Ero in Sardegna per terminare una campagna di voli ed il fine settimana, invece di fare il trafelato per aeroporti a fare la fila per rientrare a Torino, ho saggiamente deciso di godermi un meritato riposo e restarmene sull’Isola.
Il tempo era previsto buono durante il week end e le temperature e l’umidità neanche tanto alte.
Un vero privilegio a Luglio!
Era da molto tempo che mi ronzava in testa l’idea di andare a visitare il Villaggio Nuragico di Tiscali. Qualche anno prima avevo già provato il sapore forte della Barbagia poichè, con la mia compagna Anna, eravamo andati ad esplorare l’impressionante canyon di So Gorroppu.
Per cui non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione di camminare ancora una volta per i bei percorsi del Supramonte compresi tra Oliena e Dorgali, entrambi in provincia di Nuoro
I miei obiettivi erano tutti convenientemente situati nel Nord Est dell’Isola ad una abbordabile distanza da Cagliari. Una gitarella da fare proprio tra un venerdi pomeriggio ed un rientro su Cagliari sabato sera
Infatti, oltre a Tiscali, avevo visto che c’erano da visitare anche altre cose: il villaggio nuragico di Serra Orrios, il paesino di Cala Gonone e la Tomba dei Giganti di Sa Ena e Tomes.
1.Villaggio Nuragico Serra Orrios
2.Tomba dei giganti Thomes;
3.Villaggio Nuragico monte Tiscali
4.Cala Gonone
Un bel piattino, ricco di natura e di cultura.
Sicchè, parto il venerdi pomeriggio da Decimomannu, non lontano da Cagliari, e dopo circa due ore e mezza di guida arrivo al km 25 della statale 38, presso il villaggio di Serra Orrios.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.333971&lon=9.537973&z=18&m=w&show=/13358701/it/Nucleo-abitativo-e-cisterna-di-raccolta-acque-di-Serra-Orrios&search=villaggio%20nuragico%20serra%20orrios Agglomerato piuttosto grande, risalente al 700-800 a.C, è in piena campagna. Ci sono circa una sessantina di nuraghe di cui resta la sola parte inferiore..
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Restano ancora in piedi un architrave di una costruzione di carattere religioso, tratti della pavimentazione fatto in pietra ed un pozzo che, oltre agli usi pratici, era certamente destinato al culto dell’acqua tipico di quella cultura.
Un’oretta in piena solitudine trascorsa nel silenzio della campagna . Proseguo la mia strada verso Dorgali, destinazione finale per quel pomeriggio. Ero stato in quel paese almeno da bambino, il che significa almeno 50 anni prima, con la mia famiglia e mi ricordo di essere stato nella cantina sociale a prendere vino. Papà era un grande esploratore e mi ha lasciato come eredità questa curiosità verso i luoghi, le storie, le tradizioni e le persone.
La passeggiata alla cantina, di cui ricordavo abbastanza bene fisionomia, è stata valida.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.295472&lon=9.587706&z=18&m=w&show=/12749726/it/Cantina-Sociale-Dorgali&search=cantina%20sociale%20dorgali
Ho preso del generoso Canonau e scambiato due parole con la figlia del proprietario. Con piacere ho notato che l’attenzione per i prodotti locali era molto alta e le persone giustamente fiere dei propri prodotti.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.295472&lon=9.587706&z=18&m=w&show=/12749726/it/Cantina-Sociale-Dorgali&search=cantina%20sociale%20dorgali
Ho preso del generoso Canonau e scambiato due parole con la figlia del proprietario. Con piacere ho notato che l’attenzione per i prodotti locali era molto alta e le persone giustamente fiere dei propri prodotti.
Una bella quercia da sughero ornava il piazzale del sito.
E prima che scendesse il buio mi sono spinto sulla costa a visitare il paese di Cala Gonone che, nella visita precedente, ahimè anch’essa mezzo secolo prima, era un silenzioso sito di pescatori privo di tutto.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.277758&lon=9.623594&z=15&m=w&show=/9494308/it/Cala-Gonone-&search=cala%20gonone
Ora, c’è molto turismo costituito anche da tanti stranieri. Per arrivarvi è necessario prendere una strada che si inerpica sopra Dorgali e poi, superato un tunnel, si precipita verso il mare. Al tramonto il sole ed il silenzio dipingevano un quadro assolutamente degno di nota. Il fascino di questo posto è sempre grande per via di una costa intatta, ma, certamente non è più il lido solitario così come me lo ricordavo da bambino.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.277758&lon=9.623594&z=15&m=w&show=/9494308/it/Cala-Gonone-&search=cala%20gonone
Ora, c’è molto turismo costituito anche da tanti stranieri. Per arrivarvi è necessario prendere una strada che si inerpica sopra Dorgali e poi, superato un tunnel, si precipita verso il mare. Al tramonto il sole ed il silenzio dipingevano un quadro assolutamente degno di nota. Il fascino di questo posto è sempre grande per via di una costa intatta, ma, certamente non è più il lido solitario così come me lo ricordavo da bambino.
Ma nonostante i motoscafi ed i menù turistici multilingue a prezzo fisso la Sardegna è , per fortuna, ancora tenacemente legata alle proprie tradizioni..
Rientro a Dorgali per ora di cena e mi fermo al Ristorante Colibrì, buona dormita al Bed and Breakfast “Passaggio A Bardia” ed il giorno dopo ero pronto per affrontare il trekking a Tiscali con l’Associazione Ghivine di Dorgali (http://www.ghivine.com/).
Nell’attesa che arrivassero gli altri clienti con cui avrei condiviso la passeggiata nel supramonte, con l’aria fresca ed ancora un pò ancora addormentata del paesino di Dorgali, ho avuto di fare anche qualche scatto un po’ indiscreto…
Riunito il gruppetto di escursionisti siamo poi finalmente partenza per il Monte Tiscali con il fuori strada dell’ Associazione Ghivine.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.241407&lon=9.491670&z=17&m=w&show=/7633355/it/Insediamento-post-nuragico-di-Tiscali&search=monte%20tiscali
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.241407&lon=9.491670&z=17&m=w&show=/7633355/it/Insediamento-post-nuragico-di-Tiscali&search=monte%20tiscali
Una mezz’oretta di macchina attraversando boschi e fiumi e con il Supramonte, uno sperone direi quasi dolomitico, che si avvicinava sempre di più.
Parcheggiata la jeep inizia una salita piuttosto impegnativa tra i rami di un bosco alquanto giovane. Ci viene spiegato che il Supramonte è stato fortemente sfruttato. Hanno cominciato i Romani con la costruzione delle flotte, hanno proseguito i Sabaudi con la costruzione delle ferrovie del neonato Regno d’Italia per terminare poi con la produzione di carbone vegetale a cavallo della Seconda guerra Mondiale. Sfruttamento che si è poi prolungato fino agli anni 50. Tant’è che i tanti alberi che incrociamo sono abbastanza giovani rispetto a quei pochi originari che restano. Fortuna ha voluto che questi ultimi fossero serviti da riparo a proprio coloro che effettuavano il taglio della legna. Durante la salita si vedono ancora le piazzole ove si coprivano le cataste di legna con la terra per realizzare il carbone.
L’escursione, per la quale occorre avere un buon paio di scarpe da cammino ed acqua al seguito, si compone di una serie di salite tra la vegetazione e poi, ogni tanto, qualche balzo di roccia. Talvolta le mani risultano d’aiuto per stringere a qualche appiglio.
Non c’è che dire, un discreto esercizio fisico e…psicologico
E’ un bell’ambiente ove la natura sembra essere in lotta con se stessa…
….e la stessa pietra risulta scavata dagli elementi!
Per poi arrivare alla sommità del monte che una volta, milioni di anni fa, celava una grotta il cui soffitto crollò, come da foto presa dall’alto.
Ed allora, popolazioni risalenti al VII° od VIII° AC si insediarono in questo sito protetto sia dai costoni poco accessibili della montagna sia dagli elementi naturali (pioggia, sole e vento). Infatti questa locazione, vista da dentro, è davvero una fortezza.
Il posto, come anticipato dalla guida, aveva davvero un proprio microclima. Fuori del “catino” il sole del fine giugno sardo si faceva sentire. All’interno del “catino”, protetti da un fitta vegetazione, il caldo era assolutamente sopportabile.
La visita dell’intero insediamento dura circa un’oretta. Il percorso non e’ molto agevole, ma regala uno spettacolo che ha dell’incredibile. Si sente solo il fruscio delle foglie e lo stridio degli uccelli. Arrivata l’ora di pranzo la guida Francesco ci ha fatto trovare una bella tavola imbandita con formaggio, pane fatto con le patate, salamino casereccio, pomodorini ed un generoso Canonau che, da privilegiati, abbiamo consumato all’interno della dolina del villaggio di Tiscali.
La qual cosa, dopo la passeggiata, ci “azzeccava” proprio. E con il Canonau sono iniziate le chiacchere tra i componenti la spedizione. Una coppia di toscani, un’altra di Brescia, il sottoscritto e la guida Francesco, molto preparato nel rispondere alle varie domande che gli venivano poste. Ogni tanto vedevamo Francesco che gettava qualche crosta di formaggio verso delle rocce non lontane da dove ci trovavamo. Ad un certo punto un’ inattesa ospite si e’ unita al banchetto…..
Una vaporosa martora che abitava in un anfratto non lontano dalla nostra tavola. All’inizio era molto incerta e sospettosa nell’avvicinarsi. Ma quando ha capito che l’unico interesse degli astanti era fare qualche bello scatto e che, oltre alla crosta di formaggio si era unito qualche bel pezzo del salamino, la nostra inattesa ospite non si è fatta attendere!
e c'è anche un filmatino di questo intraprendente animaletto!
https://youtu.be/kmuwfaYOJd4
Finito il pranzo abbiamo iniziato la discesa per una ripida di “scorciatoia” sulla parte verso Est della montagna nell’intento di diminuire l’esposizione al sole che, nel frattempo, iniziava a far sentire i suoi effetti appena lasciato il “catino” protettivo di Tiscali.
L’escursione è poi terminata alle cristalline acque della Sorgente di Su Gologone, non distante da dove avevamo lasciato il fuoristrada.
https://goo.gl/maps/mKoHoEHRwaFYcneT7
https://goo.gl/maps/mKoHoEHRwaFYcneT7
Questa sorgente è stata esplorata in immersione speleologica sino ad una profondità di -135 metri senza che, tuttavia, sia stato possibile arrivare al fondo. Le sue acque alimentano il Lago Cedrino, un invaso incassato tra le montagne incontaminate della zona, tutte stimolanti destinazioni per venture esplorazioni….
Rientrati a Dorgali salutavo i compagni di escursione e Francesco e facevo due passi per il paese che, con il suo artigianato e le sue tradizioni, non è stato affatto avaro di sorprese…
Lasciato non senza rammarico Dorgali iniziavo il rientro verso Cagliari. Ma ancora questa generosa terra doveva riservarmi ancora una sorpresa. Sempre lungo la statale 38, al Km 19, mi fermavo a visitare la Tomba dei Giganti di Sa Ena e Tomes.
Questo monumento è stato il manufatto per antonomasia per sepolture collettive dell’epoca nuragica. La forma ad oggi visibile è una linea curva che vuole riprodurre le corna ritorte del toro, simbolo della forza e della fertilità.
Mi trattenevo per un pò presso questo monumento, immerso nella campagna come lo era circa 2700 anni. Solo sole e silenzio.
Una bella compagnia.
Affidavo questa ricca testimonianza dell’opera dell’uomo ad un vigile sorvegliante che abitava proprio li vicino
Questo fine settimana sardo, quindi, è stata una splendida esperienza che consiglio a tutti gli affamati di cultura e natura.
Se vuoi vedere altri miei viaggi vedi il link:
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