mercoledì 14 giugno 2023

GLI ULTIMI 100 KM DEL CAMINO DI SANTIAGO ED UN GIRO IN GALIZIA


 

Bandiera Nazionale Spagnola


Bandiera Regionale della Galizia

          
         Logo del camino de Santiago
 
 
Premessa

Ho ascoltato sempre con molta curiosità i racconti dei camminatori. Coloro che fanno del loro corpo lo strumento per andare ad esplorare le pieghe più nascoste di paesi e popolazioni. Ed è così che, piano piano, nonostante la mia avversione per il sudore e le imprese sportive, si è fatto strada il desiderio di andare soddisfare in prima persona proprio quella curiosità di cui sopra. Essere anch'io uno di quelli che cammina, zaino in spalla, alla lenta scoperta del mondo che mi circonda. E, quindi, ecco l'itinerario principe per ciascun viandante europeo: il Camino de Santiago. Già un primo approccio l'avevo fatto percorrendo il Cammino delle Valli (https://blogbattaglia.blogspot.com/2023/02/il-cammino-delle-valli-103-km-piedi.html), un itinerario di 100 chilometri nelle Valli di Lanzo, località sita in provincia di Torino.


          I protagonisti


Franco ed io, due amici di vecchia data. Tra l'altro Franco aveva già fatto il Camino dall'inizio (800 km totali!!) DUE volte prima di questa, quindi un autentico veterano. Con lui, poi, insieme, avevamo alle spalle molteplici viaggi fatti insieme. Un vero piacere girare con lui!


L'organizzazione

Ben poco da organizzare. Un Ryanair Bergamo-Santiago e ritorno, un ragionevole compromesso tra ciò che si vorrebbe portare nello  zaino ed il peso dello stesso ed il gioco è fatto. Il resto ce lo mettono i nostri piedi. Così va affrontato il Camino. Con umiltà e semplicità. Mi sono preso un ampio margine di tempo per percorrere i circa 100 chilometri da Ferreiro  a Santiago ipotizzando il fermo di qualche giornata per  tempaccio o per qualche vescica invalidante. Una media di circa 15 chilometri al giorno (più che bastanti per un pantofolaio come me!) per circa 7 giorni. Il tempo restante sarebbe stato destinato ad un meritato  giro di riposo nella Galizia con auto a nolo. Il tutto è riportato nella cartina sottostante.

In rosso il percorso a piedi ed in azzurro il percorso in macchina.


Sabato 27 Maggio

Ed ecco arrivato il giorno per cosi tanto tempo atteso: finalmente partiamo per Santiago! Anna ci accompagna alla stazione dei bus e durante tutto il tragitto c’è un’ aria festaiola da classe in gita scolastica. 

Ed iniziamo gli incontri bislacchi degni di uno scatto fatto di soppiatto.


Puntualissimo il Flixbus ci lascia in aeroporto a Bergamo. Grande andirivieni di passeggeri, lunghe file alla consegna bagagli ma alla fine, anche qui, facciamo qualche altro incontro simpatico


 Ed, infine,   partiamo con Ryanair per Santiago. 


Tranquillo volo  


e successivo  trasporto al centro di Santiago con bus 6A al modico costo, pagato comodamente a bordo,  di  1 euro ciascuno. Per info il bus  parte al piano degli arrivi. E poi ninna all’albergo Mexico strategicamente scelto perché vicino sia alla fermata del bus 6A che alla stazione dei pullman da cui saremo partiti l’indomani.


Domenica 28 Maggio

Ultima sveglia tranquilla in una stanza con tutte le comoditá, una buona colazione e poi con due passi a piedi siamo alla moderna ed efficiente  Santiago E.i. (Cosi si chiama la moderna stazione dei pullman, Estacion intermodal)


I passeggeri che da Santiago vanno verso Sarria per iniziare l’ultima parte del Camino sono ben di più dei posti disponibili di un singolo bus. Nessun problema. L’organizzazione è talmente ben rodata che alla partenza,  invece di far partire un solo bus, se ne presentano  tre in contemporanea e nessun aspirante pellegrino resta a terra. Bel viaggetto in bus che percorre, con prua Est,  esattamente il percorso del camino che dovremo fare noi i giorni successivi con prua Ovest.
Abbiamo apprezzato  questo  modo molto intelligente di soddisfare la clientela ed, al tempo stesso, di creare notevoli introiti e benessere.  Una logica  che noi in Italia abbiamo, purtroppo, dimenticato da tempo. Mentre ci addentriamo sempre di più  nelle verdi colline della Galizia iniziano anche a formarsi nubi cumuliformi che non promettono nulla di buono. Di qui la decisione di stringere i tempi per arrivare al punto di partenza di questa prima tappa. Infatti, dopo un sontuoso bocadillo nel paesetto di Paradela accompagnato da un campionato de futbol nella stessa sala in cui mangiavamo, 

 
ci facciamo molto rapidamente i 5 km di salita per arrivare a Casa Cruceiro, prima notte in un Albergue lungo il Camino nella frazione di Ferreiro. Facciamo appena in tempo ad arrivare ed inizia a piovere.  Iniziamo le pratiche pomeridiane  che saranno uno standard per tutto il Camino: doccia, bucato, cena

A cena attacchiamo bottone con  due simpatici signori di Bologna,  giá esperti del Camino e poi a ninna con le galline nel nostro stanzone da 12 con 6 letti a castello

Domani si inizia, cominciamo a fare sul serio.


Lunedi 29 Maggio: tratta Ferreiro-Gonzar 

Partenza alle 7.30. Silenzio totale e nebbione. Camminiamo per piccole frazioni e per boschi di querce e castagni secolari. Il verde, almeno in questa stagione, è una nota dominante. 


 



 
Con la nebbia che c’è mi sembra quasi di stare in Inghilterra. Visto il tempo,  mi domando chi ci fará compagnia per il resto della tratta. 


 Avremo una insistente  pioggerellina all’inglese o la nebbia, una volta dissipata, ci porterá un cocente  sole? In entrambi i casi l’evento non è fausto per il pellegrino. La prima, infatti, comporta l’uso della mantellina, un ampio mantello in sintetico, sotto il quale si suda come in una sauna, come se giá non bastasse il sudore genuino della camminata. Il secondo, con il suo calore, rende tutto molto più faticoso. Fortunatamente il tutto va per il meglio:  una benevola  copertura di nubi ci tiene compagnia per tutta la mattinata consentendoci di camminare senza però la pioggia. A Puertomarin, circa a metá della nostra tratta, 


facciamo una ricca colazione in un baretto con un cappuccino e due fettazze di pane e marmellata. Vanno giù come l’acqua. 


Riprendiamo il cammino ma a questo punto il sole si è reimpossessato del cielo ed i 300 metri di dislivello li inizio a sentire. 
Come pure i 12 chili di zaino. Beati loro che vanno a cavallo!

Camminiamo paralleli alla strada ma l’ora della comida (pranzo) fa si che il traffico non sia sgradevole. Tiene quasi compagnia nella noia della campagna assolata.  Ed infine arriviamo alla nostra destinazione. 
Doccia, bucato ed un po di meritato riposo e qualche ora d’aria ai “pneumatici”(piedi). Purtroppo, nonostante l’ ingrassaggio dei piedi con la vasellina prima di partire qualche cucitura della calza deve aver fregato sul lato del pollice destro.

 La tratta è stata da Ferreiros a Gonzar, per complessivi 18 km. Domani spero di riuscirne a fare altrettanti.Quando stavamo per andare a tenere compagnia alle galline al calare della sera sono arrivati all’ostello (Hostaria de Gonzar) un gruppetto di spagnoli che, dopo qualche vaso de tinto,
  hanno tirato fuori una chitarra e si sono messi a cantare  raccogliendo un gran successo tra gli astanti.
Martedi 30 Maggio: tratta Gonzar – Palas de Rey

Smadonnamenti vari prima di partire perché ancora non tutti si erano svegliati nella camerata. Negli ostelli, infatti, vige la regola tale per cui  non si possono accendere le luci. Ammesso l’ impiego delle frontali, ma la mia chissá dov’era. Poco spazio in cui muoversi, pressochè al buio, cercando di non far rumore. Difficile trovare le cose, facilissimo lasciarne, cosa non è consentita ad un pellegrino che ha poco ma di quel poco ha bisogno di tutto. Alla fine eccomi pronto alla partenza. Usciamo  con la solita nebbia protettrice 


e procediamo per i consueti tratti di foreste antiche ed animali al pascolo. 



Diversi sali scendi ma riesco a fare quel che devo. Dopo un’oretta dalla partenza ci fermiamo a fare colazione in un posto non proprio carino, ma con Franco approfittiamo per sganciare qualche "zavorra", visto che era giá qualche giorno che non avevamo avuto di provvedere. Ripartenza sempre contornati da sporadiche case coloniche, chiesette, cimiteri di paese 

ed infine arriviamo a destinazione con il sole pieno all’Albergue Buen Camino. 

Birretta, doccia, bucato, pennichella mentre verso le 15 inizia tuonare e poi a piovere. Contenti di essere al riparo. Domani faremo lo stesso: partenza presto ed arrivo presto. Dopo la pioggia passeggiata per il paesetto, piuttosto insignificante a fronte del pretenzioso nome di Palas de Rey.

 Fatta una buona cenetta presso il ristorante antistante l’Albergue che, invece, offriva un menù davvero miserello.  E poi ninna con le gallinelle. 
Ecco i dati della tratta di oggi


 Mercoledi 31 Maggio: tratta Palas de Rey - Melide

Partenza tranquilla. Una cameretta con due soli letti fa la differenza. Nessun problema ad accendere una luce e lo spazio è  certamente maggiore per muoversi meglio. Partiamo con la solita nebbia ma ormai sappiamo come funziona. Lasciamo Palas de Rey e ci addentriamo nei boschi della Galizia. Il cammino, almeno in questa Regione è un autentico tunnel scavato tra le querce.

Dopo un’oretta di cammino arriviamo ad un posto di ristoro che avevo giá adocchiato su Google Maps e le aspettive sono state soddisfatte: una buona torta di mele per me ed una buona tostada (pane e marmellata)per Franco. 

Riprendiamo la marcia attraversando piccole frazioni, ma ciascuna con la propria storia, la propria chiesetta, il proprio cimiterino. 

Durante una piccola pausa iniziamo a parlare con una signora che ha attratto la nostra attenzione. 74 anni, da sola in bicicletta, e veniva dall’ Idaho. 

Durante il Camino si era infortunata ad un piede, per cui, senza perdersi d’animo, si è affittata una bici, notate bene, con pedalata non assistita e proseguiva cosi la sua esperienza. 
Un personaggio davvero affascinante. Con Franco la salutiamo affettuosamente e poi, una volta inforcata la sua bici, l’abbiamo vista ripartire di gran lena. Finalmente arriviamo a Melide, nostra destinazione. Il nome dell’albergo è L’Apalpador. Non vi dico le risate che ci siamo fatti immaginando questa sistemazione come luogo di trasgressione sfrenata tra pellegrini e pellegrine, nani, ballerine, conigliette...


In realtá  questo nome, come abbiamo appreso dal gestore, è il nome gallego di Babbo Natale. Svaniti in un istante  tutti  i sogni di “Noches de fuego” con le ballerine di flamenco. Gestore molto cortese che mi ha dato una bella imbeccata per il giro in auto della Galizia che andremo a fare dopo il Camino. Doccia, bucatino, riposo del guerriero 


e poi la Pulperia Ezequiel ci aspetta per farci assaggiare il suo polipo alla galleca. Piatto decisamente buono!

Incontri fatti nella giornata: una tecnica del suono di Los Angeles, una coppia di Seattle, una coppia di Colonia appassionati di Italia con lui ingegnere in pensione della Lufthansa   


Giovedi 1 Giugno: tratta Melide –Arzua 

Solita sveglia presto ma stamattina niente nebbia, il che fa presagire che il sole si farà sentire. Il panorama è sempre quello, colline boscose alternate a radure coltivate. 

Però adesso alle querce si sono sostituiti  gli odorosi eucalipti. 


Taluni sono davvero alti  che poterebbero essere alberi di antichi velieri tanto sono lisci e rastremati. 

Incontro una coppia di fidanzati olandesi. Carini, mi superano con il loro passo veloce tenendosi per mano. 
  
Una tratta non particolarmente lunga, ma abbastanza faticosa per via del sali scendi che occorre fare per superare le colline. 
Lungo la strada incrociamo su un prato adiacente un cane da pastore di dimensioni ragguardevoli. Avrà pesato almeno 80 kg

Arriviamo ad Arzua  nell’ostello Via Lactea  e ci viene assegnata una stanza in cui, fortunatamente, non viene poi nessun altro. E poi le solite pratiche pomeridiane:  doccia, bucato e provo a stendermi per riposare. Quando mi alzo ero convinto di essermi appennicato non più di una mezz’oretta. Sono cascato giù come un sasso per tre ore. Evidentemente la fatica inizia a farsi sentire. Per cena ci infiliamo in una pizzeria gestita da un ragazzo italiano. “Il Fornaccio” Un posticino carino, la pizza ottima e porzioni che…lascio a voi giudicare



Venerdi 2 Giugno tratta Arzua-S.Irene
Salutati da una cicogna che aveva scelto come nido la sommitá  di un’antenna

Iniziamo la nostra tratta relativamente più tranquilla. Pochi dislivelli, più brevi e tragitto  sempre nel verde


Oggi giornata di sole pieno. Poiché sono circa le 7, orario tipico delle nostre partenze, il sole in coda disegna le nostre ombre  ancora molto lunghe sul terreno

Colazione dopo circa un’oretta di cammino in un posto molto carino situato attorno al pilastro dei 35 km mancanti a Santiago.
Mi piaceva l’arredo interno, molto caldo. Guardate, per ricavare un angolo era stato utilizzato la cassa di un piano 

Traversiamo piccole frazioni con fattorie e facciamo i nostri begli incontri bucolici

Arriviamo  Sant’Irene, circa un chilometro dopo il paesetto di A Salceda,  destinazione ufficiale di questa tratta, e questa volta ci sistemiamo in un bell’alberghetto (O Pozo), . 

E poi via al non lontano ristorante O Ceadoiro dove ci aspetta una generosa porzione di Queso Gallego e di Jamon Cerrano. Due piccoli capolavori.

Rientriamo in albergo e, dopo una pennnichella ristoratrice, ci mettiamo   nel giardinetto antistante. Mentre ci godiamo il sole ci si avvicina Jose, 90 anni, che ci invita a vedere il giardino  sul retro del piccolo, ma grazioso, Hotel .  Il giardino, con relativo frutteto ed orto, sembra un campo da golf. Non c’è un filo d’ erba fuori posto. Josè , in dialetto gallego, decisamente molto oltre le mie capacitá in lingua spagnola, ci spiega le varie tipologie di piante presenti e le relative tecniche.

I suoi occhi, mentre ci parla e cammina con difficoltá, ci fanno capire quanti anni   di fatiche sono stati necessari per realizzare il suo piccolo albergo. Una figura molto umana, che oramai molto avanti negli anni, ci tiene, con orgoglio,  a farci vedere  che cosa è stato capace di fare in vita sua.
Cena presso il ristorante Albergue Parillada Andaina . Un ottimo profumo di carne arrosto si sparge, ma, peccato, quel pranzetto bomba, formaggio e jamon, mi ha riempito e mi sono accontentato di una più salubre insalata di pomodori. Peccato una trattoriola a gestione familiare che sono convinto di cui ci sarebbe piaciuto provare la parilla (griglia). 

In compenso, poco è mancato affinchè si riaprisse la sfida a calcio balilla tra le famiglie dei  Cassios ed i Battaglias, malamente finita per questi ultimi a Madeira qualche anno prima.



Sabato 3 Giugno tratta  S.Irene - Lavacolla

Partiamo prestino senza limitazioni per la presenza di altri pellegrini nella camerata e ci accoglie un’arietta fresca, un po’ nebbiosetta, che ci sveglia.
 

 Il panorama oramai è standardizzato: grandi eucalipti, alberi di tuia, felci, case di pietra  con grossi blocchi.


In un breve tratto il Camino è addirittura scavato nella roccia

Poco prima di mezzogiorno arriviamo all’Hotel Gracas, dove, in attesa della stanza, ci spariamo una seconda, tardiva, prima colazione. Nell’attesa dell’assegnazione della stanza, prevista per le 13,   ci guardiamo in tv la parata delle Forze Armate Spagnole di cui oggi ricorre la festa.

 
 Nel pomeriggio si è scatenato un forte temporale che ci siamo goduti dal letto dell’albergo. Fattasi ora di cena ci siamo infilati in una vicina  trattoriola (Restaurante Sabugueira), locale dove due generosissime porzioni di pesce ci  hanno riempito.  

Al rientro tramonto da film



Domenica 4 Giugno tratta Lavacolla - Santiago

Ed ecco il gran giorno.Il giorno dell’arrivo a Santiago. Partiamo poco dopo le 6.30 e cogliamo un panettiere alle prese con il suo forno.


 poi ci inoltriamo nel bosco, ancora zuppo del temporalone di ieri.


Ed eccoci finalmente arrivati in città. 

Il tragitto è certamente meno romantico di quello sinora effettuato, ma, a ben vedere, ci sono sempre delle curiosità da cogliere. Basta saperle vedere. Questa è la fotografia.


 



Ed infine il grandioso arrivo in piazza giá gremita di pellegrini. Franco mi fa entrare per primo in piazza ed una volta al centro, come la tradizione vuole, ci abbracciamo ringraziandoci del supporto reciprocamente ricevuto. 


Io non avrei avuto neppure l’idea di intraprendere il Camino senza i suoi racconti. Per Franco, è la terza volta che vede questa piazza con gli scarponi ai piedi.

E lui, a sua volta,   mi è riconoscente  di quel poco che ho fatto per  averglielo potuto consentire.
Mi chiedevo cosa avrei provato una volta li in quello spazio. Certo la torma di gente che mi circonda non aiuta ad avere meditazioni  profonde, ma devo dire che qualche pensiero, completamente laico, su quello che è stata la mia vita sino a quel momento lo ho avuto. I miei affetti, i miei errori, i miei proponimenti, le mie aspettative, i    lutti. In questa occasione voglio ricordare mio cugino Carlo, più giovane di me, perso appena da qualche mese.
Grande sportivo, certamente avrebbe gradito macinare chilometri con la sua bici su questo Camino
Ciao Carletto, che la terra ti sia lieve.

Ma ritorniamo al Camino ed ai suoi riti. Dopo la consueta foto sotto la Cattedrale c’è il ritiro della Compostela, ovvero un documento che attesta l’avvenuta “incoscienza” di aver percorso almeno 100 chilometri (a piedi od in bici) per raggiungere Santiago.
Oramai la tecnologia si è insinuata anche nella burocrazia religiosa e occorre compilare un breve questionario on line  scaricabile tramite QR. Una volta completato ed inviato ti arriva subito dopo un numerino ed un altro QR code e, dopo una breve fila ed il controllo dei vari “Sellos” posti sulla Credenziale,
  

ti viene consegnato  un print che conserverai a vita: la tua Compostela. 











E poi ricca e risarcitoria tortilla con papas, molto apprezzata da noi ma anche da un coraggioso pettirosso. 


E poi, finalmente, un po’ di  meritato riposo. 
Tenteremo la visita della Cattedrale domani. Oggi ci sarebbe da fare una fila già troppo lunga. Resto del pomeriggio trascorso a riposare. Rapida cenetta e poi recupero forze con un lungo sonno sino al mattino dopo.


Lunedi 5 Giugno

Iniziamo con una solida colazione presso la vicina confiteria San Roque (antistante alla stazione del 6 A che è il bus che da Santiago  porta all’aeroporto). Un punto ancora in più per l’Albergue Alda O Fogar de Teodomiro, situato a due passi dalla Cattedrale, in cui siamo allogiati. 
Oggi giornata interamente destinata alla Cattedrale ed alle sue pertinenze. 

La chiesa, dedicata a San Giacomo, patrono della Spagna, ha origini molto antiche. Si tramanda che il luogo di costruzione sia proprio quello in cui vennero ritrovate le spoglie del Santo.  La prima costruzione risale già al IX° secolo dopo Cristo. Sostituita da una chiesa più grande nel X° secolo in stile protoromanico. A seguito di distruzioni portate dai Mori si decise, verso la fine dell'XI° secolo,   di ricostruire per una terza volta quest'immobile. La costruzione venne completata nel XIII° secolo. Subì, infine, gli ultimi   rimaneggiamenti barocchi tra il XVI° ed il XVIII° secolo.  

Iniziamo con la visita del grandioso interno la cui pianta è una croce. Le condizioni di luce sono ottimali per qualche scatto. 




Vengo tuttavia interrotto da un annuncio che anticipa l’inizio della messa delle 12. Con Franco decidiamo di restare. Non seguo volentieri le Messe. Ogni volta che ne ho seguito qualcuna è stato per momenti brutti. Durante la vita ai Reparti la dipartita di qualche caro collega ed amico, i miei, i miei parenti. Tuttavia, aver atteso ci ha consentito, al termine della messa, di assistere alla cerimonia del “botafumeiro” .
Lascio alle immagini il compito di farvi sapere di cosa si tratta.



Per vedere il filmatino botafumeiro  clicca qui sotto



Nella cripta le spoglie del Santo

Nel pomeriggio visitiamo  il Museo della Cattedrale con meravigliosi oggetti d’arte 











E poi, con una guida, abbiamo visitato il tetto e la Torre. 




Cena in una trattoria solo frequentata  dai locali

 e poi ore piccole con gruppi di artisti, davvero bravi,  che iniziavano a cantare e suonare dal cal del sole  nella piazza della Cattedrale



Per vedere il filmato del gruppo  Tuna de derecho clicca qui sotto



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Fermo un attimo la descrizione del viaggio per aggiungere qualche commento/suggerimento  relativo al Camino

Bagaglio

Cosa portarsi durante il Camino? Molto dipende dalla stagione ed avendo viaggiato tra la fine di Maggio e gli inizi di giugno, posso passarvi qualche suggerimento solo per quel che ho visto. Naturalmente anche la durata che intenderete dare al  viaggio incide.
Ma, indipendentemente dalle stagioni,  cominciamo dal pezzo più importante: le scarpe ed il calzino con cui camminare.

 Un errore da non fare è acquistare un paio di costose scarpe supertecniche e pretendere di indossarle li per la prima volta.  Al contrario occorre portarsi un paio di scarpe con cui si è giá camminato a lungo e per un diverse ore consecutive. Per camminare ho portato con me i miei scarponcini con cui avevo diffusamente camminato. Il calzino deve essere senza cuciture spesso abbastanza da non consentire al piede di potersi muovere senza però stringere. Due paia di pantaloni lunghi, magari quelli che, con un giro di zip diventano corti, tre  magliette tecniche, un paio di magliette di cotone con cui cenare, una tuta da ginnastica con cui dormire o andare a cena,  un giubbotto a maniche corte, un giubbotto antipioggia, tre calzini da cammino, un paio di calzini da riposo, tre mutande, un paio di sandali Crocs che fungeranno da pantofole, scarpe da riposo, pianelle da doccia. Un asciugamano in pile, un sacco a pelo leggero (vi consente di poter essere ripiegato  e non occupare prezioso spazio nello zaino). Anche qui un buono zaino, con la propria copertura antipioggia,  vi aiuterà. Non tirate fuori vecchie croste riesumate dalla gioventù. Una cerniera che non chiude od un laccio che si spezza potrebbero costituire un problema. Senza poi parlare degli ingegnosi sistemi ora in uso che consentono di scaricare parte del peso sulle   non solo sulla schiena. Naturalmente non dimenticatevi le bacchette, la mantellina antipioggia, una lampada frontale, indispensabile per riorganizzare la mattina  il vostro zaino mentre gli altri pellegrini ancora riposano. Potrá sembrarvi poco,ma  tenete presente che oramai in tutti gli ostelli ci sono due sante protettrici del pellegrino. Trattasi delle  "Sante Lavadora y Santa Secadora”(funzionanti ciascuna con monete da 1 euro)  per cui appena arrivati a destinazione, dopo la doccia, potrete fare il vostro bucatino e rimettere i panni del giorno precedente e cosi via.


 Non fate l’errore di portarvi tutto di tutto  perché finireste di pentirvi amaramente del peso del vostro zaino. Tuttavia non fate mancare al vostro zaino  un minimo di kit medicinali. 

Igiene personale e le “operazioni speciali”

In linea di massima un Camino non è un Camino se l’ascella non si inumidisce. Ma, com vedrete, ogni ostello è fornito di docce ed acqua calda. Tutti possono lavarsi e non ci sono problemi di promiscuitá. Per tutti i pellegrini  in uscita dalla doccia  è normale circolare in camerata con un asciugamano sul corpo senza tante cerimonie. E passiamo ad un’altra amenitá. Camminando per tante ore è inevitabile che il piede vada sfregare contro la scarpa producendo le vesciche, un vero guaio per chi, come il pellegrino, fa un uso smodato del piede. 

Allora esiste un vecchio trucco indiano per scongiurare questo pericolo. Alla mattina, prima di mettersi i calzini,  occorre impomatarsi generosamente i piedi di vasellina. Questo produce un duplice effetto: tenere la pelle morbida ed, al tempo stesso, rende eventuali sfregamenti molto meno lesivi per la cute. Un po’ fastidioso ma conviene assolutamente adottare questo rimedio per prevenire guai senz’altro peggiori.

Chiudiamo in bellezza questa sezione parlando dell’annoso problema de "quel" tipo di parto. 



A casa ciascuno ha un proprio orario,  i propri riti propiziatori e, soprattutto, una volta “sgravato”, può fruire della fantastica invenzione del bidè, peculiare del genio italiano. All’estero non c’è e, lungo il Camino, men che meno. E poiché non si sa quando arriva il magico momento della “ ispiraçao”, occorre  essere pronti a soddisfare questa impellenza anche nel mezzo del Cammin di nostra vita. Di qui l’impiego di una bottiglietta piccola di acqua sempre vuota  (l’ acqua nel Camino è reperibile abbastanza facilmente) e magari anche un pezzettino di sapone, con cui, al primo anfratto disponibile, ricreare l’intimitá del nostro bagno ovvero,  dopo aver sganciato il vostro armamento,  ritornare in paradiso

leggeri e felici ed anche puliti. 


Infine, dormendo di norma in camerate da 8 o più persone non dimenticatevi i tappi per le orecchie ed una mascherina per tapparvi gli occhi. La sera vi sono numerose performances concertistiche di contrabbasso o basso tuba, ovvero di coloro che russano e che potrebbero infelicitare il vostro meritato riposo. Lo stesso vale per la citata mascherina se volete riposare in pieno giorno.

Consiglio, infine,  taglio tattico (=corto)  del capello per facilitare  le operazioni di asciugamento. Tagliatevi un paio di giorni prima di partire le unghia dei piedi e portatevi dietro una limetta  per smussare l’insorgere di  punte taglienti  sulle dita una volta che siete nel Camino.

Weather e stagioni ottimali

Abbiamo fatto gli ultimi 100km tra la fine di maggio ed i primi di giugno, quindi siamo stati solo all’interno della Galizia. Certamente se cominciate il vostro Camino in altre stagioni o in altre regioni potreste avere situazioni molto diverse. A noi è andata di gran lusso. Il patto fatto con Giove Pluvio ha funzionato. Non abbiamo mai preso pioggia mentre eravamo in cammino, il che è un vero lusso. Abbiamo trovato, però, molta instabilitá pomeridiana con relative precipitazioni temporalesche. Il trucco è stato partire presto la mattina in modo da essere al riparo non più  tardi delle 14. Le temperature al mattino attorno ai 10-14 gradi (molto umido) e sotto il sole del del primo pomeriggio non si andava oltre i 22-24 gradi con una gradevole ventilazione

Electronic and Navigation  kit 

Visto che si trascorrono diverse ore camminando e, tolti sparuti momenti in cui si scambia qualche battuta con i diretti propri compagni di viaggio, è bene fornirsi di qualche device per ascoltare un po di musica. Io lo ho fatto con il mio mini ipad, ottimo per scrivere questo blog una volta arrivati a destinazione. In cammino, invece, un ipod sarebbe andato  molto meglio  perché di dimensioni molto più gestibili con le tasche di uno zaino. 
Come ausilio alla Navigazione ho usato l’app Wikiloc (https://it.wikiloc.com/) sul mio telefonino pagando pochi euro per l’abbonamento di un anno. Se avete piacere di sapere dove siete e dove dovete andare lungo il Camino è un ottimo ausilio. Purtroppo questo software non consente l’importazione di punti, per cui, per trovare il vostro ostello, ad esempio, dovrete far ricorso a Google Maps. Il Camino è comunque strasegnato e non c'è modo di perdersi. In Spagna, i costi delle telefonate e del traffico dati sono identici a quelli che avreste in Italia. 
Ogni ostello fornisce prese di corrente individuale vicine a ciascun letto e non è un problema ricaricare ogni sera le proprie cose. Non dimenticatevi un buon power bank (io ne avevo uno da 20.000 Milli ampere/ora) in modo tale da camminare con il vostro equipaggiamento  sempre sotto carica.

Il cibo
Ci siamo trovati benissimo. La cucina gallega offre un'infinità di piatti tutti molto buoni. Si mangia dell'ottimo pesce, squisiti frutti di mare  e dell'ottima carne. 
Tant'è che se questo è l'attuale logo del Camino


vorrei proporre l'introduzione di un altro logo


Buoni il vino e la birra ed anche i dolci. Giusto una parola di precauzione: attenti alle porzioni. Sono spropositatamente grandi!

I rapporti umani

Una cosa davvero colpisce: la facilitá con cui si chiacchera apertamente con tutti. Dal semplice “buen camino” detto mentre si patisce la stanchezza a sincere e profonde considerazioni condivise con l’interlocutore e tutto il resto che ci può stare in mezzo a questi due estremi. Trovata sempre gentilezza e cortesia. Giusto un paio di incontri da menzionare. Il primo un tizio, proveniente dalle nebbie baltiche,  che, ho avuto l’impressione,appreso che eravamo italiani, ha preferito farsi assegnare un altro stanzone.  L’altro, un tizio di origine carioca, che in più occasioni non ha pulito il gabinetto  come avrebbe dovuto. La malasorte lo perseguiterà  fortemente perché gli resterá addosso per sempre l’irriverente soprannome di O’ Cagaçeiro.


Le motivazioni 
 
Lascio per ultimo questo paragrafo. E' quello più difficile. Perché si affronta la fatica del Camino? È una domanda cui personalmente  non so dare ancora  una risposta. Ho cercato invece di trovare le ragioni degli altri. Una buona parte delle persone sono animate da motivazioni religiose. Offrono come “fioretto” le loro fatiche quotidiane, le privazioni come segno di deferenza alla Religione in cui credono. Altre persone, invece, non hanno la fede, ma hanno provato o stanno provando profonde sofferenze umane (lutti, malattie, abbandoni) e cercano qualcosa in questo percorso. Vuoi trovare o ritrovare il rapporto con Dio, vuoi  il proprio equilibrio interno. Ci sono poi gli sportivi incalliti che, armati di tutine tecniche e GPS, vogliono misurare le prestazioni e vivere l’effimero piacere del compiacimento nelle proprie capacitá. E come poter tralasciare i fidanzatini od aspiranti tali in cerca di un’avventura con cui suggellare i propri sentimenti? Io non appartengo a nessuna di queste categorie, ma sono un curioso.

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Martedi 6 Giugno

Con oggi cessiamo ufficialmente  il ruolo di pellegrini ed assumiamo quello dei turisti. Partiamo per Ourense, infatti,  con una macchina a nolo e visitiamo questa cittá. Purtroppo l’antica cattedrale è chiusa per restauri, ma la grande area pedonale ci consente comunque  una piacevole passeggiata. 


Interessanti anche i due ponti che si contrappongono: l’antico ponte romano 

ed il moderno, ed affascinante,  ponte costruito dall´architetto Álvaro Varela ed  inaugurato il 1° settembre 2001

Ma Ourense ancora ci fa ancora una sorpresa. Poco fuori città ci sono delle Terme gratuite situate lungo le rive del fiume Minho. Trascorriamo qualche ora a crogiolarci nell’acqua calda a 38°C




Nel pomeriggio proseguiamo il nostro avvicinamento verso la costa Atlantica prendendo qualche temporale. Arriviamo a Ponteareas   e li sostanziosa cena in trattoria locale Eira Vella (che i NAS  avrebbero chiuso per direttissima, ma il cibo è ottimo!) 

e poi  ninna


Mercoledi 7 Giugno

Pioggia e anche forte. Mi sa che sará cosi tutto il giorno. Inutile pensare di andare a visitare le cittadine di Baiona e Vigo. Ne saremmo usciti bagnati come pulcini. E allora da Ponteareas imbuchiamo mesti una stradina secondaria che va direttamente  verso Nord e ci fermiamo nel paesino di Pazos de Borben per fare colazione. Tutti gli abitanti del paesetto pare abbiamo avuto la stessa idea

Facciamo due chiacchere con il proprietario del locale che parla italiano. Ha questo locale, in cui lavora lui per prima persona, e poi possiede anche un’officina. Ci dice che non riesce a trovare personale. Ci sembra una persona molto in gamba e volenterosa. Una persona cui la burocrazia non sembra mettere i bastoni tra le ruote come, purtroppo accade da noi.
Arriviamo infine a Visita Pontevedra, simpatica cittadina che si affaccia sul mare. Ci infiliamo, curiosi, nel mercato del pesce

E poi due passi nel centro storico, tutelato da una bella area pedonale, in cui spicca la settecentesca Chiesa della Vergine Pellegrina 

 

 


Ed, al solito, a fianco di tanto antico, non manca un interessante ponte a tiranti che, con la sua leggerezza, non può non affascinare. Progettato da Leonardo Fernandez Troyano e Francisco Javier Manteola Armisen nel 1992, è stato inaugurato nel 1995.

Ci mettiamo sulla costiera ed arriviamo a Noia. Interessante la chiesa di San Martino di impianto romanico


Continua a piovere. Inutile procedere lungo costa. 

Prendiamo una stretta strada interna che si inerpica nei boschi. Entriamo ed usciamo dalle nubi ed a pochi metri da noi frullano a pieno ritmo le pale eoliche. La Galizia, intelligentemente, ne è piena. Nella nebbia, questi manufatti notoriamente non belli, assumono fisionomie di fiaba

Arriviamo a Cee e qui pernotteremo presso l’Albergue O Bordon, dove incontriamo Giancarlo Marchesi, vispissimo ed allegro 78enne che, con tutti i cammini fatti, assomma ad un totale di circa 30.000 (avete letto bene!) chilometri percorsi. Un decano di questa specialità. Potete voi stessi vedere cosa è capace di fare quest’uomo:  http://www.pellegrinando.it/i-diari-di-giancarlo-marchesi/

Ottima cena di mariscos alla Meson O Gallego 


e, nonostante la luce ancora presente sino a tarda sera, poi ninna.


Giovedi 8 Giugno

Partiamo bene. C’è un accenno di sole che  fa ben sperare. Ci mettiamo allora in viaggio per la vicina Finisterre. 
Arriviamo al piccolo porto ed anche qui scopriamo la natura marinara di queste genti. Nel piccolo cantiere, infatti, ci sono due barche da pesca oceanica. 

Ben goffi sulla terra, ma decisamente adatti per l’onda lunga dell’Atlantico. Dopo una rapida colazione ci facciamo un giretto sul molo per vedere le barche e notare l’ abbondanza di pesce

Proseguiamo il giro in paese e visitiamo il castello di San Carlo ora gestito dalla Cooperativa dei 
Pescatori ed adibito a Museo della Pesca. 

L’anziano Manolo, vecchio pescatore, ci accompagna nella visita e ci spiega con passione le varie ed ingegnose tecniche per catturare le varie tipologie di pesci. 

Ad esempio, quando una rete era piena, i galleggianti in sughero era fatti in modo tale da assumere una posizione eretta per informare il pescatore che era ora di tirare le reti. E cosa dire delle strategie messe in atto dal pescatore eluse dal furbo polipo capace di prendere l’esca dalla nassa senza restarne prigioniero

Ma è ora di muovere verso il vicino Capo Finisterre, punto più ad Ovest dell’Europa Continentale (009 gradi 16’ 21” W). Davanti ad esso, dopo circa 3000 miglia, dall’ altra parte dell’ Atlantico, la cittá di New York. Fa davvero impressione pensare che coraggiosi Navigatori, con i rudimentali strumenti dell’epoca, si siano cimentati in imprese verso l’ignoto portando alla conoscenza del Nuovo Mondo. Pensate, ad esempio, che la costa attorno a Finisterre è chiamata a Costa da Morte per via dei numerosi naufragi nei secoli a causa dei molti scogli affioranti. 
Capo Finisterre, inoltre, è anche il punto d’arrivo di un supplemento del Camino di Santiago. A chi non è bastato camminare sin li può appunto procedere per un centinaio di chilometri oltre Santiago ed arrivare a Capo Finisterre. Infatti, abbiamo ritrovato attorno a noi un ambiente di pellegrini  piuttosto familiare.


ed è ora di mangiare. Con un po’ di fiuto ed il buon uso del GPS ci infiliamo in una trattoria casereccia, Casa Carmela (https://goo.gl/maps/MCkF82Rrty2KRkrv8), dove ci siamo coperti di onore apprezzando la generosa cucina locale.


Si inizia a riannuvolare. Facciamo appena a tempo a visitare il Santuario de Nuestra Senhora de la Barca situata sulle rocce in riva al mare presso il paesetto di Muxia


Poco dopo inizia nuovamente a piovere, anche forte. Decidiamo di spendere questo tempo, altrimenti inutilizzabile, per un trasferimento verso Est e pernottare presso l’Albergue Rio Eume. Questo ci permetterà di raggiungere facilmente la cittá di Ferrol il giorno dopo.  

Venerdi 9 Giugno

Visitiamo Ferrol con qualche spiraglio di cielo blu. Poiché non abbiamo molto tempo scegliamo di visitare Canido, un quartiere noto per i suoi murales. E la mezz’oretta di cammino a naso all’insù porta dei buoni risultati. 
La cosa è partita dall’inventiva di un artista galiziano Eduardo Hermida il quale, stanco di vedere l’arte solo nelle sale di museo, ha cominciato a dipingere facciate di palazzi. La sua ispirazione si è inizialmente rivolta verso un famoso quadro di Velazquez, Las meninhas (Le bambine), reinterpretandone i contenuti in chiave ironica
Vedete anche voi come questo quadro sia riflesso e distorto nei suoi personaggi tramite nelle rappresentazioni dipinte da Hermida e dai suoi epigoni.




Ma è ora di muovere. Abbiamo un importante appuntamento a Ribadeo, a circa un’ora e mezzo di macchina da Ferrol. Un appuntamento con l’Atlantico, la cui marea non ammette ritardi. Infatti, come pianificato, arriviamo alla Playa das Catedrais un’ora prima del minimo di   bassa marea. Questo perché andiamo a visitare dei faraglioni ciclopici raggiungibili solo in detta condizione. Viceversa, avventurarsi in quel luogo fuori della finestra consentita, porterebbe a trovarsi in balia delle onde e delle correnti  oceaniche in men che non si dica. Lascio alle immagini il compito di stupirvi come noi siamo rimasti stupiti da tanta bellezza.
 
 
 
  



Solito pranzetto – spropositatamente abbondante e gustoso in un paesetto fuori dal flusso turistico – in Lourenza (Ristorante O Pipote) e poi tranquillo rientro a Santiago. 


Sabato 10 Giugno

Giornata inizialmente incerta. Nuvole basse e qualche occhietto di blu. Chi vincerá? Decidiamo con Franco di dividerci e riagganciarci per pranzo. Lui deve terminare l’ acquisto di qualche regaletto, io ero interessato ad andare a visitare la Ciudade da Cultura de Galizia. Questo opera architettonica moderna spicca su un’altura fuori dalla  cittá vecchia. È decisamente visibile per via delle proprie forme, decisamente attraenti.  Il complesso di edifici è stato concepito dall’architetto americano Peter Eiseman e comprende più  facilities tra le quali spiccano  il Museo della Galizia ,  la Biblioteca e l’Archivio della Galizia. Vi si svolgono congressi, mostre e molti studenti usano queste splendide strutture come luogo di studio. Con un pizzico di fortuna riesco a seguire una visita guidata, completamente gratuita, che descrive proprio  il complesso architettonico. Vige il più stretto silenzio. Nella intera Ciudade è, infatti, interdetto il traffico di auto, moto e bici. È interessante sapere il concetto fondante di queste costruzioni. Esse sono concepite come creazioni da inserire sotto la “pelle” del terreno. Ecco dunque spiegato il perché dei tetti delle costruzioni cosi curvilinei. Ciò si vede bene dal modello del progetto iniziale.

 


L’ interno di queste costruzioni rispecchiano il concetto: i grossi piloni squadrati sorreggono i tetti  mentre le colonne rotonde sono quelle che sorreggono le costruzioni vere e proprie.   




Mi ricongiungo con Franco per pranzo e decidiamo di fare un gran final con paella de mariscos.

Un bell’arrivederci a questa bella ed accogliente terra di Spagna asi rrrica!

Ma le avventure non sono ancora finite. L’arrivo da Santiago su Bergamo avviene ad un orario tale da rendere poco agevole uno spostamento in cittá. Ed eccoci, allora, ad inaugurare in terra europea quanto avevamo visto in Giappone qualche anno prima: il pernottamento in capsula direttamente in aereoporto.
Un’esperienza interessante dormire a pochi metri dal bancone del check in! D’altra parte se non avessi fatto l’aviatore avrei voluto fare il sommergibilista. Il che c’azzecca perfettamente con un pernottamento in capsula


Domenica 11 Giugno
Ripartiamo  in bus e dopo qualche ora con un impeccabile servizio della compagnia Flixbus, rientriamo a Torino.



Conclusioni 

Interessante il tratto di Cammino percorso. Mi è piaciuta la facilità dei rapporti umani, la vicinanza tra le persone, la solidarietà  e  l'umiltà di chiunque abbia inteso intraprendere un'iniziativa di questo genere. Alla fine della settimana di cammino ero fisicamente stanco ma contento. Bello anche il giro in Galizia che mi ha affascinato con il suo verde, i suoi monumenti antichi e moderni, entrambi affascinanti, le sue nebbie e...la sua buona cucina!

Resta, infine , il rammarico di vedere come un Paese come il nostro - che quanto a bellezze artistiche e naturali non ha nulla da invidiare ad altri - non sia stato ancora in grado di capire l'importanza di questo tipo di turismo. La Spagna lo ha capito e ne sta traendo il massimo beneficio per la propria economia.

 Speriamo che qualcuno voglia investire anche da noi. Non occorrono grandi risorse ma quelle investite vanno di certo manutenute per essere appetibili.


Ringraziamenti

Volevo ringraziare l'amico Franco, veterano già di altri due camini precedenti,pazientemente vicino a me, pronto a suggerirmi come affrontare le difficoltà



Libri

  • Il Cammino Immortale di Jean Christophe Rufin
  • Sulla strada di Santiago di Massimo Cardoni


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https://blogbattaglia.blogspot.com/2018/05/i-miei-viaggi-piu-belli.html