PREMESSA
Spesso la vita ci pone davanti a dei bivi che sembrano essere dei macigni inconciliabili del tipo “faccio o non faccio”, “vado o non vado”, “dico e non dico”. Questo dilemma sembrava riproporsi anche verso la fine di settembre 2021 dopo il lungo lock down dovuto al covid. Anna, iscritta all’ Associazione Onlus di donne operate al seno “Dragonette Torino”, aveva una gara a Formia ed io, qualche giorno più tardi, avrei avuto il consueto raduno con i compagnucci di corso per festeggiare i 46 anni dall’ ingresso in Accademia presso una base dell’Aeronautica Militare sita ad Otranto.
Come coniugare queste due attivitá così lontane eppure così sentite da ciascuno di noi? Ebbene, invece di avere due impegni separati, gli stessi sono stati gradevolmente raccordati da una vacanza/viaggio attraversando itinerari poco conosciuti in bassa Campania, Basilicata e Puglia.
Venerdi 17 settembre, con le Dragonette a Formia
La giornata inizia prestissimo perché alle 05:50 parte il treno per Roma. In stazione, a Torino, ci ricongiungiamo con la festosa squadra in rosa di circa 40 Dragonette.
Lasciatemi spiegare in cosa consiste questa Associazione, davvero benefica per persone hanno subito il trauma di una grave malattia.
Nel 1996 nasce in Canada – per volere del Dott. Don McKenzie – il progetto “Abreast in a Boat” dedicato alle donne operate al seno con l’obiettivo di sfatare il mito che per chi abbia subito l’asportazione parziale o totale del seno a causa del cancro, non sia possibile sostenere un’attività fisica, stante la condizione di rischio linfedema molto elevato.
Il Dott. Don McKenzie ha pertanto coinvolto un gruppo di volontarie in una attività che impegnava essenzialmente le braccia e il busto.
Da quel giorno il progetto è stato adottato in molti paesi americani ed europei.
In Italia la prima squadra di donne in rosa è nata a Roma nel 2003.
A Torino, un gruppo spontaneo di donne operate al seno è dedita al dragonboating Per chi ne volesse sapre di più consultate il sito https://www.dragonette.org
Ma eccoci allora arrivati a Formia presso il rinomato Centro di Preparazione Olimpica.
Qui le Dragonette, con tutte le altre squadre di “donne in rosa” sono ospitate ed ufficialmente ricevute con un dettagliato briefing circa le attività sportive del giorno successivo.
Mi colpisce soprattutto la solare ed inclusiva impostazione che viene data all’incontro. Non è una gara tra equipaggi diversi bensì una vittoria sull’ infausto evento per ciascuna donna in grado di salire in barca.
Sabato 18 settembre, con le Dragonette a Formia
Ma bando alle ciance. Oggi si gareggia! Il tempo è buono ed il mare calmo ed il dragone non si spaventa affatto di un moderata risacca.
Il campo di gara è antistante i bagni Lido i Delfini. Le imbarcazioni, in batterie da due,partono da una boa posizionata qualche centinaio di metri dalla riva e devono arrivare a riva e far scendere un membro d’ equipaggio per fagli suonare una campanella sita sull’ arenile. L’ equipaggio che suona per primo è quello che ha vinto la gare.Come anticipato, il mare non è affatto calmo ed in vicinanza della riva ci sono una cinquantina di metri di risacca.
Le Dragonette danno prova del loro allenamento strappando una invidiabile posizione grazie anche all'agilità di Dragonetta Claudia che, con balzo felino, lascia la barca al momento propizio e suona la capanella.
Domenica 19 settembre, Paestum ed il Volo sul Cilento
Siete riusciti mai ad afferrare una marmotta per la coda? Neanch'io! Ed infatti, Anna, soprannominata da sempre “La Marmotta”, a fronte della intensa giornata sportiva precedente, si è catapultata fuori dal letto facendo una nuotata nella bella piscina dell’Agriturismo.
Dopo colazione eccoci siamo pronti a tuffarci in uno degli scenari più belli della Magna Grecia del VI° secolo avanti Cristo: gli scavi di Paestum!
La locazione esatta dell'ingresso è riportata nel link sottostante.
https://goo.gl/maps/SN6nAYYoAscunkQc9
Riusciamo ad agganciare una visita guidata che partiva proprio il momento in cui siamo entrati nel complesso archeologico. Il sig. Angelo ( tel. 3288442205) è la nostra guida e ci narra la storia di questa città, fondata dai Greci attorno al VI’ secolo avanti Cristo. Essi riuscirono a mantenerla sino all’irruzione dei Lucani per breve periodo allorché la città cadde sotto l’ egida di Roma. Quest’ultima seppe riutilizzare gli edifici piegando i precedenti culti e comportamenti più vicini ai costumi romani. La città fu poi abitata sino all’epoca bizantina e venne poi abbandonata poichè divenuta zona acquitrinosa e soggetta a malaria. La zona divenne poi oggetto di interesse molti secoli dopo quando i Borboni iniziarono a ricercare tra le rovine in cerca di tesori sulla falsariga di quando si stava sviluppando a Pompei.
Ciò che si vede in piedi è in piedi dall'epoca in cui è stato costruito. E' così per il Tempio di Nettuno, per quello di Hera, per quello di Athena, per l'anfiteatro e per le mura perimetrali.
Lascio alle immagini il compito di descrivervi i monumenti principali ed ad un breve filmato come detti templi dovevano apparire, ricchi di policromie, statue e rifiniture.
https://www.pestum.it/storia.htm
A rinvigorire gli interessi, questa volta sul piano culturale, il “Grand Tour” in Italia di artisti nordici, in particolare tedeschi, attratti dalle bellezze del “Bel Paese”. Le stampe del Piranesi testimoniano visivamente quello che era lo stato del sito nel 1700.
Ci sarebbe da scrivere un libro per ciascuno dei monumenti presenti nell’insediamento all’ interno delle mura, ma non è questa le sede appropriata. Ciò che colpisce di questo sito - tutto contornato da possenti mura in pietra - è la dimensione di ben 24 ettari dell’ insediamento ed il fatto che appena il 20% dello stesso sia stato scavato.
La visita al vicino museo, poi, è stata davvero interessante per gli affreschi tombali che descrivevano la vita dei greci e dei lucani ben 4 o 5 secoli prima di Cristo.
E dopo tanta cultura e pensiero occorreva un po’ di stacco.
In primis un bel pranzetto di mozzarella di bufala
E poi un bel voletto con Volare sul Cilento sito presente nel vicino paesetto di Trentinara.
https://www.cilentoinvolo.info/
In serata arriviamo a Potenza molto stanchi e, dopo cena, non tardiamo andare a dormire.
Lunedi 20 settembre, Acerenza e l'arrivo alle Dolomiti Lucane
La giornata non comincia bene. Avevo pianificato una visita alla villa romana di Malvaccaro sita nella periferia della città. Tutto sembrava semplice e lineare sennonché ci siamo trovati davanti un bel cancello sbarrato.
Addio preziosi mosaici,
addio interessanti considerazioni sugli scambi commerciali della Roma Antica che si sviluppavano lungo la direttrice della Lucania.
Il traffico e la difficile viabilitá di Potenza mi hanno poi scoraggiato a cercare altri siti in cui approdare ed allora abbiamo puntato direttamente verso il paese di Acerenza e della sua importante Cattedrale medioevale. Conosco questo paese,per certi versi ancora fermo nel tempo,
perché mio padre, con il suo caro amico Vittorio, venivano da Roma a fare il carico del prezioso vino Aglianico. Mi ricordo di aver partecipato da ragazzo ad una di queste spedizioni e mi ricordavo la Cattedrale come un luogo magico.
L’esterno è rimasto tale, degno dello scenario del film “il nome della rosa” ma l’interno, rimaneggiato con scialbi restauri negli anni 70, pur mantenendo l'imponenza dell'impianto originario, ha perso molto del suo charme medioevale. Le pareti sono tutte intonacate e nascondono pudicamente il vigore espressivo della nuda pietra. I pavimenti rifatti con un improbabile gres a malapena degno di un bilocale di periferia. Non posso che pensare all’intento compulsivo di qualche zelante sacrestano molto più preoccupato dell’apparenza della chiesa che non del suo valore intrinseco di opera d’arte. L’amaro in bocca comincia a sciogliersi allorché ci avviciniamo al paese di Pietrapertosa, nel pieno delle cosiddette Dolomiti Lucane. Il sole inizia a tramontare e la corona di rocce che fieramente sottendono il paese si tingono di rosa. Saliamo al punto più alto del paese, il castello di origine saracena del IX’ secolo dopo Cristo divenuto poi normanno.Il silenzio, il vento, il colore blu del cielo ci ricompensano delle delusioni ricevute nella giornata. Cenetta in camera e poi ninna. Abbiamo fatto i nostri 10.000 passi, ma molti dei quali sui pronunciati dislivelli che caratterizzano Pietrapertosa.
Martedi 21 settembre, ancora nelle Dolomiti Lucane
Bella giornata. Lasciamo il b&b dove abbiamo dormito, ovvero Pietrapertosa, ed iniziamo il Percorso delle 7 Pietre.
È un itinerario naturalistico letterario che in qualche modo descrive l’animo di quei solitari posti con riferimenti a culti ancestrali.
Per dettagli vedi:
http://basilicatadavedere.com/it/blog/item/59-percorso-sette-pietre
Una bella scarpinata di quasi due ore, ben segnata ma con forti pendenze, soprattutto se percorsa come tratta di ritorno. A metà della passeggiata si arriva nel punto più basso dove c'è in piedi ancora un ponte romano.
Arriviamo dopo un paio d’ore e mezza di cammino a Castelmezzano. Il paesino ci appare ben più curato ed accessibile di Pietrapertosa.
Gli edifici presentano una studiata uniformità architettonica in accordo al luogo, ci sono fiori e numerosi b&b e localini. Ma il vero punto di forza è la corona di rocce che contornano il paese.
Con Anna concordiamo che il ritorno a piedi a Pietrapertosa sarebbe stato troppo, per cui prenotiamo un trasferimento in minibus e ci concentriamo, invece, sulla breve escursione ai resti del castello normanno che, anche qui, domina il paesetto.
Il posto, come il castello di Pietrapertosa, è un vero nido d’ aquila. Tiro fuori “Pipino” soprannome con cui definiamo il Mini, drone della DJI del peso di 249 grammi con il quale faccio qualche foto dall'alto.
Purtroppo la scalinata che serviva il posto di vedetta e scavata nella roccia, è chiusa. È considerata una via ferrata e non è aperta a tutti.
Ripartiamo con la macchina da Pietrapertosa e ci dirigiamo verso San Mauro Forte via Accettura attraversando una folta foresta. Stiamo infatti attraversando il Parco Regionale di Gallipoli Cognato.
Ci fermiamo ad Accettura per rifornire (Pietrapertosa non ha un distributore!) ed un simpatico falegname ci parla con orgoglio dei riti ancestrali del proprio paese, ovvero i festeggiamenti della fertilità costituiti dall’accoppiamento di due alberi.
Tale evento ha luogo durante le feste di Pentecoste e sarebbe da andare a vedere. Passo per San Mauro Forte.
Un paese sparso tra le colline lucane. Ma non è un caso. Questo paese, negli anni 60 fu la prima sede assegnata al mio caro zio Tonino, allora giovane notaio.
Sono qui, allora, per onorarne, con affetto, la memoria. Mi ricordo ancora dei suoi discorsi circa l’isolamento di quelle terre, peraltro ben descritto da Primo Levi nel suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli”. Ed ancora oggi, un viaggio per queste terre non è una banalità come lo sarebbe in altri territori. Il paesaggio è accidentato, le vie di comunicazione tra i paesini sono ancora quelle di 100 anni fa.
Dopo un’ altra ora di colline, calanchi e curve arriviamo a Ferrandina ultima meta odierna. Siamo molto stanchi e dopo una buona cena ci buttiamo a letto.
Mercoledi 22 settembre, l'arrivo sulla costa ionica
La giornata sarebbe stata dedicata alla visita guidata del vicino paesetto disabitato di Craco. Purtroppo la Protezione Civile ha interdetto ogni tipo di visita per via di alcune strutture pericolanti. Avevo già organizzato tutto (Servizi Turistici, tel 3801494812), ma nulla da fare. Fortuna vuole che, chiaccherando con il B&B che ci ha ospitato, intercettiamo l’ indirizzo di un frantoio a gestione familiare http://www.oroverdelucano.it/, posizione raggiungibile su Google Maps cliccando sul link https://goo.gl/maps/4tAX43SQ6ciA8Ee4A, Provincia di Matera tel.sig Nicola 3398447722) e prima di ripartire facciamo scorte per l’inverno e pensiamo anche a dei regalini.
Completiamo l’opera comprando del buon Primitivo presso la Vitivinicola Rongo di Massafra (www.roccorongo.com )
Un generoso Primitivo da 15 gradi per la versione secca e da 16 e passa gradi per la versione amabile. Pensate che i proprietari di questa Azienda sono i consuoceri di cari amici che abbiamo a Torino. La giornata si conclude a Gallipoli, dove, per buona sorte, troviamo la stanza più della del B&B La Riviera dalla quale ci godiamo uno splendido tramonto.
Giovedi 23 settembre, il giro del tacco lungo la litoranea
Troppo vento e un tantino troppo freddo per pensare di fare il bagno. Come utilizzare la bella giornata di oggi? Innanzitutto ci spediamo su a Torino tutti gli acquisti di olio e vino che avevamo fatto sino ad allora. Decidiamo poi di lasciare Gallipoli utilizzando la litoranea per arrivare ad Otranto. Un giro certo più lungo della via diretta ma certamente molto più ricco dal punto di vista paesaggistico.
Infatti, numerose sono state le fermate per godere dei panorami.
Abbiamo interrotto il viaggio con un buon pranzetto di pesce.
Sulla costa ionica il mare era facilmente raggiungibile e in buona parte di spiaggia. Da dopo Santa Maria di Leuca, la costa adriatica, diveniva alta e scogliosa, in buona parte inaccessibile.La vita in Accademia e la sequenza dei Corsi
Prima di proseguire oltre con il racconto che attiene al raduno di Corso ad Otranto occorre spiegare come funziona il susseguirsi dei corsi regolari del Massimo Istituto.
Vi si entra per concorso terminate le scuole superiori alla balda età di 18 anni e si esce uomini formati dopo 4 duri anni. La vita non è affatto facile e devi essere davvero motivato per arrivare sino in fondo.
Sveglia alle 6.30 la mattina in camerate da 6 almeno il primo anno, alzabandiera alle 7.00, colazione ed alle 8 lezioni sino alle 13. Lettura punizioni con tutti i corsi riuniti e poi pranzo. Quindi, in funzione dei giorni della settimana, studio o sport obbligatorio o libera uscita 3 volte a settimana rigorosamente in divisa con tanto di spadino.
Ogni Corso ha il proprio gagliardetto ufficiale deciso dallo Stato Maggiore e qui di seguito quello dei Corsi Rex e Rostro
Ed uno stemma di corso molto più goliardico portato sulle tute da volo.L' attuale sede dell' Accademia Aeronautica è una meravigliosa struttura che domina il Golfo di Pozzuoli.
Ci sono gli alloggi, le aule di lezione, gli impianti sportivi con tanto di piscina coperta, poligono di tiro, teatro e grandi spazi in cui l'Allievo conduce la propria vita molto regolata. Per chi ne volesse sapere di più visitate il sito ufficiale dell’Accademia Aeronautica http://www.aeronautica.difesa.it/organizzazione/AccademiaScuoleIstitutiFormazione/Pagine/AccademiaAeronautica.aspx
A fronte di questa disciplina esiste, tuttavia, anche tanta goliardia come potete immaginare per dei ragazzi che hanno 20 anni. Goliardia tra membri di uno stesso corso e tra corsi. Il tutto per cementare quello spirito di corpo tanto necessario sia in volo che a terra. Se volete sbirciare da dentro questo secondo aspetto consultate il “Librone del Corso Rostro 2°” in cui vengono snocciolati fatti e misfatti di corso durante i quattro anni d’ Accademia. Riderete non poco. Di solito si dice: In Aeronautica, se non sono matti, non li vogliamo! Ed effettivamente....
https://rostro2.eu/wp-content/uploads/2019/11/rostro.pdf
Venerdi 24 settembre, ad Otranto con i compagni di Corso
Ed allora eccoci qui ad Otranto, base dell’Aeronautica Militare, per festeggiare i 46 anni dall’ ingresso in Accademia. Evento ovviamente aperto anche alle mogli ed ai figli oramai anche loro appartenenti al Corso Rostro ad honorem!
Di solito questi incontri lasciano la più ampia libertá di vedersi e di fare ciò che ciascuno desidera. Tuttavia un paio di cerimonie sono affettuosamente obbligatorie. La prima è la colazione al bar Moresco con il “pasticciotto” tipico dolce salentino per concordare possibili attività da fare insieme nella giornata, e poi la cena serale.
Oggi si decide di fare il bagno "ai gradoni"
Il mare antistante la città vecchia di Otranto non ha nulla da invidiare alle Maldive. L'acqua è cristallina e ancora abbastanza calda.
La giornata di bagni è poi durata sino al pomeriggio per proseguire con un romantico aperitivo, al calar della sera, presso Faro di Punta Falascia.
Il secondo evento sociale è stata un "sobrio rinfresco". Così si direbbe in Aeronautica per definire la scofanata che ci siamo fatti presso un vicino agriturismo.
La serata è terminata poi con i passi di danza della Pizzica la cui musica era suonata da un complesso locale.
E, come vedete, Anna non si è tenuta riuscendo anche ad infrangere un anziano cuore salentino.
Sabato 25 settembre, ad Otranto con i compagni di Corso
Altra giornata radiosa. Trascorsa quasi per intero al mare su una spiaggia appena fuori Otranto (bagni Fuori Rotta).
Sulla via del ritorno ci fermiamo a visitare la Chiesetta di San Pietro che contiene affreschi originali dell’epoca bizantina. Un vero capolavoro.
Ma eccoci pronti per l’evento clou: la cena di festeggiamento. Nel pomeriggio di 46 anni fa facevamo il nostro ingresso in Accademia. Cena di pesce di adeguato livello.
Domenica 26 settembre, ad Otranto con i compagni di Corso
Giornata dedicata ancora al mare. Bel bagno presso lo stabilimento Fuori Rotta dove ci ricongiungiamo con gli altri Rostricciatoli. Successiva visita alla Cattedrale di Otranto con il suo meraviglioso pavimento a Mosaico.
Lunedi 27 settembre, la ripartenza
Ripartiamo con comodo volo diretto Brindisi Torino con l’auspicio di ritornare nuovamente ad Otranto per condividere il piacere di rivedere i compagnucci di Corso e gioire delle bellezza della Puglia.
E a casa ritroviamo i nostri bambini, pronti ad accoglierci con una fraterna zampata!
CONCLUSIONI
Una vacanza piuttosto composita e per questo molto varia. Un allegro impegno sportivo di Anna a Formia, la meravigliosa Paestum, lo spettacolare volo sul Cilento, i segreti della Basilicata più nascosta, le bellezze del mare pugliese ed, infine, il piacere di festeggiare con i compagni di Corso i 46 anni dell’ ingresso in Accademia. Una cosa, tuttavia, la dobbiamo dire. Questo nostro Sud è una vera miniera di cose belle. Arte, clima, storia, enogastronomia si fondono creando un ambiente di irresistibile attrattiva. E di queste meraviglie ce ne sono talmente tante che il nostro soggiorno è riuscito ad accarezzarne solo una piccola parte. Fa tuttavia restare l’ amaro in bocca il fatto che, in più occasioni, ci siamo trovati inspiegabili porte chiuse che ci hanno precluso la visita di beni culturali preziosi. C’è da augurarsi che i gestori di queste meraviglie acquisiscano una maggiore consapevolezza del valore dei beni che amministrano.
Caro Marcello, cara Anna che dire: un forte abbraccio a questi due baldanzosi eroi con tutto il cuore.❤️ Io mi appresto tra una settimana ad andare in auto in Navarra dove attualmente abita e lavora mia figlia Sabina e vi invierò delle belle foto oppure ve le farò vedere al mio ritorno magari passando a trovarvi per assaggiare un buon vinello! ☺️
RispondiEliminaCaro Marcello! Che piacere leggere questo tuo nuovo blog!
RispondiEliminaIn questa vita sei stato un orgoglioso ufficiale dell’ Aeronautica Militare Italiana….nella prossima sarai scrittore e poeta !😃
A parte le bellissime descrizioni delle maraviglie del meridione d’Italia,ho trovato emozionanti i ricordi di tuo padre e tuo Zio “sindaco” !
Ho letto senza sosta le tue descrizioni della vita in Accademia…e .
che belli i vostri incontri !
E,da ultimo,complimenti ad Anna ,la coraggiosa “Dragonetta” sabauda che spero poter conoscere appena potró tornare in Italia.
Ti abbraccio!
👆….sono Alberto…e ancora tanti saluti dall’Argentina
RispondiEliminabello scoprire aspetti e virtù nuove di vecchi amici, ma tu esageri, paricò!!!
RispondiEliminaCarissimi,grazie dei vostri bellissimi itinerari turistici ai quali partecipiamo con affetto. Mantenetevi giovani il tempo ve ne dara credito.
RispondiEliminaComunque siate prudenti e teneteci partecipi.