lunedì 6 febbraio 2023

IL CAMMINO DELLE VALLI , 103 KM A PIEDI, INVERNO 2023

 


Premessa 


Non sono mai stato uno sportivo. Anzi. Fin da giovane, tra una partita di pallone ed una bel piatto di fettuccine o l'ascolto  un bel quartetto d'archi di Beethoven, la mia preferenza è sempre sfacciatamente propesa verso i due ultimi  argomenti.
Tuttavia, stando in Piemonte da oltre 20 anni, regione in cui lo sport nazionale pare essere il camminare, ho cominciato anch'io a zampettare sulla terra.  
Ed nata così la curiosità di fare almeno un pezzo del Camino di Santiago. Gli ultimi 100 chilometri. Già, ma non ci si può inventare di camminare seriamente senza aver fatto il dovuto allenamento. E proprio durante le passeggiate con Anna per i prati attorno casa ci siamo spesso imbattuti in un'insegna recante la scritta "Cammino delle Valli" di  cui non sapevamo nulla. Mi ha allora punto la curiosità, mi sono informato e mi si è aperto un mondo.

L'incontro con Beppe, ideatore e gestore del Cammino delle Valli, è stato illuminante. Questo Cammino è un percorso ad anello che copre una distanza di 103 chilometri utilizzando  sentieri e strade prive di traffico. Tutti posti per i quali sono passato decine di volte nelle vicinanze ma guardando solo davanti al volante senza mai vedere niente. L'escursionismo  a piedi, invece, è un modo di camminare   privo di qualunque competitività, ricco  di tempo di cui godere il bello in cui ci si imbatte. Cammini e non senti la fatica perchè parli con i tuoi compagni di viaggio con cui condividi la bellezza del paesaggio.


I compagni di viaggio

I compagni di questa avventura sono stati Anna e Franco. Proprio con Franco faremo gli ultimi 100 chilometri del Camino de Santiago nella tarda primavera di quest'anno (2023).  




Il modus operandi

 Le tappe, pur rispettando il percorso,  sono state dimensionate sulle mie modeste capacità ed in ragione di aspetti logistici. Le tappe sono state effettuate di mattina e  nei fine settimana con distanze non superiori a  10-15 chilometri per volta.Una volta in pianura abbiamo incrementato un pochino la distanza. Infine, da buon romano quale sono, sempre coronate da un buon pranzetto a fine camminata. Una formula che ha avuto il suo successo perchè in 8 tappe abbiamo completato l'anello.
Il Cammino è perfettamente indicato e, con l'acquisto di una piccola guida reperibile presso l'Associazione La Stella Polare"(https://goo.gl/maps/Lfi66ZQgVytEzF2n7)  a Caselle Torinese, si ottiene anche il percorso GPS. Insomma, non c'è verso di perdersi.
Per chi ama ancora la vecchia maniera, la cartografia adatta è costituita dal seguente foglio unico che raccoglie l'intero percorso. Carta che ho facilmente comprato presso un giornalaio locale.

1° tappa: Caselle-Villanova 14 km 21 Gennaio

Ed eccoci allora alla partenza con tanto di bandana griffata "Cammino delle Valli".


Molto freddo, lasciamo la trafficata Caselle ed appena fuori troviamo un bel gregge di pecore. Iniziano le prime foto ed anche le prime avventure...



I nostri selfie fatti davanti ad un gregge di pecore, infatti, hanno infastidito i due maremmani che sono prontamente intervenuti per  dimostrare il loro sentito dissenso!
Proseguiamo la passeggiata senza altre avventure traversando boschi e prati di cui ignoravamo l'esistenza, pur essendo queste cose, a due passi da casa.







E per corroborare  le stanche membra, a destinazione, ovvero a Villanova,  ci fermiamo  al Ristorante "Al Ponte" per un ottimo pranzetto.
E poi passaggio al Bar Jolly di Villanova per il primo timbro sulle credenziali.


2° tappa: Villanova Germagnano 15 km 28 Gennaio

Ed eccoci di nuovo sul campo. Partiamo di mattina da Villanova. Anche quest'oggi è freschino, ma il sole dopo un po' inizia a scaldare. 

Il panorama si fa più boscoso e costeggiamo il fiume Stura. Lungo questo corso d'acqua incontriamo la cartiera, luogo di lavoro per diversi amici. 

Arriviamo a Lanzo presso cui si trova il Ponte del Diavolo. Il ponte del Diavolo o ponte del Ròch ("pietra" in piemontese) venne edificato nel 1378 con lo scopo di collegare Lanzo Torinese e le sue valli con Torino.

La leggenda del Ponte del Diavolo racconta di come gli abitanti di Lanzo avessero costruito il ponte per due volte e che per altrettante volte questo fosse crollato, lasciando lo sconforto negli abitanti visto il costo oneroso per la costruzione. Il Diavolo, avendo assisto a ciò, si propose di costruire egli stesso un ponte che non sarebbe crollato, ma in cambio avrebbe preso l’anima del primo che lo avrebbe attraversato. Gli abitanti accettarono l’offerta e quando il ponte fu finito fecero passare per primo un cagnolino. Il Diavolo, furioso per l’affronto subito, sbatté con violenza le sue zampe sulle rocce intorno formando le caratteristiche “Marmitte dei Giganti”, visibili ancora oggi dietro la Cappella di San Rocco che si trova all’imbocco del ponte dalla parte di Lanzo.



Franco ci parla della sua gioventù trascorsa proprio in questi luoghi ai tempi in cui c'era molta più acqua sotto il ponte. 

Ed avendo percorso più strada di noi....
  
 

....ci recita una bella poesia.


Già, la vita, talvolta un'ineffabile passaggio di ombre

I tre moschettieri ☺ 

Camminando su sentieri che attraversano boschi di castagni arriviamo infine al traverso di Germagnano. 
Lasciamo quindi il Cammino per chiudere in paese la nostra tappa.


Ed anche a Germagnano ci rifocilliamo egregiamente alla "Osteria di Campagna". Ottimo cibo. Non credo sarà facile dimenticare, oltre al resto,  la generosa dose di zabaione che ci è stata servita 
Il mitico zabaione!!
 e, come da brindisi,  ottima compagnia. 


Ma le avventure oggi non sono ancora finite. Per ritornare alla macchina lasciata a Villanova, prendiamo il treno e tanto la Stazione di Lanzo che quella di Germagnano, sembrano immagini uscite da un libro di storia.






3° tappa: Germagnano - Traves 11 km 5 Febbraio

Oggi pomeriggio è previsto l'arrivo di una perturbazione, per cui anticipiamo la partenza mattutina da Germagnano  dove avevamo terminato la nostra camminata la volta precedente. Camminiamo per prati curati e boschi di castagno senza alcun rumore attorno a noi. 


Incontriamo una vaporosa gattina che viene a darci il benvenuto

Il percorso  transita da Pian Castagna, amena frazione di Germagnano dove osservare la chiesetta di San Pancrazio di epoca settecentesca  e un torchio medievale per vinacce, sconosciuto al pubblico. Pensate a quanta ricchezza c'è in questo paese.




Il paesaggio poi inizia farsi montano.
 Qua e la qualche pino, qualche casetta di pietra disabitata, specchio di un tempo che non c'è più, 

 e poi il sentiero sale  per arrivare sino a oltre 700 metri per arrivare al crinale da cui si vede Traves al di là della valle, nostro punto d'arrivo. Se ci fosse un ponte si arriverebbe in un attimo. Invece tocca seguire un lungo tratto in allontanamento per arrivare al primo ponte disponibile che attraversa la Stura di Viù e quindi, risalire di nuovo verso Traves. Ma ne val la pena. Si attraversano piccole frazioni e di nuovo boschi  di castagni, incrociando possenti condotte d'acqua. Abbiamo anche visto le primule già in fiore ai primi di febbraio! 
                                                





Il sentiero poi, in piccoli tratti è anche abbastanza esposto, ma è fattibile in piena sicurezza. 


Condotte dell'acqua

          
Ed ecco pian piano avvicinarsi Traves. 
Anche oggi, tra salite e discese abbiamo dato!


E con l'arrivo a Traves ecco anche  un bel pranzetto già prenotato il giorno prima presso la Trattoria degli Amici.

Credenziali timbrate a Traves  presso Ristorante Bar Traves

4° tappa: Traves-Ceres 10 km 12 Febbraio

Partiamo anche oggi con una giornata radiosa per la nostra quarta tratta.

Molliamo la macchina a Traves e ultimiamo la vestizione. Sono appena le 8.30 e  questo piccolo paesino, sito a 630 metri,  vede  i più bei nomi dell'alpinismo mondiale sfilare per le sue strade ancora deserte.
  

Inizia la tratta tutta in salita. Il percorso, sino a Pugnetto,  segue dapprima una strada asfaltata per un buon pezzo poi si inerpica nel bosco ancora pieno di neve. 


Temendo il ghiaccio optiamo di permanere dove i piedi possono camminare senza sorprese ed, infine, arriviamo ai 830 metri di Pugnetto. 

In questa località vi sono delle grotte che, però, sono accessibili solo in modo speleologico. Poi il percorso ritorna ad essere un bel sentiero in discesa nel bosco che ci fa arrivare ai 650 metri di Mezzenile.
Colazione al sacco!





Ci imbattiamo nella piccola cappella di San Giuseppe


E poi in un pregevole ponte del 1741 ancora pienamente operativo.






Arriviamo, infine, a Mezzenile, paesetto noto nel passato, per la produzione dei chiodi

Questo strumento serviva per fare la testa ai chiodi


Dopo poco arriviamo al Ponte di Vana, alla periferia di Ceres, anche questo costruito nel 1740.
Stupisce il colore verde dell'acqua cristallina della Stura. Anna ha fatto davvero delle bellissime foto!

 

Terminiamo la tratta dopo circa  10 chilometri
 

E terminiamo le fatiche al Ristorante Tempelier di Mezzenile 

E ci godiamo il sole che, oramai,scalda decisamente il pomeriggio facendo salire la temperatura a quasi 15 gradi!

 
Ed ora un po di foto pazzerelle:


Chi dorme non piglia pesce!

Attenti a quei due: sono due bari!



Due famose guide alpine
Due istruttori rocciatori in servizio presso le Falesie di Roc Picoun

Credenziali timbrate presso Ristorante La Volta Antica a Mezzenile ed al Bar della Stazione di Ceres

5° tappa: Ceres-Chiaves 11,7 km 19 Febbraio

Ricominciamo da dove avevamo terminato la volta scorsa, ovvero lasciandoci alle spalle il Ponte di Vana in vicinanza di Ceres.

Traversiamo Ceres che ci riserva qualche sorpresa inattesa. Sorpresa che riguarda tanto  il palato

quanto la curiosità di sapere

Poco dopo Ceres passiamo dall'altra parte dello Stura utilizzando un interessante ponte in legno 

Dopodichè, iniziamo unpo' di saliscendi ritornando verso Pessinetto. Traversiamo piccole borgate che riportano a situazioni oramai smarrite in città:  un gatto che dorme per strada,
un laboratorio di un falegname, il sentiero contornato da  muretti di pietra, antico retaggio costruttivo.



Ci stupisce vedere quanto secco c'è per terra. Sarà un mesetto che non piove e la terra sembra sabbia. Basta calpestarla e si solleva la polvere. E questo anche nei boschi. Speriamo venga giù un po' d'acqua prima dell'estate o sono guai!

In compenso già ci sono i fiori! 




eppure siamo appena a metà febbraio.
Appena prima di Pessinetto (che giace al di là della Stura) il sentiero inizia a salire sensibilmente. 


Giusto il momento di fare un rapido spuntino prima di iniziare una salita di circa 3/400 metri che ci condurrà a Chiaves

La salita si fa tutta nel bosco, dove incontriamo qualche sparuta casetta di pietra ed una chiesetta del 1700, segno che nel passato questa zona era fortemente abitata. 



Bosco che è molto curato e ben tenuto.




Mannaggia, sta salita non finisce più! In compenso vediamo diversi indizi che parlano della presenza di animali. Il terreno rimosso dai cinghiali e le tracce di capriolo sul terreno.


Tant'è che dopo poco Anna intima a tutti noi un alt. In lontananza vediamo un giovane capriolo traversarci il sentiero. Leggero e veloce sparisce di nuovo nella boscaglia da cui era provenuto. Troppo veloce e lontano per tentare una foto per giunta con un telefonino. Ma ci fa piacere lo stesso di aver fatto questo inatteso e bell'incontro. Ma porca paletta, sono 4 ore che camminiamo, dove diavolo hanno costruito Chiaves! Finalmente la pendenza inizia a mollare e, dopo un incontro con due gnomi locali
riusciamo a raggiungere  la parte vecchia di Chiaves fatta ancora di casette di pietra. 



Arriviamo finalmente al parcheggio in Chiaves dove avevamo lasciato la macchina il giorno precedente.


 Un rapido cambio di canotta zuppa di sudore (e per fortuna che c'era uno straterello di nuvole che schermava il sole!) e via per il Bar Trattoria Italia per il dovuto rifocillamento. 


Ottimo pranzetto! Posticino da ritornare!!  Oggi niente timbri sulle credenziali. Le metteremo a Coassolo nella tratta successiva.


6° tappa: Chiaves-Case Garigliet  12 km 25 Febbraio

 Caffettino propiziatorio al baretto nella piazza di Chiaves ed eccoci alla partenza di questa sesta tappa. Qui, a circa 1000 metri, si domina la piana di Torino che ci appare tutta soporosa, avvolta in un manto  di densa foschia.


Poco dopo aver lasciato Chiaves traversiamo la piccola Borgata Fornelli.Un presepio fatto di case di pietra avvolto nel silenzio. Ci fermiamo nei pressi del lavatoio e notiamo che questo angolo di paradiso è curato da tutta una serie di abbellimenti che rendono il sito davvero accogliente per il pellegrino. 





E' la signora Rita che abita a prendersi cura di questo posto e molto gentilmente ci invita per un caffè. 

Dobbiamo purtroppo andare. E' il destino del pellegrino.



 Ma, magari, torneremo a trovarla con più calma. Poco dopo Fornelli  ci si accoda un bel golden retriever che, tutto felicione, ci accompagna per un lungo tratto. Troppo lungo per essere un normale pattugliamento del proprio territorio. Arrivati a Monastero ci fermiamo e, tra una coccola e l'altra , rileviamo  il numero di telefono sulla medaglietta e facciamo in modo che qualcuno se lo sia venuto a prendere. 


Era il cane Freddy del Rifugio Salvin, lontano almeno una decina di chilometri! Proseguiamo per Coassolo traversando un bel bosco ed un sentiero molto ben tenuto






A Coassolo ci fermiamo a parlare con una coppia di Lanzo propagandando il Cammino delle Valli.

Proseguiamo dopo Coassolo verso l' antico ponte di Mulin Turcin



Sino ad allora il sentiero era stato in discesa ma dopo Coassolo si inerpica per circa 400 metri per arrivare al Pilone del Merlo, una  montagna alta circa 1000 metri.Il paesaggio è bello, ma la salita di 3 chilometri  è tostarella. Ci imbattiamo in una casa nel bosco con le bandierine tibetane. Anna non resiste al richiamo del suo  Nepal che ha sempre nel suo cuore e si precipita a fare qualche scatto alle preghiere scritte sulle bandierine. La religione buddista crede che il vento, facendo sventolare la stoffa, diffonda le preghiere nella natura. Un bel pensiero.



Porca miseria, sta' salita non finisce mai! Ma alla fine arriviamo sulla cima per goderci un po il panorama.




Dopodichè iniziamo la discesa finale verso Case Garigliet dove, il giorno prima avevamo lasciato la macchina. 



Arriviamo in macchina in pochi minuti all'Osteria di Campagna a Cudine(https://goo.gl/maps/CN27MCG7dkKfVs2N8)dove ci attende un buon pranzetto ristoratore.




 E le sorprese non sono finite. Abbiamo il piacere di pranzare con Monica e Paolo, amici che conosciamo da 20 anni, casualmente incrociati nello stesso locale. 

Credenziali: in corrispondenza del lavatoio di Borgata Fornelli troviamo la cassettina per mettere i timbri. Ed ancora: Coassolo: Bar Colorado.
 
7° tappa: Garigliet- Località Baima 16 km 11 Marzo

Ed eccoci di nuovo ai posti di combattimento. Accompagnamo Sandrino in aeroporto in partenza per il suo viaggio in Sud America

e poi via verso l'amiantifera per ricominciare dove avevamo lasciato l'altra volta. Tuttavia, non prima del rituale caffettino consumato presso gli amici della Osteria di Campagna in località Cudine.

E poi via per i boschi. 
Gli incontri simpatici lungo il percorso non mancano. Due grandi cani San Bernardo, le caprette


ed un tronfio tacchino, con la sua odalisca,  che mi ha fatto pensare ad un mio vanaglorioso capo incontrato  mio lontano passato 
 Ed eccoci giunti  alla vicina Corio. E qui  ci fermiamo da Eliana, una simpatica cugina di Anna, che ci accoglie affettuosamente nella sua piccola e curatissima merceria. Anche lei ed il  suo compagni sono camminatori e non sono mancati racconti di lunghe camminate e buone mangiate. 
Ci congediamo da Eliana e riprendiamo il percorso lasciandoci alle spalle piccoli angoli di Corio.
 

Dopo Corio la discesa è oramai finita e camminiamo per dei bei prati verdi e piccole borgate in pace con il mondo.
 







In questa pace riusciamo anche a beccare il decollo di Sandrino verso Parigi, sua prima tratta del viaggio verso il Sud America.
 


Infine, risaliamo un pochino per arrivare all'altipiano del cosiddetto "Poligono". In effetti fino a 40 e passa anni fa questa zona era usata come poligono di tiro e soggetta a vincoli. Ora l'attività militare non c'è più ma lo spazio è divenuto parte di un Parco delle Valli che ne tutela  i tratti selvaggi. 

Ma tra una chiacchera e l'altra si è fatta ora di pranzo ed arriviamo a casa di Claudia e Flavio, nostri amici che abitano in quella zona e che ci avevano invitato per pranzo.  Squisita ospitalità ed affettuosa accoglienza che ci rifocillano ed eccoci pronti per proseguire ancora per prati verso Borgata Baima, distante ancora un'oretta di cammino. Flavio e Claudia ci accompagnano gentilmente per un pezzo con il loro fedele Brenin.


Ancora boschi, ancora prati


Nel frattempo,
 la Primavera inizia a dare i suoi colorati effetti.

Tuttavia, per via di una perturbazione al di là delle Alpi, si alza un forte vento di Foehn . Nere nubi si aggettano dalle montagne verso la pianura che, tuttavia continua a restare al sereno con una temperatura di quasi 20 gradi.




Ed eccoci arrivati dopo quasi 16 km a Borgata Baima, punto d'arrivo della nostra tratta odierna.




Credenziali non timbrate. Beppe ci perdonerà. Ed in effetti non sarebbe stato facile...





8° tappa:  Località Baima- Caselle 18 km 18 Marzo

Oggi ultima tappa. Scaldiamo i motori ed alle 7.30 partiamo dalla Borgata Baima. E' una bella giornata, c'è il sole ma è ancora freschino. I fiori però sentono che è già primavera
Il paesaggio è piano e si cammina bene. Procedendo verso sud est il sole ci bacia il viso per un lungo periodo.

Ed arriviamo in una San Carlo ancora addormentata

dove Anna si rifocilla in un bar nella piazzetta del paese 
in cui riusciamo a farci timbrare anche le credenziali

 

Manteniamo sempre una prua sud est e traversiamo San Francesco per procedere poi sempre per campagne
 
dove ritroviamo vecchie cascine con i muri fatti di ciotoli di fiume, vecchi macchinari del modo agricolo





E trovare nuove e belle attività proprio nei dintorni di casa

E passo dopo passo  arriviamo fin quasi a Leini 

Per poi virare verso Caselle e rivedere l'aeroporto,segno evidente dell' oramai prossimo arrivo.



Coraggio Pellegrini, oramai siamo arrivati. Ecco la nostra ultima tappa.

Ed a  Caselle e veniamo accolti dagli "Amici del Camino" che ci attendevano da dove eravamo partiti 103 chilometri fa'!!


Beppe ci conferisce quindi l'attestato di aver compiuto il  "Cammino delle Valli". 

Ben felici di questa bella impresa dirigiamo verso casa di Franco dove sua moglie Betty ci ha preparato un ottimo pranzo in cui ci siamo stappati una buona bottiglia di Champagne a chiusura di questa impresa.


Conclusioni


Siamo stati davvero fortunati nell'aver avuto notizia di questo Cammino e nell'averlo portato a conclusione. 103 chilometri di una fraterna amicizia tra noi tre. Un complimento a Beppe che ha ideato e realizzato l'idea di questo Cammino. Il percorso è segnalatissimo anche nei punti più solitari e non si può sbagliare. E vale la pena di essere percorso.



Ringraziamenti

Ringrazio Anna per l'aiuto datomi con le sue foto ed il buon Franco per essermi stato di sprone nell'intraprendere questa bella avventura.


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