domenica 13 settembre 2020

LIGURIA 2020



 
Premessa 

Una vacanzina era assolutamente necessaria. Anna aveva lavorato ininterrottamente tutta l’estate ed aveva bisogno almeno di un piccolo intervallo. L’idea era quella di proseguire con l’esplorazione di qualche piccola isola italiana. Qualcuna  delle Eolie, Ventotene, Ustica, le Tremiti. Tutte splendide destinazioni ma con il Covid incombente non mi fidavo a comprare biglietti ed a fare prenotazioni con molto anticipo per poi dover rinunciare  per qualche chiusura. L’esperienza del viaggio saltato in Polinesia, infatti,  era ancora troppo recente per azzardarmi ancora a pianificare con troppo anticipo verso destinazioni piuttosto lontane. Naturalmente avremmo condiviso anche questa esperienza con Franco e Betty con i quali avevamo avuto il piacere già per diverse destinazioni: Provenza, Madeira, Praga, Vienna.

La filosofia di fondo

Tenerci fuori dai residui di turismo di massa, possibilità che ancora poteva presentarsi  agli inizi di settembre alla luce dei lunghi mesi di lock down del periodo primaverile. In più abbiamo anche valutato l’esigenza  non allontanarci a non più di due o tre ore di macchina da casa in modo tale da poter battere facilmente in ritirata nel caso ve ne fosse stato il bisogno. Inoltre, come sempre, volevamo avere la nostra libertà senza essere soggetti ad orari  tipici di una struttura alberghiera. Il tutto mescolato e servito caldo ha  portato alle seguenti scelte:

•Zona di operazioni baricentrata attorno a Diano Marina in provincia di Imperia;
•Silenzioso Agriturismo Casale Filiberto immerso tra gli ulivi su una collina che domina il piccolo golfo di Diano Marina e che ci ha offerto un comodo appartamento per  tutti e quattro;
•Spiaggie libere di ciotoli facilmente raggiungibili;
•In alternativa alla vita di mare potevamo disporre di una nutrita serie di altre destinazioni di natura culturale, alternativa costituita dai numerosi borghi storici dell’entroterra  evidenziati in giallo  nella mappa sottostante.


Venerdi  4 Settembre

Partiamo appena dopo ora di pranzo e in circa tre ore raggiungiamo la nostra destinazione. Saliamo sulle colline dietro Diano Marina ed arriviamo all’Agriturismo Casale Filiberto (sito http://www.casalefiliberto.com/agriturismo/index.html, posizione vedi google maps https://goo.gl/maps/yCvSegAftqAkxyuT7). 



Prendiamo possesso dell’appartamento “La terrazza” di cui apprezziamo la bella vista del sottostante Golfo di Diano


Ed il comodo barbeque sito appunto sulla confortevole terrazza.  Decidiamo di dare subito inizio alle danze e, in un battibaleno eccoci pronti con una bella spigola alla brace a far cena con la bella vista ed il cielo che iniziava a mostrarci tante belle stelle in pieno silenzio.




Sabato 5 Settembre

Lauta colazione in terrazza e, con calma, scendiamo al mare. La destinazione è un tratto di costa lasciato libero da una ferrovia non più esistente ed ora strada pedonale a ridosso della costa. Ci scegliamo un angolino di nostro gradimento (ref google maps https://goo.gl/maps/RJxyXnJbomfn9Uqb8) e, per fortuna senza grandi ammassamenti trascorriamo una buona giornata sotto un cielo blu sfolgorante, contornati dal verde dei pini sovrastanti, entrando ed uscendo da un’acqua davvero critallina.















Menzione particolare spetta ai sassi, protagonisti della spiaggia. Molti di questi avevano inserti tali  da far sembrare un semplice ciotolo un prezioso pacco regalo avvolto  con maestria con nastri di colore diverso.




Ma è già metà pomeriggio. Occorre tornare a casa. Stasera, infatti, abbiamo un piacevole  impegno: dobbiamo vederci a Noli con Barbara ed Enrico, cari amici che vivono a Genova.  Fatto un aperitivino



Ci infiliamo sempre a Noli nel Ristorante La Spiaggia e facciamo un’ottima cena. Finiamo che è già tardi e crolliamo a letto dopo una giornata davvero gradevolmente piena.



Domenica 6 Settembre

Stamattina Giove Pluvio ci ha inviato un cielo plumbeo e, conseguentemente, attingiamo dalla lista numerosi alternati, quello che sembrava avere le condizioni meteo migliori. Ci dirigiamo verso Ovest dove sembrava migliore, superiamo Imperia e, una volta fuori dalla copertura nuvolosa e dalla pioggerellina, prendiamo una stretta strada che ci porta a Lingueglietta.   Qui il tempo sembra essersi fermato. Non si sente un rumore. Le case,   tutte in pietra, sono ammonticchiate l’una sulle altre.










 


I vicoli sono stretti e di certo non consentono il transito di un mezzo a motore. Il monumento più interessante è la chiesa fortezza di San Pietro, edificio romanico del XIII ora adibito a sala conferenze. Il paese è popolato da tedeschi che hanno comprato e ristrutturato in massa e da simpatici gattoni che sono i veri proprietari del villaggio.
 


Questa piccola deviazione è stata particolarmente gradita perché ci ha restituito subito quella pace che avevamo perso infilandoci sull’Aurelia di Domenica. Completiamo il quadro con un ottimo pranzetto nel vicino paesetto di Cipressa presso il ristorante Buona Vita (https://cipressa.com/buonavita/)


Aggiungi didascalia



per poi rientrare nel primo pomeriggio in casa. Ma, poiché le condizioni meteo erano nel frattempo migliorate,  Anna e Franco gradiscono fare ancora un po’ di mare mentre Betty ed io preferiamo goderci la tranquillità della Terrazza. Tranquilla cena a casa e ninna sicuri che l’indomani mattina sarebbe stata una giornata di pioggia.


Al loro rientro mi  diverto con il mio drone Dji Mini, soprannominato "Pipino" per via delle ridotte dimensioni.



se vuoi vedere qualche video clicca qui sotto




Lunedi 7 Settembre

A dispetto delle previsioni il tempo non è da spiaggia, ma è adatto a qualche escursione e la scelta cade sul vicino paesetto di Cervo. Dico paesetto ma questo agglomerato era già una cittadina di una certa importanza al tempo dei Romani con il nome di “Castrum Cervi” e successivamente,  nel corso dei secoli,  è restata sempre sotto l’egida della più vicina e potente Genova. Interessante notare che questo pezzo di Europa, nel 1500, è stato oggetto di attacchi di pirati saraceni il che spiega perché i paesetti liguri siano così arroccati e, all’epoca fortemente fortificati. 
Il paesetto lo abbiamo scoperto  lasciando la macchina a livello del mare ed inerpicandoci a piedi per il dedalo di vicoli. Un vero piacere per l’occhio, immersi in un silenzio irreale.


























Alla sommità c’è il Castello dei Clavesana costruito nel XIII° secolo ed ancor oggi, nonostante numerosi rimaneggiamenti e cambi d’uso successivi (baluardo difensivo, casa  nobiliare, oratorio, ospedale)  ora ospita il Museo Etnografico del Ponente - oggi,lunedi, chiuso- il quale  descrive la vita tipica locale nel 1800. 
Riscendendo verso il basso arriviamo a Piazza San Giovanni con l’omonima chiesa barocca detta anche dei “Corallini” perché fu costruita con il supporto finanziario e materiale della corporazione dei pescatori di corallo.  Ovunque ti giri il colpo d’occhio sul mare ti rapisce.


Un’ultima, insospettata, chicca relativa a questo bel borgo. Esso è sede di un blasonato Festival di Musica da Camera che si tiene proprio nella Piazza San Giovanni e fu creato dal violinista ungherese Sandor Vegh nel 1964. Da allora si sono esibite su questa Piazza generazioni di solisti di  livello internazionale.


La giornata, nel frattempo completamente rasserenatasi, prosegue con un ulteriore bagnetto sulla ormai nota spiaggia di ciotoli. Per poi concludersi con un sontuoso piatto di troffie al sugo di ricci e bollicine….




Martedi 8 Settembre 

Oggi la giornata inizia presto. Abbiamo un programma ambizioso: percorrere i 24 chilometri in andata ed i 24 chilometri in ritorno (48 totali!) della pista ciclabile recuperata da un tratto delle  vestigia dell’antica ferrovia (1872!) Genova Ventimiglia nata allora  a binario unico ed oggi, ovviamente, non più fruibile (vedi sito  https://www.pistaciclabile.com/). 



La bellezza di questo interessante recupero consiste nel fatto che la questa linea ferroviaria sfruttava la sottile striscia di terra compresa tra il mare e la parallela Aurelia. Il che ha consentito alla ciclabile di poter godere di un indisturbato panorama lato mare senza interferenze con strade od attraversamenti indesiderati. 



Al contrario, come si vede nella mappa, essa tocca numerosi paesini per cui il percorso è molto ben assistito per chi volesse prendersi una pausa di ristoro.  Anche qui, il recupero delle vecchie stazioni e delle case cantoniere fornisce anche un gradevole carattere architettonico  a tutta l’opera.





Abbiamo affittato le bici a San Lorenzo al Mare  da Eliosport (sito https://www.eliosport.it/) ed il sig Elio, molto gentile ed attento alle nostre esigenze, ci ha fornito ottimi mezzi ed a prezzi abbordabili. In circa 3 ore, con un paio di soste di cui una al Mercato di Sanremo molto apprezzata dalle signore,


 raggiungiamo Ospedaletti verso ora di pranzo. Lì ci siamo seduti ad un ristorante ed una birretta fresca ed una pizza ci hanno rifocillato.



Nel primo pomeriggio abbiamo girato “la capa al ciuccio” effettuando il percorso inverso. Tuttavia, la cosa è stata un attimino più indaginosa, almeno per me. Il sellino, infatti, aveva iniziato ad innescare sulle mie chiappe fenomeni di autocombustione, più o meno come quelli in figura.




In più avevamo dieci/quindici nodi di vento proveniente da sud est, quindi in prevalenza frontale, il che ha marcato una netta differenza tra la piacevolezza dell’andata e un po' più impegno profuso per la tratta di ritorno.
Ma, inshallah, siamo riusciti tutti a ritornare al punto di partenza avendo compiuto, con la forza dei nostri pedali, ben 48 chilometri!





Mercoledi 9 Settembre

Giornata più tranquilla. Me ne sto in appartamento a godermi il panorama mentre in mattinata Betty, Franco ed Anna zampettano nel Mar Ligure. Nel pomeriggio, invece, partiamo per l’Azienda Vinicola Cascina Praiè posta su una bella collina sopra Andora (locazione Google maps: https://g.page/cascinapraie?share ).  Il posto merita una visita.  Si vede bene il mare, da Gallinara ad Imperia, e l’ambiente è immerso nei pini marittimi. Compriamo del Pigato Superiore da 13,5° e della Granaccia, un forte rosso da 14°.












Ed a quel punto, anche perché per una rottura sulla condotta, non avevamo temporaneamente acqua nell’alloggio, decidiamo di cenare fuori e puntiamo verso il paesetto di Erli (https://goo.gl/maps/xTsyPFUDqfaP8yAX8). Un paesetto di quattro anime sperso tra i castagni che domina una gola. Mentre siamo li che chiacchieriamo all’ aperto vediamo ai bordi dell’ abitato muoversi la figura di un animale. Ci sembra un giovane cervo che, vista la tranquillità con cui si muoveva,  riteniamo essere in cattività nel giardino di qualcuno. 


Ma non è così. Informata una signora locale  ci è apparsa molto stupita di questa visione. Il cervo, dunque, era selvatico e si era spontaneamente avvicinato al villaggio, anzi, dentro il villaggio.
Ci infiliamo, sempre ad Erli,  nella Ristorante Locanda da Lisetta  (http://www.dalisetta.it/) e, con un salto all’indietro del tempo –sembrava di essere tornati in una trattoria degli anni ’50 – facciamo una buona cenetta.


Sulla via del ritorno, ormai buio, decidiamo, fortunatamente, di fermarci nel paesetto di Zuccarello (https://goo.gl/maps/EgWst2LfKaAfAkiFA). Beh, la fermata è stata ampiamente ricompensata dalla bella sorpresa che avevamo trovato. Mura medioevali, un ponte romano, lunghi porticati, nessuno in giro. Un vero paradiso di cui vi allego qualche scatto.

 








E con queste belle immagini rientriamo nell’alloggio con un pensiero triste. 14 anni fa mancava il caro Ginetto, mio padre, che mi ha insegnato a ricercare ed amare le cose che vi sto raccontando.


Giovedi 10 Settembre

Oggi giornata un po’ nuvolosa, quindi niente mare ma Anna e Franco scelgono comunque di fare la loro consueta passeggiata di salute mattutina. 


Al loro ritorno rapido cambio gomma per sbarazzarci di un pneumatico poco affidabile.


Il che, tuttavia,  ci offre la preziosa opportunitá di scambiare due parole con Michele gestore, con la moglie, signora Giorgia,  dell’ agriturismo in cui ci troviamo. E’ lui che si occupa delle 1500 piante di ulivo e le tratta come delle figlie. Di qui la produzione di un olio di grandissimo pregio.


Con grande passione ci parla della stagione della raccolta che va da ottobre sino a marzo. Ma ci dice anche che i risultati migliori si ottengono tra novembre e gennaio. L’oliva, infatti, va colta al punto gusto di maturazione. Se si avvicina troppo al termine della raccolta, il frutto fornisce un olio sempre meno ricco. Apprendiamo anche che alcuni imprenditori poco scrupolosi non solo fanno largo uso di raccolti tardivi ma anche non procedono con la molitura nel giro di 24 massimo 48 ore dalla raccolta oppure utilizzano olive di seconda scelta, ovvero quelle cadute da sole dalla pianta. Le olive migliori, infatti, sono quelle fatte cadere nelle reti con un’ azione meccanica di scuotimento - sbattimento è il termine tecnico- dei rami. La medesima categoria di imprenditori di cui sopra poi, sono quelli che comprano la “sansa” ovvero la pasta residuo della molitura per poi processarla chimicamente ed avere un olio che spesso troviamo sulle nostre tavole spudoratamente spacciato per olio d’oliva vero. Scopriamo anche che il vero olio extravergine deve avere un’acidità inferiore a 0,8  e se compresa tra 1 e due non può chiamarsi olio extra vergine d’oliva ma solo olio d’oliva. Sopra il valore di 2 il prodotto è poi addirittura dichiarato non più commestibile. Apprendiamo, inoltre che le grandi produzioni tipiche della Spagna devono il loro prezzo molto contenuto al fatto che sono svolte su grandi pianure e, pertanto, l’impiego di grandi mezzi meccanici semplifica i processi che, al contrario,  negli scoscesi declivi liguri, vanno necessariamente fatti a mano con tempi e fatica molto maggiori. Il che spiega, supponiamo pure a parità di qualità, la grossa disparità di prezzo tra un olio ligure ed uno spagnolo. 

Contenti di questa interessante spiegazione ci predisponiamo per andare in cerca di qualche altro paesino. Ma il destino, mio malgrado, mi colpisce una sferzata molto triste.  Mentre esco in terrazza percorrendo il piccolo gradino ivi presente,  calpesto involontariamente in pieno la gattina che ci aveva tenuto compagnia per tutti i giorni avanti. 


Guardavo il bel panorama del golfo e non prestavo attenzione a dove mettevo i piedi e la povera Campanellina dormiva proprio lì, serena come aveva sempre fatto. Insomma, dopo una mezz’ora la povera bestiola è mancata ed io mi sono sentito una merda. La abbiamo seppellita con Michele sotto un bell’olivo. Povera piccola, non meritavi questa fine ingiusta. Scusami ancora piccola.
La sera siamo ovviamente abbiamo invitato a cena  Giorgia e Michele che si rivelano persone piene di vita,  davvero belle, perchè piene di interessi comuni come viaggi, musei e buona cucina. 


Venerdi 11 Settembre

E’ arrivato il giorno della partenza e caricando la macchina come nella più classica tradizione zingara – vedi foto -  ci accomiatiamo da Giorgia e Michele, ripromettendo di incontrarci nuovamente.

e, naturalmente,  non poteva mancare la piantina di basilico al seguito!


Ultimo caffettino ligure in un  baretto in riva all'insegna di  una giornata un po’ triste di fine stagione


E poi prua di nuovo verso il Piemonte.  Ma le sorprese non sono ancora finite….
Qualche mese prima avevo visto con il mio fratellino Stefano il video che vi propongo, il cui argomento , ovviamente, era il Dialogo sui massimi sistemi, profonda dissertazione di galileiana memoria.

come potrete constatare  voi stessi nel serio tutorial sottostante che vi invito a vedere... prima di procedere oltre.



Come perdere l’opportunità di ricevere questa “lectio magistralis”?  Ed eccoci allora, puntuali come esattori delle tasse, all’ora di pranzo presso il “Rifugio della Bistecca” non lontano da Ceva (https://goo.gl/maps/zUC2UxrzhgoJVqqL8).  Carne di primissima scelta, braciata al punto giusto per la gioia dello spirito

 


   

 

 


E che dire dell’ingegnoso e salvifico sistema per la distribuzione del nettare di Dioniso, una corposa Barbera da 14,5 gradi distribuita direttamente nel calice da un apposito sistema di tubature  che corre sopra le tavole “all’uopo predisposte” ed alimentato da una cisterna da 500 litri posta al piano superiore?  Santi subito!



Dopo aver ritrovato i profondi significati  della vita ed aver  provato la serenità del “in taberna quando sumus non curamus quod sit humus” proseguiamo  ancora con la prua verso Nord e ritorniamo, felici della vacanza fatta, alle nostre dimore.


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