mercoledì 18 dicembre 2019

VIENNA DICEMBRE 2019



 


I protagonisti 

Un equipaggio ormai rodato:  Betty, Franco, Anna ed io.






Le imprese precedenti: la Provenza nel 2015, Praga nel 2017, Madeira nello stesso 2019.  E allora perché non includere un’incursione ancora nella Mitteleuropa, magari nel particolare periodo prenatalizio?  Detto fatto. Con congruo anticipo abbiamo preso i biglietti da Malpensa per Vienna, prenotato un onesto albergo in città ed il solito parcheggio P1 a Malpensa. E, contestualmente, acquistata l’immancabile guida Lonely Planet proprio su Vienna con cui abbiamo imbastito la pianificazione,  necessariamente essenziale per via dello scarso tempo a disposizione.  

Un po' di storia 

Personalmente da ragazzo  ero  stato in Austria, ma mai a Vienna. Vienna, la grande capitale europea, il crocevia delle vicissitudini politiche e culturali della nostra cara Europa.  Ecco, quindi, la curiosità di andare effettivamente a vedere una città così essenziale per il nostro presente. Per quei marciapiede hanno davvero camminato imperatori e principi, scrittori e filosofi, pittori ed architetti  nonchè grandissimi compositori Haydn, Mozart, Beethoven, Brahms, Mahler, Schὃnberg.  
Vienna fu città  romana e divenne, dopo alterne vicende nell' alto medioevo, dal 1200 in poi venne amministrata dagli Asburgo che si eressero a paladini del Cristianesimo nelle guerre contro i Turchi. La città stessa pagò questo conto poichè poco mancò dall'essere conquistata dalle truppe. Fortunatamente una coalizione di paesi cattolici fermò l'avanzata turca ed il regno austriaco di riprese. Dal 1700 in poi la dinastia prese in mano le redini per divenire una superpotenza europea.

 i rapporti burrascosi con la Francia di Napoleone, il congresso di Vienna e le successive vicissitudini aprirono la strada ad un ruolo davvero centrale nella politica europea dell'Impero Austroungarico. 


Il resto è storia abbastanza recente: la I° Guerra Mondiale, il ridimensionamento dell'Impero a Repubblica ed i fatti che poi portarono alla II° Guerra Mondiale.
Vienna, quindi, non può che essere un crogiolo di culture posta a metà tra Occidente ed Oriente.

Ma anche un antefatto divertente 

Tutto questo è vero, ma c’è anche un altro risvolto che ha attinenza con Vienna che ho piacere a raccontarvi perché è divertente. Quando ci vedevamo con i cari cuginetti Patrizia e Cristian, abitanti non lontano da Venezia,  lo splendore degli Asburgo e la profonda nostalgia dell’impero austro-ungarico era l’argomento principe proposto da mio zio Bruno, di Belluno, alpinista e profondo ammiratore dell’imperatore Franz Josef. Personaggio assai particolare mio zio. Un vero burlone! 


Pensate che, per ridere, quando i cari cuginetti venivano  da noi a Roma (parlo di anni 60, la lega neppure si supponeva sarebbe esistita), lo zio Bruno  si presentava  a casa portando con se uno stendardo con il leone di San Marco dichiarandosi Ambasciatore della Repubblica Serenissima in visita ufficiale presso lo Stato Pontificio. 



 E che dire poi il giorno di Capodanno, quando noi andavamo a trovare gli zii, occasione in cui si era tutti in religioso silenzio ad ascoltare il Concerto di Capodanno in diretta dal Musikverein di Vienna? 
Sicchè una certa curiosità c’era anche per soddisfare la volontà del mio caro zio Bruno e della mia dolce zia Iva, due care persone, qui con i miei,  che ricordo con grande affetto.




Giovedi 12 

Facile partenza da Malpensa ed arrivo con Austrian Airlines a Vienna ed acquisto della Vienna Card (https://www.scoprivienna.com/vienna-card) appena usciti dagli arrivi, documento    che ci ha consentito  di  andare in città e tornare in aeroporto comodamente in 16 minuti con il City Airport Train (CAT) e di salire e scendere su tutti i mezzi pubblici della città per tutti i giorni di permanenza.  Mollati  i bagagli in albergo eccoci pronti a scoprire questa ricca città.  Percorriamo volentieri a piedi i circa due chilometri che ci separano dal centro cittadino e vediamo un contesto sociale sicuramente ordinato e florido. Belle vetrine, tutto pulito, mezzi pubblici forniti di paline con gli orari  dei  transiti dei mezzi, automobilisti assolutamente disciplinati e che si fermano metri prima appena ti avvicini alle strisce pedonali, e, come avremo modo di verificare nei giorni successivi, persone più giovani che ti cedono il posto a sedere sui trasporti… Insomma tutto quello che era anche il nostro patrimonio di buona educazione e che, purtroppo,  ora non esiste più. Alla fine della passeggiata, oramai era già quasi buio,  ci imbattiamo nel bel Mercatino di Natale antistante l’imponente Palazzo del Municipio (Rathausplatz https://goo.gl/maps/khvjv8NHxzokxCwW7).  Un bell’incontro con la città. Da una parte un’architettura senz’altro importante, quella dell’ottocentesco palazzo del Municipio, 
 



e dall’altra le numerose e coloratissime e decoratissime bancarelle piene di oggettistica natalizia e di prodotti alimentari

















Tra l’altro l’atmosfera era particolarmente “natalizia” anche perché  iniziava a venire giù un po’ di nevischio conferendo alla nostra passeggiata un’aura davvero romantica. 



Arriviamo, infine, nel cuore della città, al Duomo di Santo Stefano (https://goo.gl/maps/WXYPzX3MKRQBLsTo7
Il duomo di Santo Stefano (in tedesco: Stephansdom) non è solo la chiesa più grande e più bella dell'Austria, è stata anche per secoli la chiesa per così dire "ufficiale" della casa reale degli Asburgo.

 Qui, infatti, vennero incoronati, celebrati i matrimoni di principi ed imperatori, battezzati i loro figli,qui, celebrati i funerali solenni e nelle sue catacombe furono conservate le urne, i sarcofagi di nobili viennesi, di duchi e di molti Asburgo.  I vari imperatori succedutisi nei secoli, fecero a gara per abbellire e arricchire gli interni e per aggiungere sempre nuovi superlativi: il campanile più alto dell'Austria, la campana più grande e più pesante dell'Europa, il tetto più elaborato e decorato del mondo cristiano.

Tetto del Duomo ornato di tegole policrome su spicca il tema dell' l'aquila imperiale asburgica

Ma il recondito valore della chiesa, oltre a quello ovvio di opera d’arte, consiste nella chiara lettura della concezione geopolitica del  potere avuto dalla  dinastia asburgica.  Tra il 1700 ed il 1800, ovvero nel periodo più fulgido dell’impero, il potere della monarchia si basava su tre pilastri: sull'esercito che difendeva e allargava i confini del vasto impero e che garantiva l'ordine al suo interno, sulla burocrazia che lo amministrava in modo più o meno efficace e sul clero della chiesa cattolica che teneva insieme le tante popolazioni e etnie diverse. La chiesa, dunque, il terzo pilastro della monarchia, doveva avere un proprio simbolo rappresentativo e lo trovò nel duomo di Santo Stefano, esattamente posto al centro di Vienna, e quindi al centro della monarchia.
Le dimensioni della costruzione sono davvero notevoli e gli stili rivelano i rimaneggiamenti succedutisi negli anni. Si è passati da un nucleo iniziale in stile romanico, seguito poi da un primo rifacimento in gotico ma la chiesa venne poi ulteriormente rimaneggiata in stile barocco. Questo sincretismo conferisce al monumento una propria identità stilistica gradita all’occhio.






  




Tuttavia, pur non avendo avuto tempo per visitare le singole attrattive  -  le Catacombe con le urne degli Asburgo, la torre del Duomo, la grande campana fatta con il bronzo dei cannoni turchi, giunti sino a Vienna e  fortunatamente sconfitti sul finire del 1600, ed il ricco Museo del Tesoro Diocesano -  abbiamo certamente avuto la piena consapevolezza della magnificenza di un luogo di culto e di potere come questo.
La serata si conclude con un primo incontro con la cucina locale che non ha lasciato alcun dubbio che la gastronomia austriaca è sicuramente gradevole!



Venerdi 13

Oggi è la giornata destinata al Museo di Storia dell’Arte o Kunsthistorisches Museum (https://g.page/KHMWien?share) . La guida della Lonely Planet parla di come vedere il meglio in mezza giornata e questo da un’idea della ricchezza delle collezioni e del catalogo di questa istituzione di rilievo mondiale.  La stessa struttura, un imponente palazzo di fine milleottocento, è poi di per sé un monumento di grande charme, con spazi ed ornamenti di notevole rilievo.





Il museo, infatti,  possiede diverse collezioni di arte ed arti decorative. La collezione dedicata all’ Antico Egitto è composta da oltre 17,000 oggetti tra sculture, sarcofagi, mummie e oggetti di uso quotidiano. La collezione di antichità greche e romane mette in mostra cammei, gioielli, tavole bronzee, sculture e ceramiche. Vi è poi una sezione denominata  Kunstkammer Wien è un “gabinetto di curiosità” che comprende stupefacenti automi meccanici, oggetti in oro, pietre dure e cristallo di rocca, figurine in bronzo, orologi ed altre curiosità.  La collezione numismatica comprende oltre 600.000 tra monete e medaglie, mentre la biblioteca presenta libri rari, manoscritti, incunaboli e mappe. La Pinacoteca, infine, è però la più famosa di tutte le collezioni del Kunsthistorisches. Si compone di dipinti Italiani, Fiamminghi, Tedeschi, Spagnoli, Francesi ed Inglesi dal rinascimento all’epoca barocca.
Anche qui abbiamo dovuto fare dei tagli per cercare di rientrare nella mattinata destinata a questa attività, per cui siamo andati direttamente ai reperti più importanti.
La Gemma Augustea è uno di questi capolavori.

E' un grande cammeo in pietra sardonice del I° secolo dopo Cristo attribuito all'intagliatore di gemme Dioscuride od ad uno dei suoi discepoli. Il raffinato rilievo rappresenta l'apoteosi dell'imperatore Augusto seduto a fianco ad una personificazione dello Stato Romano. Nella parte inferiore sono rappresentati i pololi barbari a lui sottomessi. Stupefacente l'armonia e l'eleganza di questo capolavoro di grandi dimensioni, quasi 20 cm x 20 cm. 

Altro capolavoro custodito nel Museo è la Saliera di Benvenuto Cellini. 



Si tratta di un prezioso manufatto in ebano ed oro dello scultore ed orafo fiorentino del 1500. Esso rappresenta una personificazione del Mare e della Terra adagiati su una base che rappresenta i quattro venti, le parti del giorno e varie altre figure.
Infine i surreali ed allusivi quadri di Bruegel il vecchio, pittore fiammingo del 1500. 


La Torre di Babele


La guerra tra il Carnevale e la Quaresima

Fu uno dei primi artisti a dipingere cose diverse dai soggetti religiosi e mitologici o dai ritratti, questi ultimi molto comuni nella pittura fiamminga: gran parte delle sue opere mostrano le attività quotidiane dei contadini del suo tempo. E su tutto si stende una sorda ironia sulle debolezze dell'uomo e delle sue pretestuose aspettative.
La Torre di Babele  è una  costruzione volutamente impossibile, un'assurdità ben escogitata, un monumento all'imbecillità umana. Tale trionfo, che non è tanto della grandezza architettonica quanto della piccolezza umana, fa dire alla torre stessa che non solo non può semplicemente essere portata a termine, ma nemmeno costruita.
Come pure la  guerra tra e la quaresima è ancora un'allegorica sarcastica sulle ineluttabili debolezze umane. Il primo è rappresentato come un uomo grasso a cavallo di un barile e circondato da succulente pietanze, mentre la seconda è una donna smunta e pallida, che ha come "lancia" una pala con appena due aringhe, a fronte dello spiedo con polli infilzati del rivale. Il Carnevale è spinto da due uomini in maschera, mentre la Quaresima è trainata da un frate e una monaca.Attorno vizi e deformità che caratterizzano la scena, ovvero l'esistenza.
Di quadri ce n'erano corridoi interi e pur volendo ammirarli non avremmo mai potuto soffermarci come avremmo voluto.






Tuttavia, gli occhi si sono comunque poggiati su innumerevoli opere d'arte che ci porteremo nel nostro ricordo.





 

Giochino dei reali: questo vascello si muoveva sulla tavola e l'equipaggio sulla tolda si muoveva a tempo di musica. Non contento, l'orafo ha realizzato sul vascello un cannoncino che sparava a salve







Ma, in mezzo a tutti questi capolavori, non sono mancati momenti allegri...



Trovate gli intrusi nei seguenti scatti!





Ma dopo una mattinata di cultura anche lo stomaco reclama la sua parte. Lasciamo l'augusto Kunsthitorisches Museum per infilarci prosaicamente  in una trattoriola nel centro della città.


Ed il pomeriggio prosegue con una puntata alla Freitag,  una nota casa produttrice di borsette fatte con teloni di camion. 




Capite bene che si trattava di un passaggio essenziale…

non privo  di  difficili decisioni….
E con il passaggio a Spittelbergasse (https://goo.gl/maps/XXvN1kpKALSmPpNY7) in cui si teneva  un ulteriore mercatino di natale, 




 



ci riavviamo verso una breve sosta rigenerativa in albergo dopo tanto cammino. 
Ma eccoci pronti per la cena in una trattoria molto casereccia che vale assolutamente la pena di una visita. E’ la Marien Beisln (https://goo.gl/maps/nhVehTqsDWkfGrKWA) che ci ha propinato un cenone con porzioni di tutto rispetto. Da segnalare la Wierner Suppe, servita direttamente in un piatto grande come una zuppiera!





Sabato 14

Ma  ecco il gran giorno: la visita al famoso Castello di Schὃnbrunn poco fuori Vienna (https://goo.gl/maps/16EYZ9nTrTZnr1HB8).   Avevo preso i biglietti on line per evitare le file alle biglietterie tramite https://www.imperialtickets.com/en/schoenbrunn-palace/grand-tour-schoenbrunn-palace/45 
Visita su appuntamento per cui alle 10 in punto dobbiamo varcare l’ingresso ed a ciascuno di noi viene data un’audioguida in italiano. Purtroppo non è possibile fotografare per cui devo ricorrere giusto ad alcune   immagini prese da internet. La visita delle 40 sale lascia davvero sbalorditi. Da una parte grande sfarzo nelle stanze:  rifiniture in oro, legni pregiati stoffe preziose. Ma dall’altra parte apprendiamo dall’audioguida che  quelle stesse stanze hanno visto una vita privata, quella dei reali, sempre al servizio dell’impero. Vita privata spesso contrassegnata da infanzie trascorse sotto la rigida disciplina di inflessibili tutori, attitudini personali completamente soppresse, matrimoni imposti per ragioni politiche, vite lontani dagli affetti e cosi via. Ma gli ambienti sono davvero belli. 


La Grande Galleria al centro del castello era per la famiglia imperiale  teatro di balli, ricevimenti e pranzi di gala. Lunga oltre 40 metri e larga  quasi 10, la Grande Galleria rappresentava la cornice ideale per le cerimonie di corte. Adorna di specchi di cristallo, decorazioni di stucchi dorati e affreschi sul soffitto, è un‘opera d‘arte totale dell’epoca  rococò. Gli affreschi sono opera del pittore italiano Gregorio Guglielmi,e raffigurano l’apoteosi del regno di Maria Teresa.  Nell’affresco al centro troneggiano Francesco Stefano e Maria Teresa,  attorniati dalle personificazioni delle virtù dei sovrani nonché dalle allegorie delle Terre della corona imperiale. I due grandi lampadari di legno intagliato dorato avevano ciascuno 70 candele, prima che il castello fosse elettrificato nel 1901.  Dalla fine della monarchia la Grande Galleria è fra l’altro teatro di concerti. Nel 1961 vi si svolse inoltre il leggendario incontro fra i presidenti Kennedy e Kruscev.


Il Salotto dell’imperatrice L’atmosfera del Salotto di Elisabetta è caratterizzata dalle pannellature bianco-dorate, dai parati in seta chiara e dai sontuosi mobili in stile neorococò. L‘orologio collocato dinanzi allo specchio ha il quadrante con le lancette a rovescio montato sul retro, pertanto si può leggere l‘ora anche allo specchio. I ritratti settecenteschi a pastello meritano particolare attenzione. Ritraggono i figli di Maria Teresa e furono eseguiti da insigni artisti, fra gli altri dal pittore ginevrino Liotard, percui Maria Teresa nutriva una particolare predilezione. Il dipinto a sinistra della stufa ritrae la figlia minore di Maria Teresa, Maria Antonietta, in costume di caccia. Nel 1770, all‘età di quindicianni, Maria Antonietta fu data in sposa al futuro re di Francia Luigi XVI, per porre così fine all‘antica rivalità esistente tra la Francia e la dinastia asburgica. Nel 1793 Maria Antonietta fu giustiziata sulla ghigliottina durante la rivoluzione francese.

Stanza Vieux-Laque La Stanza Vieux-Laque fu trasformata in sala commemorativa da MariaTeresa alla morte improvvisa del suo amato marito Francesco Stefano, avvenuta nel 1765. Nel rivestimento di noce furono montati dei pannelli di lacca nera originari di Pechino, che furono ornati di cornici dorate. Dalla morte del marito Francesco Stefano in poi Maria Teresa non avrebbe mai più deposto le vesti vedovili. Nel libro di preghiere dell’imperatrice fu rinvenuto alla sua morte un foglietto sul quale aveva pedissequamente annotato i tempi felici del suo matrimonio, conteggiandoli persino in ore. Maria Teresa commissionò per questa stanza commemorativa tre dipinti: al centro vedete Francesco Stefano I in un ritratto eseguito da Pompeo Batoni. Lo stesso pittore eseguì anche il duplice ritratto di Giuseppe II e del fratello Leopoldo, realizzato  nel 1769 a Roma. Giuseppe, raffigurato sulla destra, era all‘epoca già imperatore. Sul tavolo davanti a Giuseppe, ritratto in piedi sulla destra, poggia una copia dell‘«Esprit des lois» di Montesquieu, una delle principali opere dell‘Illuminismo, delle cui idee fu pervaso l‘operato riformatore del giovane imperatore.
Stanza di Napoleone La Stanza di Napoleone ricorda l’imperatore dei Francesi che risedette proprio qui, nell’ex Camera da letto di Maria Teresa, quando occupò Vienna per due volte, nel 1805 e nel 1809. Le nozze tra Napoleone e Maria Luisa, la figlia dell’imperatore Francesco II/I che era a sua volta nipote di Maria Teresa, avvenute nel 1810, dovevano sigillare la pace fra le due potenze. Alla caduta di Napoleone, Maria Luisa fece temporaneamente ritorno alla corte di Vienna insieme a suo figlio. Durante il Congresso di Vienna, nel 1814/15, ottenne infine il ducato di Parma, tuttavia a condizione di lasciare a Vienna suo figlio, il duca di Reichstadt. Il “principe Franzi”, così era soprannominato a corte, in quanto figlio di Napoleone doveva restare senza alcun ruolo politico, così volevano le potenze europee, e crescere in isolamento presso la corte di Vienna sotto la tutela del nonno. Al pari di tutti gli Asburgo di sesso maschile, anch’egli apprese un mestiere artigianale, come voleva la tradizione familiare. Il ritratto che vedete, lo raffigura bambino nelle vesti di giardiniere, mentre l‘allodola capelluta che vedete sulla consolle fu il suo animale domestico prediletto. Il duca si spense nel 1832 alla giovane età di 21 anni per una malattia polmonare. Il busto lo ritrae sul letto di morte.

In questi ambienti si mossero l’imperatore Francesco Giuseppe, sua moglie Sissi, Napoleone durante l’occupazione di Vienna, Mozart durante le sue esibizioni di bambino prodigio, il Metternich durante il Congresso di Vienna per la Restaurazione post napoleonica. 
La massa di visitatori è imponente, tuttavia il flusso nelle sale è ordinato e silenzioso. Ciascuno ha l’audioguida nella propria lingua ed esce dalla visita con una visione chiara della vita a corte e della complessità degli intrecci internazionali che hanno caratterizzato la storia europea.
Terminiamo la visita con due passi nei giardini reali. 

Pur essendo tutto spoglio in questa stagione, ci rendiamo conto che questo parco a primavera, quando tutte le piante sono in fiore,  deve essere un tripudio di colori. Qui un assaggio sempre preso in prestito da internet.


Contenti di questa splendida visita rientriamo in centro e la visita della Vienna Imperiale prosegue con una imperdibile fetta di sacher torte al Cafè Central (https://goo.gl/maps/TyJj9yqADeMygwBM6). 



Un po di fila per entrare, ma Parigi val bene una messa! 





 Gli ambienti  rispecchiano quel lusso e quella esclusività che abbiamo visto appena qualche ora prima nel Castello. 













Appoggiandoci ad un itinerario suggerito dalla guida facciamo altri due passi per i vicoli del centro storico di questa bella città che ha saputo coniugare, con gusto ed eleganza, antico e moderno. 






  
Passeggiata che non poteva non includere un saluto al bel Danubio Blu!




Alla fine della passeggiata entriamo nella Haus der Musik (Casa della Musica  https://g.page/haus-der-musik-wien?share). Il  Museo, situato nel cuore di Vienna, è un meraviglioso mondo dedicato interamente alla musica in cui è possibile vivere il contatto con la musica attraverso una moderna esposizione didattica.




Al suo interno è ospitato il Museum der Wiener Philharmoniker e alcune mostre interattive sugli aspetti classici e moderni della musica. Al primo piano, nei locali dove visse Otto Nicolai, fondatore della Philarmonic Orchestra nel 1842 e direttore per i 6 anni successivi, troviamo uno spazio interamente dedicato alla storia della famosa Orchestra viennese ed è possibile ascoltare alcuni tra i brani più celebri dei compositori austriaci.

Bacchette utilizzate da famosi direttori d'orchestra

Al secondo piano troviamo uno spazio riservato alla Sonosfera,  dove ci si potrà immergere nel magico mondo dei fenomeni sonori e acustici e provare a suonare strumenti musicali sovradimensionati, all'interno dell'Instrumentarium. 

In questa sezione ci si proietta in un mondo completamente nuovo, un mondo nel quale si è attori in prima persona, un mondo nel quale il suono ha un peso preponderante, un mondo in cui è possibile interagire con il suono.
Il terzo piano è dedicato ai grandi maestri della tradizione con ricostruzioni attraverso modelli, costumi, documenti storici e oggetti personali dei compositori che hanno fatto la storia della musica viennese






 e mondiale come Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Johann Strauss, Gustav Mahler e tanti altri. 






Ad ogni compositore è dedicata una stanza monotematica nella quale, con l’ausilio dell’audioguida gratuita, è possibile rivivere la storia e le opere principali di ogni compositore. Oggetti, aneddoti, immagini tutto ciò che serve per conoscere al meglio questi straordinari maestri dei secoli scorsi.

All’ultimo piano infine, tra le varie applicazioni di tecnologia alla Musica spicca il Virtual Conductor dove il visitatore potrà mettere alla prova proprie abilità di direttore d'orchestra della Wiener Philharmoniker e alla fine riceverà anche un giudizio sulla propria abilità dai musicisti.



Una visita molto interessante e mi ha stupito il numero di disciplinate scolaresche che seguivano la visita, segno che in questo paese, la Musica ha il valore che deve avere.
Concludiamo anche questa intensa giornata ancora con un gesto di coraggio trangugiando una ricca caipirinha 



seguita da ottimo pasto alla Gasthaus  Josefstadt (https://goo.gl/maps/sJS5MxGdSwoog2526) dove volano porzioni da ussaro a cavallo!
Dopodiche rientriamo in albergo 

e crolliamo a ninna 

Domenica 15 Dicembre

Raccogliamo le nostre cose e, per consolarci di dover lasciare una città così bella, facciamo colazione in una pasticceria notevolissima non lontana dall’albergo, la Kurkonditorei Oberlaa dando l'ultimo morso di sacher(https://goo.gl/maps/hQPYgggBF6U8jzCu6) provvedendo  ad una salutare scorta di trigliceridi.


 

 


Rientriamo  poi a Torino sempre con Austrian Airlines



scavalcando le Alpi innevate




 e gioire di  un bel tramonto per le pianure del Canavese.




Conclusioni

Bellissima città, ricca di stimoli culturali ed enogastronomici. Purtroppo i pochi giorni  a disposizione ci hanno costretto a non poter vedere tutto. Anzi, la verità è che abbiamo scalfito la superfice. Tuttavia, per il tempo che avevamo siamo stati ben decisi a trarre il massimo profitto. La conclusione allora è che è una destinazione da battere ancora perché c’è ancora tanto da vedere.

Servizio  televisivo propedeutico alla visita della città

Città Segrete: Vienna  di Corrado Augias (basta registrarsi su RaiPlay  o accedere con un account Facebook o gmail https://www.raiplay.it/video/2019/11/Citta-segrete---Vienna-cd842693-4b71-41dd-bb3c-1b13f6438625.html)

Se vuoi vedere altri miei viaggi vedi il link:


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