domenica 12 maggio 2019

Mission Planning Systems




Molti di voi si saranno posti il problema di come vengano pianificate le missioni dei velivoli da combattimento, in particolare quelle svolte dal ruolo caccia bombardieri come il Tornado.


Ebbene, proprio questo velivolo, in Italia,  ha segnato un po' lo spartiacque tra due differenti generazioni di velivoli. Una prima generazione rappresentata da quei velivoli che,  per pianificare la navigazione, hanno utilizzato carte, gomma e matita e una seconda generazione, invece, costituita da velivoli che hanno iniziato ad operare sempre più con mouse e tastiera sino a dimenticare (o quasi) la tradizione.
Foto presa da internet, sito difesa news.it

Facciamo un breve escursus.


Sino all' F104 nel ruolo caccia bombardiere (anni 70),

era cosa normale prendere più carte geografiche, tagliarle opportunamente in modo da lasciare la linea di rotta sempre al centro pagina e corredare ciascun foglio formato "cosciale" da tutte le informazioni necessarie alla navigazione tipo  tempo di volo totale, tempo parziale di ciascuna leg di navigazione, quote significative,  il carburante atteso in un determinato punto e così via. Il tutto confluiva in un libercolo detto "navigation folder" maneggiabile a bordo di un caccia. Il processo, che comprendeva tra l'altro il taglio di più carte geografiche,  era molto lungo perchè il tutto era calcolato con goniometro, riga, o altri sistemi molto empirici. Il punto di congiunzione tra questo documento di pianificazione e la esecuzione del volo era costituito dall'agire del pilota che  perchè a bordo non vi erano sistemi avanzati in grado di svolgere queste mansioni. 

Con l'inizio dell'era Tornado (inizi anni 80) 

il velivolo inizia ad avere un vero e proprio computer di bordo destinato ai calcoli della navigazione a bassa quota, il quale, per poter effettuare le proprie routines,  aveva bisogno di coordinate e  consentire così lo svolgimento della missione con tutti gli automatismi del caso.  Pertanto la pianificazione iniziò ad avvenire  tramite impiego di un tavolo magnetico  accoppiato ad un computerino (si chiamava appunto  Computer Planning Ground Station o CPGS), tavolo  su cui si stendeva una carta e tramite il  quale si acquisivano con un cursore le coordinate. Queste, a loro volta,  andavano a finire su una cassetta (era una banale cassetta da registratore con pochi "K" di dati digitali), cassetta  che veniva scaricata sul velivolo prima del volo. Ovvero, adesso  il velivolo,tramite il compuetr di bordo così caricato,  "già sapeva di suo dove doveva andare" prima ancora di decollare e conosceva  i tempi di percorrenza in base ad una velicità al suolo prescelta dall'equipaggio. Il resto dei dati necessari alla navigazione, però,  dovevano essere ancora reperiti dall'equipaggio durante la preparazione del volo consultando il manuale di volo (consumi) ed altra cartografia (quote). Sicuramente la CPGS è stata un passo in avanti rispetto al non più sostenibile metodo totalmente manuale degli anni 70, ma il processo di pianificazione era ancora passibile di  ampio margine di miglioramento.  

Dagli anni 90 in poi

Le capacità di calcolo e di gestione dei dati cresce ed in questi anni si va verso la completa automatizzazione del processo in parola basato sulla consultazione di complessi databases (cartografia elettronica, modelli 3D del terreno, data base meteo ed altro) contenuti in   un'unica stazione di pianificazione, detta Mission Planning Station. Questa  è in grado di  nutrire con  una marea di dati    il computer di navigazione di bordo come potrete leggere più in dettaglio nell'articolo sottostante. Il Tornado, come ormai tutti gli altri velivoli nell'inventario Aeronautica Militare, fruisce di questa ultima tipologia di Mission Planning Station che, oramai, è divenuto lo standard per la pianificazione di qualunque velivolo manned od unmanned.


Ulteriori sviluppi

L'articolo sottostante, tuttavia, redatto  dal sottoscritto su Rivista Aeronautica nel lontano 1993 riflette lo stato della macchina  ovvero quando gli armamenti a bordo erano ancora quelli basati sull'impiego di "dummy" armamento  di caduta. Ovvero, pezzi di ferro, come si dice in gergo, senza alcuna intelligenza. Con l'andare degli anni, però, il Tornado ha ricevuto in dotazione armamenti che, per la loro complessità,  necessitavano a loro volta di specifica pianificazione a terra svolta tramite Mission Planning Stations o tramite stazioni di pianificazione ancor più dedicate. Per cui, all'interno della MPS, si sono stratificati, oltre ai calcoli tipici della navigazione descritti nell'articolo, una serie di routines ulteriori specificamente destinati non solo al velivolo, ma all'armamento intelligente da questo trasportato. Aspetto, questo, di cui, magari, si potrà parlare in altra occasione.

Per ora, se vi va, leggetevi l'articolo su come si pianifica la navigazione. Per rendere più vivo quanto detto sinora ho cercato di sintetizzare, ho provveduto a mettere su youtube un filmato in inglese della Ditta francese Sagem che da tempo produce  Mission Planning Station.  

Se interessati a vederlo basta cliccare  il link riportato qui sotto. 

   

Buona lettura del dettagliato articolo sui sistemi di pianificazione di missione  di seguito riportato










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