la visita “Torino Sotterranea” in un pomeriggio abbiamo avuto un’idea molto precisa  di tutti questi aspetti.  
Abbiamo visto allora i camminamenti sotterranei percorsi da Pietro Micca, un rifugio antiaereo, un infernotto ovvero uno scantinato che connetteva di solito palazzi nobiliari e celle frigorifere del 1600, non dissimili da quelle romane.








Rientriamo a casa piuttosto stanchi. Il peso di quasi 10 ore di attività si fa sentire. Ma è già tutto pronto: ci attende una buona cena. Avevo dato disposizione al filippino




di preparare un brasato al Barolo e purea di patate accompagnati dalla torta al cioccolato  preparata da Roberta. 


Ancora serata di chiacchiere con camino acceso






ed anche l'inflessibile Marmotta Sabauda è oramai pienamente inserita nell'ambiente dei subacquei




Domenica 4 Novembre

Il giorno successivo i Caon riprendono la via dell’Est. Con Gerardo nel pomeriggio andiamo a vederci due mercatini in città ed il caffè lo prendiamo al bar del Cambio in Piazza Carignano. L'interno è ancora in legno come la vecchia farmacia di cui era sede. Una finestra si apre sulle famose cucine del Cambio il più lussuoso ristorante di Torino.



 E lunedi 5 riparte per Napoli anche Gerardo.



Conclusioni

Abbiamo trascorso dei bei giorni in bella compagnia. Un'esperienza gradevole che potremmo ripetere. 




 

PER  LEGGERE  DI ALTRI VIAGGI


giovedì 25 ottobre 2018

Maratona ed altro ad Amsterdam, ottobre 2018



 


L’ANTEFATTO


Anna voleva fare una maratona da lungo tempo. Un desiderio, quello suo, che poggiava sull’amore per lo sport sin da giovane e che, in tempi più recenti, si è ancor più consolidato per via di vicissitudini personali.
Sicchè Annina, negli ultimi quattro mesi, è partita  ogni giorno armata di scarpette per consumare la pavimentazione delle strade del canavese. Ogni giorno un pezzetto in più di percorso con l’inseparabile presenza di altre due compagne di ventura quali  Claudia e Silvana, pensate, amiche di Anna già dai banchi di scuola, tutte quante motivate a partecipare alla Maratona di Amsterdam prevista per il 21 ottobre 2018.
Già da Maggio erano partiti i primi preparativi logistici (biglietti aerei, bed and breakfast) mentre da Luglio l’allenamento aveva preso una piega più intensa e specifica per sostenere i lunghi 42 chilometri da percorrere lungo i canali.
Ed il tempo è volato. Chiusi gli ultimi aspetti logistici già prima di partire (parcheggio a Malpensa, biglietti trasporti pubblici ad Amsterdam, almeno una visita  al Museo Van Gogh ed un giro in battello) eccoci in aeroporto.








VENERDI 19 OTTOBRE



Bene, ecco le foto segnaletiche delle tre fanciulle, ricercate da tutte le polizie internazionali e sbarcate nelle Fiandre avendo abilmente eluso tutti i controlli. 

                           

Con i  biglietti acquistati tramite il sito https://www.viviamsterdam.it/trasporti/biglietto-gvb-per-i-trasporti-pubblici-di-amsterdam.html?source=popup_gvb
ci spostiamo dal grande aeroporto di Amsterdam (bus 397 sino ad Amstelveenseweg e poi, di li, metro verde sino a Bullewijk).
Tutto facile, avevamo già da tempo pianificato tutti gli  spostamenti.



Questa stazione della metro è davvero vicinissima  al nostro coloratissimo  B&B ZOH visibile sul sito:https://www.booking.com/hotel/nl/guest-house-heesterveld.it.html






 Ma prima di chiudere la giornata riusciamo a fare un salto all’Olimpic Stadium per ritirare i pettorali ed immergerci così nella bagarre della Maratona.




Rientriamo in albergo 



e lì ci mettiamo poco ad organizzare una gustosa cenetta con un menù frugale ma rispondente alle tabelle caloriche previste, con tanto di patate novelle! Il tutto  nel cucinino a nostra disposizione.





SABATO 20 OTTOBRE


Tempo ragionevolmente buono che, fortunatamente ci accompagnerà per tutto il nostro soggiorno. Partiamo allora verso il Centro e ci imbattiamo nel simpatico mercato sito in Albert Cuypstraat (fermata De Pijp, metro 52) dove facciamo volentieri conoscenza con la spiccata attitudine commerciale degli Olandesi e con i loro prodotti caratteristici.







Ho addirittura comprato anch'io un occhialetto impertinente a metà tra il critico d'arte  Philippe Daverio ed il violoncellista  Pablo Casal, articolo  di nicchia e molto  adatto per la caccia alle tardone 😃😃😃




Proseguiamo per il Museumplein, dove fanno bella mostra  svariati importanti Musei. Due chiacchere, due risate e poi preferiamo separarci. Silvana e Claudia scelgono di avere una visione più d’insieme della città, mentre Anna ed io proseguiamo per un sontuoso piatto di pasta, imposto dal menù preparatorio il giorno prima della corsa, presso Pasta Pasta,  sito in Warmoesstraat 49 (http://pasta-pasta.nl/).  



Chiaccherando con  Francesca, la ragazza che ci serve, esce fuori che è di Roma ed è la figlia di un collega di Aeronautica Militare, conosciuto in Accademia 40 anni prima.  Il mondo è davvero piccolo!  Colgo, allora, questa occasione per salutare e ringraziare nuovamente Francesca e suo padre Claudio. 




 Mangiamo ottimamente da Pasta  Pasta  e ci dirigiamo verso il Museo Nazionale Marittimo. La sede è nel prestigioso Ammiragliato della Marina Olandese opportunamente ristrutturato per ospitare una notevole quantità di reperti tra i quali  una replica di una nave degli anni d'oro della marineria olandese in scala 1:1.
Il Museo, un garbato accostamento di antico ed al tempo stesso molto moderno e davvero interattivo, ci ha tenuti impegnati per buone tre ore. Infatti, il grande cortile interno del seicentesco palazzo è coperto con un tetto di vetro e metallo particolarmente bello e funzionale, fruibile anche in condizioni di tempo inclemente.





E, naturalmente, la sezione a me più cara è stata quella dedicata agli strumenti di navigazione antichi.  Devo dire che le spiegazioni sono estremamente semplici e chiare e danno perfettamente l'idea di come gli antichi olandesi navigassero in lontani oceani per raggiungere le loro numerose colonie.











Terminiamo il pomeriggio facendo due passi per la città godendoci le belle architetture di Piazza Dam, di Palazzo Reale e di Magna Plaza, un neogotico edificio adibito ora a centro commerciale. 



Notiamo che la circolazione è ordinata, non mancano ampie zone pedonali ma c’è un’insidia…le piste ciclabili che costeggiano i marciapiedi. Attraversare una strada o anche inconsciamente debordare sulla ciclabile espone pericolosamente il pedone ad un investimento. All’inizio ci siamo trovati non a nostro proprio agio, ma poi ci siamo abituati a vedere dove mettevamo i piedi.

E, nel prosieguo del pomeriggio,  non poteva mancare un fortuito passaggio per un angolo del Quartiere a Luci Rosse.



Qualche impertinente negozietto.. 



e poi le signorine in vetrina. Se ve la devo dire tutta, però, c’era davvero poco da vedere. Forse sarà stato un luogo non particolarmente gettonato, oppure un orario poco consono per  certi aspetti. Le fanciulle che facevano mostra di sè, in realtà, erano delle attempate e piuttosto malandate signore. Avrebbero potuto fare tutto tranne che indurre in tentazione….


Altro piatto di pasta per Anna per imbarcare le ultime calorie previste e poi rientriamo presto in albergo. Questa è la notte della  vigilia d’armi, l’indomani mattina ci sarà la Maratona.



DOMENICA 21 OTTOBRE


Ecco di nuovo riunite le tre atlete, avvolte nei loro vestiti tecnici, con i loro gesti e riti scaramantici, pronte per l’impegnativa prova.




 Pare ci siano ben 16.000 iscritti. Fa freschetto ma non c’è vento e la temperatura è ideale per chi deve correre. Accompagno le fanciulle fin dentro lo Stadio Olimpico e, con una certa emozione, vedo i vari gruppi partire in sequenza finchè tutti gli atleti sono fuori.



 Ed inizia una lunga attesa. Dura per chi corre ma anche per chi accompagna. Ce la faranno le ragazze? Non avranno problemi? Sarà troppo freddo? Farà troppo caldo? 




Altro non posso fare se non seguirle su una bella App che consente di tracciare gli atleti desiderati lungo il percorso. Nel frattempo cosa fare nelle prossime 4 o 5 ore? La risposta è stata andare al mitico Concertgebouw ed ascoltare un Concerto. 





Una vera fortuna, infatti, ascoltare il violoncellista Kian Soltani in una appassionata interpretazione del concerto di Elgar op.85



Terminato il Concerto avevo ancora almeno due ore e mezza da spendere ed allora, vista la vicinanza con il Rijksmuseum, sono andato a godermi la vista di un quadro di Rembrandt che avevo sempre desiderato di vedere, speciale per la luce. 




Ma le tre atlete, oramai, sono coraggiosamente sopravvissute alla durezza della prova e si stanno avvicinando alla zona di arrivo. Tutte e tre terminano la Maratona vincendo la sfida più difficile, ovvero quella con loro stesse, stringendo  i denti e completando così ben 42 chilometri di corsa!





Naturalmente una esperienza così impegnativa segna gli atleti. Non tutti sono in grado di completare la corsa, altri, trascinandosi, arrivano fuori ogni tempo utile, altri ancora soffrono con le ginocchia, vesciche ai piedi, crampi…Di qui l’organizzazione di un vero e proprio centro massaggi defatiganti organizzati all’interno dello Stadio dopo l’arrivo




 Una prova davvero selettiva, per me quasi da marziano,  che necessita di paziente preparazione ed una grinta non indifferente. Provo molto rispetto verso coloro che si cimentano in essa.

Rientriamo in albergo dove ognuna delle atlete ha cercato di recuperare le energie.



LUNEDI  22 OTTOBRE


Recuperate le forze iniziamo quest’ultima giornata ad Amsterdam visitando il bel Museo di Van Gogh, dalle forme tondeggianti. 








La visita è stata particolarmente bella poiché un ottimo sistema di audioguida ha consentito di comprendere i quadri più salienti dell’intera produzione e che hanno segnato la parabola creativa del genio. 













































Dopo questa bella visita siamo ritornati al mercato visto il primo giorno per acquistare un po’ di ricordini. 






Abbiamo infine fatto la felicità di un venditore di formaggio poiché in un attimo tutti noi insieme abbiamo acquistato un totale di quasi 15 forme di formaggio!





E che dire del nostro pranzetto ai banconi di un fornito pescivendolo?





Prima di rientrare in aeroporto abbiamo un ultimo giro per la città: una navigazione con il battello per i canali della città.  Bel giro. Bei palazzi, begli scorci, belle storie






In tarda serata rientriamo in Italia, ben felici dell’esperienza avuta.



CONCLUSIONI



Questa avventura, pur nata per essere sostanzialmente funzionale allo svolgimento della Maratona, ci ha in realtà consentito di apprezzare anche un bel  po’ Amsterdam! E’ una città mirabilmente  ricca di Storia e di Arte, vivibilissima, fruibilissima  e civile. Il tempo buono certamente  ha aiutato  sia le Atlete nella loro impegnativa prova che il buon svolgimento delle varie visite. Ci siamo agevolmente mossi con i mezzi pubblici e l’inglese è tranquillamente parlato ovunque siamo stati. E’ certamente un viaggio da rifare per approfondire gli aspetti che, per il poco tempo a disposizione, non si sono potuti vedere.


E per finire un bel filmatino fatto da Silvana che ricapitola tutti momenti di questa avventura.

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